Morto il reverendo Ian Paisley

Figura chiave nel processo di pace e nelle vicende in Irlanda del Nord, si è spento a 88 anni
Red. Online
12.09.2014 18:48

LONDRA - Ian Paisley, l'ex leader del partito democratico unionista nord irlandese e figura chiave nel processo di pace, è morto all'età di 88 anni. Ne ha dato notizia la moglie Eileen.

Nel corso di una carriera politica durata 40 anni è passato dai continui "no" e "mai" pronunciati davanti alla prospettiva di qualsiasi ipotesi di accordo con i cattolici, al ruolo di 'first minister' di una pacificata Irlanda del Nord, in coabitazione con Martin McGuinness, figura di spicco dello Sinn Fein e suo vice nell'Assemblea nordirlandese.

A marcare la sua profonda avversione per i cattolici, non solo il ruolo politico, ma anche quello religioso. Figlio di un ministro battista e di una madre predicatrice, Paisley pronunciò il suo primo sermone all'età di 16 anni. Ne aveva appena 25 quando fondò la Free Presbyterian Church. Il suo estremismo religioso nel 1988 lo portò a inscenare una clamorosa protesta contro la visita di Giovanni Paolo II al Parlamento europeo di Strasburgo, definendo il papa un "anti cristo".

Paisley, che aveva fondato il suo Dup nel 1971, ingaggiò una lunga battaglia politica anche sul fronte unionista e protestante, lottando aspramente con l'Ulster Unionist Party per la conquista del voto lealista. Nel 1979, candidato per la prima volta al Parlamento europeo, ottenne una valanga di voti. Si guadagnò una reputazione impeccabile per la sua capacità di lavoro e per il modo in cui difendeva gli interessi dei cittadini del suo collegio elettorale, a prescindere dalla loro fede politica e religiosa.

Proprio dal cattolico e repubblicano McGuinness, che dopo la militanza armata nell'Ira, il carcere e il successivo passaggio alla politica, è stato uno dei principali artefici del cosiddetto "Accordo del Venerdì Santo", firmato a Belfast il 10 aprile del 1998, sono giunte parole di profondo rammarico per la scomparsa di Paisley. "Per decenni siamo stati avversari politici e abbiamo avuto opinioni diverse su moltissime questioni ma su una cosa eravamo assolutamente uniti, sul principio che il nostro popolo era in grado di governare se stesso molto meglio di quanto avrebbe fatto qualsiasi governo britannico".

I due, nel breve periodo nel quale lavorarono insieme in veste di 'first minister' e vice 'first minister', tra il maggio del 2007 e il giugno del 2008 (Paisley lasciò anche la guida del suo partito, mentre McGuinness ricopre ancora l'incarico), divennero "amici", ricorda oggi McGuinness. Un'amicizia, che "nonostante le tante differenze è durata negli anni". Parole che non sono sorprendenti, dopo che lo stesso Paisley, l'oltranzista protestante duro e puro, aveva clamorosamente sorpreso i suoi sostenitori, decidendo di sedersi a un tavolo con il leader dello Sinn Feinn Gerry Adams per collaborare politicamente con i cattolici.

Oltre a quelle di McGuinness, sono tante oggi, in un Regno Unito che ha mantenuto l'Irlanda del Nord ma che il 18 settembre rischia di perdere la Scozia, le parole di rammarico per la morte di Paisley che giungono dal mondo della politica. Per il premier britannico David Cameron, "Ian Paisley è stato una delle figure più poderose e istantaneamente riconoscibili della politica britannica per quasi mezzo secolo" e "si è meritato la sua reputazione di parlamentare instancabile ed efficace". L'omaggio giunge anche dal 'first minister' scozzese Alex Salmond, che parla di Paisley come di una "figura di spicco", la cui scomparsa "verrà compianta in tutta l'Irlanda del Nord, così come in Scozia". L'ex premier laburista Tony Blair, con efficacia, sintetizza l'intera esistenza politica di Paisley. "Iniziò come militante e finì come pacificatore". La moglie di Paisley, Eileen, ha annunciato che i funerali si terranno in forma privata, ma sono già in corso i preparativi per una solenne commemorazione pubblica.

In questo articolo: