Il caso

Volo MH370, le ricerche possono, ufficialmente, ricominciare

A fine dicembre, Ocean Infinity tornerà a ispezionare, per un periodo di 55 giorni, le aree del fondale marino dell'Oceano Indiano in cui si ritiene ci siano maggiori probabilità di trovare l'aereo scomparso nel nulla l'8 marzo del 2014
© EPA/AHMAD YUSNI
Red. Online
03.12.2025 18:50

Il caso del volo MH370 non è ancora chiuso. Il 30 dicembre, riprenderanno le ricerche dell'aereo della Malaysia Airlines, scomparso nel nulla l'8 marzo del 2014. Quasi dodici anni dopo, il mistero dei misteri dell'aviazione sta tornando sotto i riflettori. Come confermato dal Ministero dei trasporti in una dichiarazione, la società di robotica marina Ocean Infinity – che ha sede nel Regno Unito e negli Stati Uniti – riprenderà la ricerca sul fondale marino dell'Oceano Indiano a partire dal 30 dicembre, per un periodo di 55 giorni, con operazioni condotte «in modo intermittente». 

La ricerca si concentrerà sulle aree in cui si ritiene ci sia la maggiore probabilità di trovare l'aereo scomparso. Al momento, tuttavia, non sono stati forniti dettagli sulle posizioni esatte. Negli anni scorsi, a più riprese, erano state setacciate vaste aree dell'Oceano Indiano, grazie a iniziative multinazionali e private, ma sempre senza successo. Nel corso degli anni, sono stati trovati diversi detriti – lungo le coste africane e sulle isole di Madagascar, Mauritius, Réunion e Rodrigues – attribuiti al velivolo scomparso. Tuttavia, non sono mai stati trovati pezzi più grandi del relitto, tantomeno i corpi delle persone che si trovavano a bordo. 

Lo scorso anno, la Malesia aveva dichiarato di essere disposta a riaprire le indagini sulla scomparsa se fossero emerse «nuove prove convincenti». Aveva, dunque, accettato un contratto «no-find, no-fee» con Ocean Infinity per riprendere le ricerche in una nuova area di 15.000 km² nell'oceano. Un accordo che stabilisce che Ocean Infinity riceverà un compenso di 70 milioni di dollari solo se verranno ritrovati i rottami. Tuttavia, le ricerche erano state sospese nell'aprile di quest'anno, a causa delle cattive condizioni meteorologiche. Ora, dopo diversi mesi, le indagini possono, ufficialmente, ricominciare. 

Il volo MH370, come detto, sparì dai radar del traffico aereo l'8 marzo del 2014, durante un volo notturno da Kuala Lumpur a Pechino. Il velivolo fu avvistato per l'ultima volta alle 02:14, mentre volava in direzione ovest, sopra lo stretto di Malacca. Circa trenta minuti dopo, la compagnia aerea malese annunciò di aver perso il contatto con l'aereo, che sarebbe dovuto atterrare in Cina alle 6:30 del mattino. A bordo, quella notte, c'erano 12 membri dell'equipaggio di Malaysia Airlines e 227 passeggeri. La maggior parte di loro era cinese, ma a bordo c'erano anche persone sette persone residenti in Australia e altre persone provenienti da Indonesia, India, Francia, Stati Uniti, Iran, Ucraina, Canada, Nuova Zelanda, Paesi Bassi, Russia e Taiwan.

La notizia della riprese delle ricerche, va da sé, ha riacceso le speranze dei familiari di passeggeri ed equipaggio di ottenere, finalmente, delle risposte. «Sono incredibilmente grata e sollevata a sapere che il governo malese si sia impegnato a continuare alle ricerche», ha dichiarato Danica Weeks, moglie di Paul, cittadino australiano che era a bordo dell'aereo quel giorno. «Non abbiamo mai smesso di sperare di ottenere delle risposte, e sapere che le ricerche continueranno ci dà un senso di conforto. Spero davvero che questa nuova fase ci dia la chiarezza e la pace che desideriamo così disperatamente, per noi e per i nostri cari, dall'8 marzo 2014».

Al contempo, il Dipartimento degli Affari Esteri e del Commercio australiano ha dichiarato, tramite una note, di «sostenere tutti gli sforzi concreti per localizzare il volo MH370 della Malaysia Airlines», sottolineando di sperare che la ripresa delle ricerche dia tregua alle famiglie che hanno sofferto, per così tanti anni, dopo la tragedia. Anche il portavoce del ministero degli Esteri di Pechino, Lian Jiah, ha dichiarato che la Cina apprezza «gli sforzi compiuti dalla parte malese».