Vertice Zelensky-Putin a Ginevra? «La Svizzera è pronta»

Non è più un'ipotesi lontana, ormai, il faccia a faccia fra il presidente ucraino Volodymyr Zelensky e l'omologo russo Vladimir Putin. «Preparativi sono in corso» per un incontro tra i due leader, ha fatto sapere - ore fa - il presidente americano Donald Trump, a seguito del vertice Washington-Kiev che ha visto la partecipazione anche di una serie di leader europei.
Prima che si parlasse del bilaterale, durante la videochiamata della «coalizione dei volenterosi» tenutasi nel fine settimana, la premier italiana Giorgia Meloni aveva proposto Roma come sede di un ipotetico incontro a tre fra Ucraina, Stati Uniti e Russia. Il presidente francese Emmanuel Macron aveva invece puntato su Ginevra. Sul social Truth, tuttavia, Trump ha spiegato che il trilaterale dovrà essere preceduto da un faccia a faccia tra i soli due leader dei Paesi in guerra.
Ma dove? Le ipotesi emerse negli scorsi giorni per l'incontro Trump-Zelensky-Putin sopravvivono. Intervistato da TF1, oggi il presidente francese ha affermato che l'incontro tra i due dovrà svolgersi in un «Paese neutrale, forse in Svizzera - io propongo Ginevra -, o in un altro Paese». L'ultima volta che ci sono stati colloqui bilaterali tra le due parti, si sono svolti a Istanbul», ha ricordato il capo dell'Eliseo, respingendo la possibilità - suggerita da un giornalista - di tenere l'incontro diretto tra i due leader a Parigi, «come nel 2019».
E anche l'Italia ha confermato il suo sostegno per un summit in Svizzera. In visita a Berna per un incontro con il consigliere federale Ignazio Cassis, il ministro degli esteri italiano Antonio Tajani ha fatto sapere che Roma sostiene la scelta di Ginevra come sede dell'incontro Zelensky-Putin.
La posizione svizzera
Contattato questa mattina dal CdT, il Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) ha confermato che la Svizzera «è pronta a offrire i propri buoni uffici qualora questi siano utili e richiesti da tutte le parti. Ciò include anche il suo ruolo di ospite o facilitatore per discussioni e incontri».
Una posizione, questa, ribadita poi anche dallo stesso Cassis, interrogato dai giornalisti nel corso della conferenza stampa congiunta con Tajani. Ringraziando Macron e Meloni per la fiducia nella Confederazione, il capo del DFAE ha fatto sapere che «anche altri Paesi hanno espresso il proprio sostegno» a un vertice a Ginevra.
«La Svizzera - ha commentato Cassis - è prontissima. La diplomazia è la nostra specialità. Non abbiamo mai smesso di compiere sforzi per la pace e siamo a disposizione per ospitare un incontro anche sul breve termine». Il consigliere federale ha ricordato come, nel 2021, anche l'incontro fra Biden e Putin (andato in scena proprio nella città di Calvino) sia stato organizzato con pochissimo preavviso: una manciata di settimane. «Essere utili sul piano internazionale è la nostra vocazione».
Mandato d'arresto
Interrogato sulla posizione italiana, Tajani ha spiegato come ospitare a Roma il vertice sarebbe più complicato, anche per il mandato di cattura internazionale emesso dalla Corte penale internazionale (CPI) contro Vladimir Putin. Un mandato che anche la Svizzera è chiamata a rispettare, sebbene nel 2024 - nel contesto dell'incontro sul Bürgenstock - l'allora presidente Viola Amherd avesse già evidenziato come «eccezioni» siano possibili in caso di trattative di pace. Sempre in quell'occasione, lo stesso Cassis aveva spiegato come un dialogo con la CPI possa dare alla Svizzera la possibilità di concedere a Putin un lasciapassare: «Ciò richiederebbe una decisione del governo, in accordo con la Corte penale internazionale».
Oggi, il leader del DFAE ha confermato che questa via è percorribile e il Consiglio federale «ha già definito le procedure giuridiche per concedere l'immunità a persone sotto mandati di cattura internazionali, se questa persone vengono in Svizzera per ragioni di pace». L'iter legale, ha fatto sapere Cassis, «è già stato studiato l'anno scorso, ed è un piano che siamo pronti a far partire in qualsiasi momento. È una scelta che la Svizzera può fare grazie alla sua tradizione umanitaria e diplomatica, e un procedimento già effettuato giorni fa per l'incontro internazionale dei parlamentari che ha visto la partecipazione del leader russo della Duma».