L'inchiesta

Naufragio in Grecia: arrestate nove persone, potrebbero essere i trafficanti d’uomini

Otto dei fermati sarebbero egiziani – La nave salpata da Tobruk, in Libia, alla volta delle coste italiane era in realtà partita in precedenza da un porto dell’Egitto
© EPA/BOUGIOTIS EVANGELOS
Dario Campione
15.06.2023 21:00

Le autorità di polizia del Peloponneso, coordinate dal capo dell’ufficio del procuratore di Kalamata, Polyxeni Tsouli, hanno arrestato questa sera nove persone nell’ambito dell’inchiesta aperta dopo il tragico naufragio del peschereccio avvenuto al largo di Pylos nella notte tra martedì e mercoledì scorso. Secondo le prime informazioni, diffuse dal canale Tv privato SKAI, otto dei nove fermati sarebbero egiziani. Prima di approdare a Tobruk, in Libia, da dove poi avrebbe proseguito alla volta delle coste italiane, il peschereccio sarebbe infatti partito dal Cairo.

Le autorità stanno invece tuttora cercando di individuare il «comandante» della nave, l’uomo cioè che ha tenuto i contatti via telefono con la Guardia costiera prima che la nave si ribaltasse. Secondo le testimonianze, il comandante aveva abbandonato il peschereccio prima del naufragio, allontanandosi su una piccola imbarcazione assieme ad altre due persone.

Intanto oggi è giunto a Kalamata Hans Leijtens, direttore esecutivo di Frontex, l’Agenzia europea cui è affidato il funzionamento del sistema di controllo e gestione delle frontiere esterne dello Spazio Schengen e dell’Unione Europea.  Dopo essere stato informato dagli inquirenti sullo stato di avanzamento delle indagini, Leijtens ha detto alla stampa greca di voler «capire meglio che cosa è accaduto e qual è stato il ruolo di Frontex. Sono qui anche per esprimere la mia solidarietà e il mio aiuto ai colleghi greci che hanno fatto tutto il possibile per salvare vite umane», ha aggiunto, parlando di un «evento orribile».

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