Morto Igor Kostin, primo a immortalare Cernobyl

MOSCA - È morto a 78 anni in un incidente stradale vicino Kiev Igor Kostin: il primo fotografo che riuscì a immortalare il disastro di Cernobyl fornendo una prova inconfutabile di una tragedia di cui inizialmente le autorità sovietiche avevano cercato di nascondere la reale gravità. A dare notizia del decesso è stata la moglie Alla.
La foto che lo rese celebre in tutto il mondo Kostin la scattò a bordo di un elicottero, appena 14 ore dopo l'incidente che causò la peggior catastrofe nucleare della storia dell'umanità: vi è fissata per sempre l'immagine spettrale di quel che rimaneva del quarto reattore della centrale nucleare di Cernobyl dopo la tragica esplosione, cioè poco più di un ammasso di calcinacci.
Era il 26 aprile del 1986: il fotoreporter dell'agenzia sovietica Ria Novosti venne a sapere quasi subito quello che era successo da un amico pilota col quale aveva lavorato anche in passato per delle riprese aeree. E si recò così in elicottero sul luogo del disastro assieme ad altri due fotografi. Le forti radiazioni rovinarono tutte le foto che scattò sorvolando la centrale nucleare: tutte tranne una, quella che lo rese famoso e che divenne presto una immagine simbolo del dramma di Cernobyl.
Inizialmente la foto non ottenne però il permesso di essere pubblicata, e così il 29 aprile l'unica notizia del disastro consisteva in un breve articolo sulla Pravda senza neanche una immagine.
Kostin continuò però a occuparsi di Cernobyl, persino andando ogni giorno sul luogo della tragedia e dando prova nei suoi scatti del sacrificio dei "liquidatori": mandati allo sbaraglio a bonificare - per quanto possibile - l'area contaminata indossando degli scafandri che non offrivano loro una protezione adeguata dalle radiazioni.
Kostin è stato nella zona della centrale più di 50 volte, andando fino alla sommità del terzo reattore per fotografare da vicino il tristemente celebre quarto reattore. Ha poi contribuito a far conoscere al mondo gli effetti del disastro di Cernobyl fotografando persone che avevano subito sulla propria pelle le conseguenze delle radiazioni.
Per i suoi scatti dall'inferno di Cernobyl nel 1987 gli fu assegnato il prestigioso premio "World Press Photo".