Vertice Trump-Putin, sul tavolo delle trattative anche le terre rare?

Il presidente russo Vladimir Putin è «un osso duro», citando la definizione utilizzata dal suo omologo americano Donald Trump. Durante il vertice di questa sera (alle 21 svizzere), il tycoon dovrà dunque sfoggiare tutte le sue doti da abile imprenditore per convincere il capo del Cremlino a raggiungere un accordo di pace. A prima vista una «mission impossible» degna di Hollywood, dato che proprio in queste ore il ministro degli esteri russo Serghiei Lavrov, citato dall'agenzia di stampa Tass, ha ribadito che la posizione di Mosca è «chiara e precisa».
Ed è quella espressa innumerevoli volte dal presidente Putin: le quattro regioni ucraine di Donetsk, Lugansk, Zaporizhzhia e Kherson appartengono alla Russia. Kiev deve abbandonare i territori occupati dall'esercito di Mosca e rinunciare all'ambizione di entrare a far parte della NATO. Pretese che difficilmente Volodymyr Zelensky vorrà soddisfare fino in fondo, anche se Trump, negli scorsi giorni, ha affermato che per arrivare a un cessate il fuoco, probabilmente, sarà necessario uno «scambio di territori» tra i due contendenti. Un'affermazione priva di dettagli, che ha suscitato parecchia preoccupazione in Ucraina e in Europa. Fra le ipotesi allo studio ci sarebbe pure quella di ricalcare i modelli della Corea o della Cisgiordania, così da aggirare i limiti imposti dalla costituzione ucraina e le resistenze degli alleati.
Lo scambio di territori, però, non sarebbe l'unica carta nelle mani del presidente americano. Secondo il Daily Telegraph, Trump si starebbe preparando a offrire a Putin l'accesso alle terre rare presenti nei giacimenti minerari dei territori ucraini occupati, per incentivarlo a porre fine alla guerra. Si ritiene che l'ex Repubblica sovietica detenga il 10% delle riserve mondiali di litio, materiale utilizzato nella produzione delle batterie dei moderni strumenti tecnologici, dagli smartphone alle auto elettriche. Due dei maggiori giacimenti di litio si trovano proprio nelle aree controllate dalle truppe russe. Non è certo una novità, Putin d'altronde ha già più volte rivendicato le preziose risorse naturali presenti nelle regioni occupate. .
Lo scorso maggio, Washington ha firmato con Kiev un accordo per l'acquisto di terre rare, che consentirà agli americani di sfruttare le ingenti risorse naturali dell'Ucraina. Gli USA dovranno avviare nuove attività minerarie, che, in caso di accordo, potrebbero essere ottimizzate attraverso la cooperazione con la Russia.
Trump avrebbe pure valutato la possibilità di offrire a Mosca l'opportunità di attingere dalle preziose risorse naturali presenti in Alaska, D'altronde USA e Russia sono separate unicamente dallo Stretto di Bering. L'Alaska, oltre ai giacimenti di minerali, possiede significative riserve di petrolio e gas, molte delle quali - si stima - non ancora ancora scoperte. Sviluppare la presenza russa al di là dello Stretto, evidenzia ancora il Telegraph, rafforzerebbe gli interessi strategici di Putin nella regione artica.
Ma non si parla solo dei preziosi minerali. Il capo della Casa Bianca potrebbe pure arrivare a revocare alcune delle sanzioni USA che hanno duramente colpito l'industria aeronautica russa, oggi in gravissima difficoltà. Il divieto di esportazione delle attrezzature necessarie per la manutenzione degli aerei russi sta letteralmente mandando in rovina il settore dell'aviazione, nonostante alcuni prodotti riescano comunque ad arrivare nel Paese di Putin attraverso rotte secondarie. I Paesi occidentali, dopo l'invasione avviata nel febbraio del 2022, hanno limitato l'accesso di Mosca a componenti di ricambio essenziali e ad altre attrezzature critiche.
La revoca delle sanzioni sugli aerei russi potrebbe inoltre rivelarsi redditizia per il produttore americano Boeing. Con una flotta di oltre 700 aerei dominata da Airbus e Boeing, le compagnie aeree russe potrebbero tornare a rivolgersi ai fornitori americani per componenti essenziali e manutenzione.
Insomma, sul tavolo ci sarebbe un piatto davvero goloso per Putin, che non nasconderebbe le mire di Trump per il tanto ambito Nobel per la Pace. Il tycoon, inoltre, punta a trovare un'intesa sulla fine del conflitto per rispettare la sua promessa elettorale. La frustrazione del presidente USA di fronte ai continui dinieghi del leader russo è cresciuta esponenzialmente nelle ultime settimane, portando il tycoon ad esprimersi con toni sempre più accesi nei confronti dell' «zar». Negli scorsi giorni, dopo aver messo in pausa ulteriori misure restrittive contro Mosca in vista dell'incontro di questa sera, Trump ha lanciato il suo monito: Putin affronterà «gravi conseguenze» se non dovesse accettare di porre fine al conflitto.
Il leader statunitense ha inoltre rivelato la sua intenzione di volere un incontro in cui sia presente anche il presidente ucraino Zelensky, subito dopo il vertice USA-Russia. Trump nelle scorse ore ha partecipato a un vertice virtuale con proprio con Zelensky e altri leader europei, tra cui il premier britannico Keir Starmer, il presidente francese Emmanuel Macron e il cancelliere tedesco Friedrich Merz, in vista del vertice in Alaska.
Intervenendo dopo i colloqui, Zelensky si è detto fiducioso, affermando che il capo della Casa Bianca sostiene le garanzie di sicurezza richieste dall'Ucraina, le quali sarebbero sotto l'ombrello degli Stati Uniti, ma non della NATO. I leader europei e lo stesso Trump hanno definito «positivo» l'incontro. Per il leader di Kiev, tuttavia, il vertice di questa sera rappresenta «una vittoria personale» di Putin, in quanto farà uscire il presidente russo «dall'isolamento» e ritarderà le eventuali sanzioni americane contro Mosca.
Il ministro degli Esteri ucraino, Andrii Sybiha, ha invece rimarcato che «la posizione dell'Ucraina e dei nostri partner sulla via della pace è chiara e basata su principi: non può essere definita senza l'Ucraina e i negoziati possono essere produttivi solo dopo il raggiungimento di un cessate il fuoco». Secondo il ministro, «la Russia vede il proprio scopo solo nel condurre la guerra» e «preferisce costruire nuovi muri sulla nostra strada verso una pace giusta e duratura. Vuole sigillare la nostra libertà».
Secondo fonti governative britanniche gli incentivi che Trump potrebbe proporre a Putin sono accettabili per l'Europa, a patto che non vengano visti come una ricompensa alla Russia. O peggio, a Bruxelles e a Kiev è ancora vivo il timore che il presidente USA possa «svendere» i territori occupati nel tentativo di compiacere il proprio elettorato. Le incognite, comunque, sono ancora molte. Il Cremlino non sembra volersi smuovere dalle sue posizioni, mentre l'esercito di Putin avanza nel Donbass, in un momento di grande difficoltà per i soldati ucraini.