Ucraina

Vilnius blocca le merci, Kaliningrad resta ferma

Una parte dei prodotti diretti in Russia sono stati bloccati dalla Lituania per l’introduzione delle sanzioni contro il Cremlino - Ma l’alto rappresentante dell’UE Borrell parla di «propaganda» Mosca: «Pronti ad agire» - Il segretario della NATO Stoltenberg: «La guerra durerà ancora a lungo»
La stazione di carico di Kaliningrad. © Reuters
Andrea Colandrea
21.06.2022 06:00

La guerra in Ucraina sta prendendo una piega molto pericolosa anche sulle sponde del Mar Baltico. Con l’entrata in vigore delle sanzioni imposte da Bruxelles a Mosca, Vilnius ha infatti deciso di non più far passare sul proprio territorio le merci che dall’exclave russa di Kaliningrad fino a poco fa venivano trasportate, in primis con la ferrovia, verso la Russia. Il ministro degli Esteri della Lituania Gabrielius Landsbergis, ieri, in margine al Consiglio Affari esteri che si è tenuto in Lussemburgo, ha riferito che la decisione di bloccare i prodotti russi è stata presa «seguendo le linee guida della Commissione dell’UE». Inoltre, ha precisato, «non tutti i beni sono colpiti dalle sanzioni, circa il 50% è sulla nostra lista di transito». Ma tant’è. Né il governatore di Kaliningrad, Anton Alikhanov, né il portavoce del Cremlino Dmytri Peskov, hanno gradito. Anzi. Sono subito passati alle parole forti, nonostante le affermazioni dell’alto rappresentante dell’UE per la politica estera Josep Borrell, che in una conferenza stampa ha negato blocchi via terra tra Kaliningrad e la Lituania: «È propaganda».

«Misure di ritorsione»

«Questi passi sono illegali - ha detto Alikhanov - e possono comportare implicazioni di vasta portata per la Lituania e l’Unione europea». Il governatore ha aggiunto che le autorità dell’exclave russa chiederanno a Mosca di «adottare misure di ritorsione nei confronti della Lituania se non verrà revocato il divieto». Ancora più esplicite le parole di Peskov: «Il divieto di transito di merci in Lituania è una misura senza precedenti, crediamo anche che sia illegale. Viola ogni regola possibile. Capiamo che deriva dalla decisione dell’UE di estendere le sanzioni al transito delle merci: se il blocco non verrà revocato, la Russia si riserva il diritto di azioni volte alla difesa dei propri interessi». Insomma, un nuovo terreno di scontro dagli effetti imprevedibili nel Baltico, dove con l’annunciata, prossima adesione della Finlandia e della Svezia alla NATO, il clima è già sufficientemente teso.

«La guerra durerà a lungo»

Ieri, sempre sul fronte della NATO, ha fatto discutere la dichiarazione del suo segretario generale Jens Stoltenberg, secondo il quale «la guerra in Ucraina durerà anni. Serve un supporto a lungo termine». Intanto, sempre sul piano diplomatico, sostegno all’ex Repubblica sovietica, è stato annunciato in forma scritta anche dal Consiglio europeo (che si riunirà giovedì e venerdì prossimi). Nella prima bozza «l’UE ribadisce il forte sostegno per la sua resilienza economica, militare, sociale e finanziaria» e «richiama la Russia al ritiro immediato e incondizionato di tutte le sue truppe dall’intero territorio ucraino secondo i confini internazionalmente riconosciuti». Il Consiglio dell’UE assicura anche un ulteriore supporto militare e fa esplicito riferimento all’invio di aiuti a Kiev nell’ambito della Euopean Peace Facility».

Ieri, è stato lo stesso presidente ucraino Volodymyr Zelensky, in videocollegamento al Global Policy Forum dell’ISPI di Milano, a sottolineare che «ci servono armi ed equipaggiamenti moderni». Nella «settimana storica» in cui Kiev avrà la risposta da Bruxelles sulla propria candidatura all’Unione europea, dal profilo militare sono nel frattempo giunte altre notizie di bombardamenti russi nel sudest del Paese: da Slovyansk a Severdodonetsk (città quasi del tutto nelle mani dei soldati con la Z), dalla Crimea ad Odessa, dove il deputato Oleksiy Honcharenko, via Telegram, ha lanciato un appello ai civili a ripararsi «nei rifugi antiaerei». Esplosioni, nella perla sul Mar Nero, sono state segnalate dal Kyiv Independent. I russi avanzano e l’Ucraina chiede nuovamente rinforzi per proteggersi dagli invasori.