Morte Nisman, sospetti sulla scorta

BUENOS AIRES - Gli agenti della scorta del procuratore Alberto Nisman - trovato morto nel suo appartamento di Buenos Aires una settimana fa - sono finiti nel mirino della pubblico ministero (pm) che indaga sul caso, Viviana Fein, a causa di contraddizioni ed imprecisioni nelle loro dichiarazioni, secondo indiscrezioni sull'inchiesta diffuse oggi dalla stampa locale.
Secondo la ricostruzione dei fatti della pm, sono passate 11 ore dal momento in cui i due agenti di turno per custodire Nisman - Armando Niz e Luis Mino - hanno notato che c'era qualcosa che non andava e il momento in cui hanno avvisato i loro superiori.
Nisman aveva lasciato istruzioni agli uomini della scorta perché passassero a cercarlo nel suo appartamento e gli agenti, preoccupati perché non rispondeva al telefono sono saliti al 13° piano per suonare il campanello. Secondo uno di loro questo è avvenuto intorno alle 14, ma secondo l'altro alle 17.30. Uno sostiene che erano parcheggiati nel parcheggio sotterraneo del palazzo - dove non c'è copertura per i cellulari - e l'altro che si trovavano in un altro parcheggio, dove invece i cellulari funzionano.
La scorta si è messa allora in contatto con la segretaria di Nisman, che ha chiesto loro di passare a prendere la madre del pm, Sara Garfunkel, per aprire la porta dell'appartamento. Dopo un'andata e ritorno alla casa della signora - che credeva avere il codice per la porta principale, ma era sbagliato - erano già le 21.45 quando hanno chiamato al fabbro che ha aperto la porta di servizio: sono entrati l'agente Niz, la madre di Nisman e un'amica che la accompagnava.
Solo allora, scoprendo la porta del bagno dell'appartamento semi aperta e bloccata dal corpo di Nisman dall'interno, i due hanno dato l'allarme.