La polemica

La Polonia vuole cambiare nome a Kaliningrad, e la Russia si arrabbia

Il Comitato per la standardizzazione dei nomi geografici al di fuori della Repubblica di Polonia ha raccomandato con effetto immediato di ribattezzare l'exclave Królewiec, scatenando l'ira del Cremlino
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Marcello Pelizzari
10.05.2023 17:11

Il Cremlino non ci sta. Di più, al suggerimento da parte di un ente governativo polacco di utilizzare un nome diverso per l'exclave russa di Kaliningrad, sul Baltico, ha reagito con forza. Mostrando, una volta ancora, i muscoli. Secondo i polacchi, la città e l'area circostante dovrebbero chiamarsi Królewiec. Questo, almeno, era il nome tradizionale della zona. Il cambio, poi, rifletterebbe al meglio la volontà di non utilizzare più un «nome imposto» e, ancora, segnerebbe una piccola, ma significativa svolta per distanziarsi una volta di più dall'invasione russa dell'Ucraina.

Dura, durissima come detto la risposta di Mosca, secondo cui la discussione in merito è «al limite della follia» e, peggio, «un atto ostile». Così il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov: «Sappiamo che nel corso della storia la Polonia è scivolata di tanto in tanto nell'odio verso i russi».

Una città, tanti nomi

Per centinaia di anni, prima della Seconda guerra mondiale, l'area era nota con la denominazione tedesca, Königsberg, e faceva parte della Prussia orientale. Królewiec, di fatto, è semplicemente la traduzione polacca della denominazione prussiana. Detto questo, dopo la Seconda guerra mondiale la città e la regione furono poste sotto l'amministrazione sovietica. Mosca, di riflesso, scelse il nome di Kaliningrad in onore di Mikhail Kalinin, uno dei leader della rivoluzione bolscevica.

In seguito al crollo dell'Unione Sovietica, il territorio di Kaliningrad venne integrato alla Federazione Russa. Diventando, quindi, un'exclave – ovvero un'area geograficamente separata dal territorio del Paese – situata tra la Polonia e la neonata Lituania, la prima fra le ex repubbliche sovietiche a dichiarare l'indipendenza. Un'exclave strategicamente importante per il Cremlino, come avevamo scritto mesi fa, poiché ospita la flotta russa del Baltico nel porto di Baltiysk, l'unico su territorio europeo per la Russia del tutto privo di ghiaccio nei mesi invernali.

La questione Katyn

Le tensioni fra Mosca e Varsavia sono cresciute dopo che, martedì, il Comitato polacco per la standardizzazione dei nomi geografici al di fuori della Repubblica di Polonia ha raccomandato con effetto immediato di cambiare nome a Kaliningrad in Królewiec e di rinominare l'area più ampia dell'exclave come Obwód Królewiecki. Secondo il Comitato, il nome Kaliningrad non è correlato né alla città né alla regione. Non solo, avrebbe una risonanza «emotiva e negativa» in Polonia. Mikhail Kalinin, infatti, fu uno dei sei membri del Politburo sovietico che firmò l'ordine di giustiziare oltre 21.000 prigionieri di guerra polacchi nelle foreste di Katyn, e altrove, nel 1940. Quando i tedeschi scoprirono le fosse comuni, nel 1943, sulle prime Mosca incolpò i nazisti per quel massacro. Poiché Mosca impose un rigido, rigidissimo regime comunista alla Polonia dopo la Seconda guerra mondiale, i parenti delle vittime non poterono discutere pubblicamente o scoprire alcunché sulla vicenda per cinque decenni. La Russia, infine, riconobbe la propria responsabilità per il massacro solamente nel 1990.

L'invasione russa dell'Ucraina e i continui sforzi di propaganda del Cremlino, uscendo dalla questione Kaliningrad, hanno spinto la Polonia a rivalutare controversi «nomi imposti», ha spiegato sempre il Comitato. «Ogni Paese ha il diritto di utilizzare nella propria lingua nomi tradizionali che costituiscono il proprio patrimonio culturale, ma non può essere costretto a utilizzare nomi da esso inaccettabili nella propria lingua».

Sebbene la raccomandazione del Comitato non sia vincolante, è verosimile che gli organi statali polacchi ora si riferiranno a Kaliningrad come Królewiec. Il ministero degli Esteri polacco, ad esempio, ha emesso una valutazione positiva in merito al cambio di nome.

Confine fortificato

Il cambio di nome a Kaliningrad, per certi versi, è una conseguenza logica rispetto a quanto fatto dalla Polonia dall'inizio della guerra a oggi. Varsavia, per dire, ha pure iniziato a fortificare il suo confine con l'exclave. L'esercito ha eretto un recinto temporaneo di filo spinato alto 2 metri e mezzo e sta lavorando all'installazione di telecamere e sensori di movimento lungo i 232 chilometri di frontiera con la Russia. Ai valichi sono stati posizionati pure degli ostacoli anticarro. I funzionari polacchi, secondo quanto riferiscono diversi media, fra cui la BBC, temono che Mosca possa utilizzare quel confine come nuova rotta per i migranti desiderosi di giungere nell'Unione Europea. In questo senso, a far scattare l'allarme sarebbe stato l'aumento di voli diretti dal Medio Oriente verso Kaliningrad. Fronte migranti, la Polonia aveva eretto una recinzione d'acciaio alta 5 metri e mezzo lungo una parte del suo confine con la Bielorussia dopo aver notato un aumento di transiti.

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