Mosca minaccia «la società senza contanti» di Svezia e Norvegia
In Svezia e Norvegia, ormai, si paga quasi esclusivamente con la carta. Talvolta, addirittura, è difficile trovare locali che accettino i contanti. Può capitare, infatti, che bar e ristoranti, ma anche negozi, rifiutino banconote e monete. È tutto parte di un piano per creare una cosiddetta «società senza contanti». Società che, apparentemente, sembra funzionare. Ma a cui ora, Mosca potrebbe mettere i bastoni fra le ruote.
I due Paesi scandinavi, infatti, rivela il Guardian, stanno facendo «marcia indietro». Tutta colpa della Russia, verrebbe da dire. Svezia e Norvegia, infatti, temono che i sistemi di pagamento totalmente digitali potrebbero rendere le due nazioni «vulnerabili alle minacce alla sicurezza russe. Dall'altro lato, poi, ci sono anche le preoccupazioni di coloro che non sono in grado di utilizzare questi sistemi. Una combinazione che, a lungo andare, potrebbe portare Oslo e Stoccolma a rivalutare la strategia.
Fino ad ora, i due Paesi nordici si sono trovati su una «corsia preferenziale» verso un futuro senza contanti, rispetto a molte altre Nazioni europee. Complici una buona copertura internet ad alta velocità, gli alti tassi di alfabetizzazione digitale, e la rapida crescita di industrie fintech, Svezia e Norvegia sembrano, giorno dopo giorno, sempre più vicine all'obiettivo. Obiettivo che, tuttavia, ora potrebbe modificarsi.
Nel 2018, l'ex vicegovernatore della banca centrale svedese aveva previsto che in Svezia i contanti sarebbero spariti entro il 2025. Un risultato che, tutto sommato, è stato quasi raggiunto. O meglio, stava per essere raggiunto. Nel Paese, dal 2012, è infatti presente Swish, un sistema di pagamento mobile lanciato da sei banche, che consente alle persone di pagare ovunque. Dai bar ai negozi, fino alla bancarelle dei mercatini. L'equivalente norvegese è invece Vipps, un sistema di pagamento molto popolare che si è fuso con il danese MobilePay due anni fa.
Tutto, però, è cambiato proprio nel 2022. Anno in cui la Russia ha invaso l'Ucraina. Da quel momento, il governo svedese, per primo, ha completamente rivisto la sua strategia di difesa e preparazione. Aderendo, tra l'altro, alla NATO, avviando una nuova forza di servizio nazionale e riattivando la sua agenzia di difesa psicologica per combattere la disinformazione della Russia e non solo. Sulla stessa scia, la Norvegia ha rafforzato i controlli al confine con la Russia. I timori, però, peggiorano di giorno in giorno, complice l'arrivo di quella che viene definita «una guerra ibrida» e i numerosi attacchi informatici attribuiti a gruppi filo-russi.
Ed ecco, dunque, che tra le misure di sicurezza sono arrivate anche quelle relative ai pagamenti. Nelle case svedesi, il prossimo mese verrà recapitato un opuscolo intitolato «Se arriva una crisi o una guerra». Un dépliant con il quale il ministero della Difesa consiglierà ai cittadini di usare regolarmente il contante e di tenerne da parte ogni settimana (in vari tagli di banconote). Non solo. A tal proposito, il governo svedese sta valutando anche una legislazione per proteggere la possibilità di pagare in contanti per alcuni beni. Sebbene nel Paese il denaro contante abbia corso legale, negozi e ristoranti, come detto, possono effettivamente non avere contanti nelle casse. Una condizione che potrà continuare a esistere, purché vengano esposti appositi avvisi che indichino la presenza di restrizioni sui metodi di pagamento.
Quanto alla Norvegia, qui i clienti hanno sempre avuto il diritto di pagare in contanti. Diritto che, tuttavia, negli ultimi anni non è stato applicato e che ha portato un numero sempre più alto di rivenditori a passare al cashless. Escludendo, in questo modo, circa 600.000 persone che non hanno accesso ai servizi digitali. Tuttavia, nel corso dell'estate, il governo ha introdotto una legge che prevede che i rivenditori possano essere multati o sanzionati qualora non accettassero pagamenti in contanti a partire dal 1. ottobre. Anche in questo caso, il Ministero della Giustizia e della Pubblica sicurezza ha raccomandato ai cittadini di «tenere a portata di mano un po' di contanti» a causa della «vulnerabilità delle soluzioni di pagamento digitali agli attacchi informatici», specialmente di gruppi filo-russi. Al tempo stesso, il governo si è «preparato seriamente», alla luce della «crescente instabilità globale dovuta a guerre, minacce digitali e cambiamenti climatici», a rafforzare il diritto di pagare in contanti.
Come sottolineato dal ministro della Giustizia e delle Emergenze norvegese Emilie Enger Mehl, se nessuno paga in contanti e nessuno lo accetta, il contante «non sarà più una vera soluzione di emergenza quando la crisi sarà alle porte». Eventuali interruzioni di corrente prolungate, guasti ai sistemi o attacchi digitali ai sistemi di pagamento e alle banche, potrebbero infatti lasciare il contante «come unica alternativa facilmente disponibile». E nei Paesi senza contanti, questo potrebbe essere un grosso problema.