Mose: arrestato Marco Milanese

ROMA / VENEZIA - Marco Milanese, in passato consulente dell'ex ministro Tremonti e già coinvolto in altre vicende giudiziarie, è stato arrestato per corruzione dalla Guardia di Finanza nell'inchiesta Mose. Milanese - secondo fonti della Procura di Venezia - è stato arrestato su provvedimento del Giudice per le indagini preliminari (Gip) Alberto Scaramuzza. L'arresto fa riferimento all'ordinanza che lo stesso Gip aveva emesso il 4 luglio scorso e che aveva portato, tra carcere e domiciliari, all'arresto di 35 persone per vari reati legati alla realizzazione del Mose, le barriere per difendere Venezia dalle acque alte eccezionali. L'inchiesta sull'ex deputato del Pdl Marco Milanese, sull'amministratore delegato di Palladio Finanziaria Roberto Meneguzzo e sull'ex generale della Guardia di finanza Emilio Spaziante, prenderà avvio la prossima settimana, come si è riferito in serata negli ambienti della Magistratura.
L'urgenza, sancita dal Gip di Venezia Alberto Scaramuzza, che ha portato all'arresto per corruzione nella vicenda Mose di Marco Milanese, è dettata dalla possibile reiterazione del reato.Nessun pericolo di fuga o occultamento delle prove - si è appreso da fonti accreditate - hanno inciso sul provvedimento, ma il solo fatto che Milanese avrebbe potuto "reiterare il reato ai danni della pubblica amministrazione". Di fatto, nonostante Milanese non sia più in enti o istituzioni pubbliche - secondo magistrati e investigatori - avrebbe tessuto negli anni una rete di contatti interpersonali ad alto livello che lo avrebbero potuto spingere a ricevere o chiedere nuove dazioni in cambio di favori nella realizzazione di opere pubbliche.
Il Giudice per le indagini preliminari di Venezia Alberto Scaramuzza ha anche emesso, a carico dell'indagato, un decreto di sequestro preventivo per 500.000 euro, ovvero il corrispettivo della presunta dazione ricevuta dagli ex vertici del Consorzio Venezia Nuova (Cvn). Il denaro - secondo gli inquirenti - sarebbe stato consegnato a Milanese, consigliere politico dell'allora ministro all'Economia Giulio Tremonti, tra l'aprile e il giugno del 2010, al fine di accedere ai finanziamenti del Cipe (Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica) per realizzare parte del Mose. Secondo l'accusa, il Cvn avrebbe pagato Milanese attraverso Roberto Meneguzzo, patron della vicentina Palladio finanziaria. La dazione sarebbe avvenuta a Milano e per questo gli atti relativi a Meneguzzo sono stati trasferiti dal Tribunale del Riesame di Venezia in Lombardia per competenza territoriale.