Asia

Vuoi un hot dog? Non farti vedere da Kim Jong-un

Pyongyang, secondo alcune indiscrezioni, avrebbe imposto un giro di vite a livello politico-occidentale per contrastare la diffusione della cultura occidentale
©Carlo Reguzzi
Red. Online
28.01.2025 11:00

Che il dittatore nordcoreano Kim Jong-un sia, spesso, fuori dagli schemi è noto. Negli anni, le limitazioni imposte alla popolazione hanno fatto il giro del mondo. A questo giro, tuttavia, verrebbe da dire che Kim si è superato. Secondo quanto riportato, infatti, il leader della Corea del Nord avrebbe vietato ai suoi cittadini di mangiare hot dog. Il motivo? È presto detto: Pyongyang intende porre un freno alla diffusione della cultura occidentale nella nazione. Sembrerebbe, infatti, che il panino – la cui paternità è rivendicata al contempo da Austria, Germania e Stati Uniti – sia cresciuto in termini di consumo e popolarità. Al punto da spingere Kim, sempre secondo quanto riportato, a dichiarare che servire una salsiccia fra due fette di pane è considerato un atto di tradimento. Urca. Chi venisse sorpreso a cucinare o vendere hot dog, leggiamo, potrebbe finire in manette e perfino essere condannato ai lavori forzati. Parentesi, importante: nessuno, finora, è riuscito a confermare queste indiscrezioni.

Gli hot dog, a quanto pare, non sono le sole prelibatezze oggetto di un brutale giro di vite politico-alimentare. Kim, infatti, avrebbe vietato pure la vendita di budae-jjigae, un piatto fusion sudcoreano-americano a base di un brodo ricco di umami aromatizzato con kimchi cui vengono aggiunti noodle istantanei, tteok, mais, peperoni, zucchine, funghi enoki, aglio, fagioli in scatola, formaggio a pasta fusa, tofu e carne lavorata come prosciutto, hot dog, salsicce e Spam. Le origini del budae-jjigae, scrive Wikipedia, risalgono al periodo della Guerra di Corea, quando tra i sudcoreani, che pativano la fame, si diffuse la notizia che nelle basi militari statunitensi il cibo era talmente abbondante da essere buttato via. Il popolo, affamato, cominciò quindi a recarsi fino alle basi e, dopo aver acquistato gli avanzi o averli recuperati direttamente dalla spazzatura, li usava per cucinare. Questo piatto attraversato il confine e sarebbe quindi sbarcato al Nord intorno al 2017, più di 50 anni dopo la sua creazione nel Sud. Secondo Radio Free Asia (RFA), la Corea del Nord avrebbe vietato altresì le torte di riso al vapore tteokbokki, un cibo di strada popolare in Corea del Sud.

Il cibo, a ogni modo, non è l'unico aspetto su cui Pyongyang sta intervenendo con forza. Lo scorso dicembre, è stato riferito che il divorzio è considerato un atto antisocialista e che chiunque volesse divorziare necessita dell'approvazione del governo. Il rischio, infatti, è di incappare in una pena da uno a sei mesi di lavori forzati. RFA, al riguardo, ha citato la testimonianza di una donna divorziata: ha dichiarato di aver scontato tre mesi di lavori forzati e ha aggiunto che le donne ricevono pene più dure degli uomini.

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