Ticino

Musulmano radicale? Non per forza un fuorilegge

È questa grosso modo la risposta del Consiglio di Stato all’interrogazione sul possibile collegamento tra la comunità islamica in Ticino e i Fratelli Musulmani presentata dall’UDC
Foto Archivio CdT
Red. Online
27.06.2019 18:37

BELLINZONA - «I Fratelli Musulmani rappresentano una delle più importanti organizzazioni islamiste e che il loro approccio politico all’islam spesso risulta molto radicale» ma queste considerazioni «non sono sufficienti per ritenerli fuorilegge». Non lascia spazio a dubbi la risposta del Consiglio di Stato all’interrogazione dei deputati Tiziano Galeazzi (primo firmatario), Piero Marchesi, Roberta Soldati, Daniele Pinoja, Edo Pellegrini (UDC), Lelia Guscio e Massimiliano Robbiani (Lega). Il caso al quale facevano riferimento i granconsiglieri era quello dei finanziamenti provenienti dal Qatar o da altri Paesi alla comunità islamica in Ticino, e a un ipotetico collegamento proprio con i Fratelli Musulmani, una delle più importanti organizzazioni islamiste internazionali con un approccio di tipo politico all’Islam.

«Non è lecito - prosegue il Governo - catalogare (per non dire schedare!) le persone riferendosi a elementi discriminatori quali il credo religioso e le opinioni politiche. Non è quindi lecito né tantomeno opportuno che il Consiglio di Stato raccolga informazioni al fine di associare taluni soggetti/organizzazioni ai Fratelli Musulmani», aggiunge rispondendo al quesito dei deputati sul coinvolgimento dei fondatori della Comunità islamica ticinese alla gestione del movimento internazionale. Questo, in particolare, «non è considerato quale un movimento terroristico illegale. La lista delle organizzazioni e dei gruppi da osservare (...) non menziona infatti attualmente i Fratelli Mussulmani tra quelle entità che possono essere oggetto di osservazione da parte del Servizio delle attività informative della Confederazione», a cui spetta la competenza sul tema.

Sulla possibile espansione in Ticino della Qatar Charity (l’organizzazione di beneficenza che oggi collabora anche con la Croce Rossa ma che in passato era finita sotto la lente dei servizi d’intelligence di mezzo mondo, sospettata di aver fornito sostegno finanziario ad al-Qaeda), l’Esecutivo cantonale aggiunge: «In generale, il proselitismo religioso, purché non sfoci in azioni di propaganda e incitazione alla violenza, come pure al sostegno di gruppi considerati illegali come lo Sato Islamico, Al-Quaïda o altre organizzazioni associate, è un diritto costituzionale. In Svizzera un musulmano radicale non è considerato illecito». Vi è certamente, però, un occhio di riguardo alla prevenzione. A questo scopo il Cantone, fa sapere Bellinzona, ha deciso di dotarsi di un dispositivo per prevenire la radicalizzazione e l’estremismo violento allo scopo di promuovere misure di sensibilizzazione. Tra le misure, la messa in esercizio del portale www.stopradicalizzazione.ch. La sicurezza pubblica resta comunque di competenza della polizia cantonale che mantiene «stretti contatti» con le autorità federali, puntualizza il Governo.