«Natale resta sempre Natale», e i negozi in Ticino possono respirare

Non per tutti i commercianti è stato un mese coi fiocchi. Eppure, come dice la presidente di Federcommercio Lorenza Sommaruga, «Natale è Natale, vince sempre su tutto». E anche stavolta gli acquisti per le festività hanno salvato le vendite, permettendo alla maggior parte delle realtà di concludere l’anno senza l’amaro in bocca. «Per alcuni, va detto, la partenza è stata faticosa e sottotono», prosegue Sommaruga. «Ma, alla fine, i regali vengono sempre fatti, e possiamo dirci abbastanza contenti, anche a fronte di numeri un po’ inferiori rispetto allo scorso anno».
A pesare, spiega la presidente, è un insieme di fattori: il franco forte, il minore potere d’acquisto della clientela e la concorrenza con l’online. «Tutto pesa e contribuisce a creare difficoltà ai consumatori, e di riflesso anche ai commercianti. La mia impressione, inoltre, è che siamo di fronte a un cambiamento strutturale. Le persone non aspettano più il periodo natalizio - o quello dei saldi - per fare gli acquisti, che anzi vengono distribuiti lungo tutto l’anno. Di conseguenza, anche noi commercianti dovremmo abbassare le aspettative che nutriamo nei confronti di questi periodi specifici. Oggi è tutto in mutamento e dobbiamo adeguarci, ben consapevoli che l’importante, alla fine, è riuscire a stare a galla, salvaguardando le nostre realtà cittadine e i posti di lavoro».
Anche la concorrenza con l’e-commerce, per Sommaruga, deve essere uno sprone: «Per competere dobbiamo riuscire a rimanere al passo. Saperci reinventare costantemente, cercando di proporre mode e brand nuovi, che non si trovano online. Merce genuina, bella e di qualità». Al centro di tutto, però, rimane la fidelizzazione della clientela. «Ancora oggi, la bellezza del passeggiare in centro e del ritrovarsi, dello scambiare due chiacchiere mentre si fanno acquisti, rimane impareggiabile. Non solo per le vecchie generazioni, ma pure per i giovani. In più, possiamo contare sui tanti eventi proposti dalle città, che permettono di animare le vie del centro». Anche sabato, in effetti, erano tante le persone in giro per il centro di Lugano, complice anche la bella giornata di sole e l’inizio dei saldi. «Il bel tempo delle ultime settimane ha favorito persino l’arrivo dei turisti, con un riverbero positivo sui commerci. Sabato, anche grazie al via degli sconti in molti negozi, la città era ben frequentata, e chi era aperto ha lavorato bene. Questo ci lascia ben sperare».
Il periodo natalizio, le fa eco Enzo Lucibello, presidente della grande distribuzione (DISTI), «è stato tutto sommato positivo, specialmente per i centri commerciali». Non mancano, tuttavia, le differenze tra i vari settori: «L’elettronica si vende sempre molto bene, mentre per l’abbigliamento il bilancio è in chiaro-scuro. Dopo alcuni mesi difficili, credo che la maggioranza delle realtà abbia comunque chiuso l’anno in pareggio». Tuttavia, malgrado i risultati «non proprio brillanti», c’è di che festeggiare: «Considerato il momento storico in cui viviamo, contraddistinto da incertezza e continui aumenti di spesa che toccano direttamente il portafoglio della popolazione, non potevamo aspettarci di più. Anzi, probabilmente anche grazie alle campagne di sensibilizzazione che abbiamo portato avanti, c’è stata una maggiore propensione al consumo interno, privilegiando quindi le nostre realtà».
Pienone al FoxTown e a Grancia
Nel fine settimana, il pienone è stato registrato anche al FoxTown di Mendrisio, dove le vendite natalizie prima e gli sconti poi hanno regalato alla Città della volpe un mese da incorniciare. «Dai primi dati raccolti - spiega Giorgia Tarchini - le vendite sono andate bene e, anche i numeri del periodo post-natalizio sono molto positivi. Noi abbiamo riaperto il 27 dicembre, con il primo giorno di saldi, e i numeri sembrano molto positivi: l’affluenza, sabato, è stata altissima e anche oggi (ieri, ndr), c’è un ottimo movimento». In generale, prosegue, «tutto il mese di dicembre è stato soddisfacente, con risultati in linea con l’anno precedente».
Soddisfatto è anche Daniele Radaelli, amministratore del Parco commerciale Grancia. «La frequenza è stata buona, tanto da far registrare un +5% rispetto all’anno scorso, che già era andato bene. Per tirare le somme è ancora presto, ma sono fiducioso che anche il giro di affari sia stato positivo». Quando si parla di negozi, dice Radaelli, è però fondamentale distinguere tra le categorie food e non-food. «In Ticino, il comparto alimentare è quello che soffre maggiormente il confronto con l’Italia. Al contrario, gli articoli per la casa, ma anche quelli sportivi si mantengono concorrenziali, visto che si tratta di prodotti che nella Penisola hanno un’IVA più alta».
Due momenti diversi
Secondo Radaelli, inoltre, i centri commerciali vivono un momento ben diverso - più positivo - rispetto a quello dei negozi nei centri cittadini. «E questo per almeno tre ragioni. Il primo: è una questione di spazio e, di riflesso di scelta. I negozi nei centri commerciali possono vantare una superficie maggiore, che consente di ospitare un maggior numero di articoli. Al contrario, nei centri cittadini si tratta spesso di piccole boutique con una scelta di prodotti limitata. Non a caso, capita purtroppo che la clientela si rechi in centro città approfittando della consulenza delle commesse dei negozi per poi acquistare altrove, o su internet». La seconda ragione, dice, è legata invece ai costi: «I centri commerciali normalmente sorgono nelle periferie, dove gli affitti sono inferiori a quelli del centro, e ciò consente già di abbattere i costi, permettendo di conseguenza al negoziante di tenere i prezzi più concorrenziali». Infine, c’è la comodità: «Il centro commerciale dispone di parcheggi gratuiti e permette al cliente di trovare praticamente tutto in un unico posto. Non è un caso, forse, che negli ultimi tempi sempre più negozi si sono fatti avanti per venire da noi, lasciando la città per insediarsi nel centro commerciale».
Il grande «nemico», anche per i grandi centri, resta però il commercio online. Per trattenere la clientela, secondo l’amministratore del Parco commerciale Grancia, occorre avere inventiva. «Negli ultimi anni, ci siamo mossi per offrire sempre più eventi: dal Babbo Natale alla renna Rudolph. Iniziative che permettono di richiamare una maggiore clientela. Ecco, noi vogliamo anche essere un punto di ritrovo per le famiglie ticinesi, oltre che un’occasione per fare compere, cercando di rappresentare un’alternativa al più asettico commercio online. Questa, a nostro avviso, è la carta vincente, e i dati sembrano indicare che siamo sulla strada giusta».
