Locarnese

Nel 2015 il Comune di Losone pagò 1.670 franchi di riscatto agli hacker

Il Municipio prende posizione in merito all’interrogazione dei consiglieri comunali Michele Grünenfelder e Gian Franco Scardamaglia – «Nessun furto di dati, il recupero dei file avrebbe causato oneri amministrativi, il cui costo sarebbe stato superiore»
© CdT/CHIARA ZOCCHETTI
Red. Online
15.11.2023 16:33

Nel 2015 il Comune di Losone ha subito un attacco informatico. Una vicenda emersa negli scorsi giorni da un'interrogazione dei consiglieri comunali Michele Grünenfelder e Gian Franco Scardamaglia (Lega dei ticinesi) secondo i quali per accedere nuovamente ai dati pare che il Municipio avesse autorizzato il pagamento di un riscatto e il blocco dei sistemi informatici dell’amministrazione comunale sarebbe poi stato ufficialmente contabilizzato quale «diverse prestazioni x virus». Il Municipio ha deciso di prendere posizione sulla vicenda, precisando che «l'attacco informatico è stato prontamente arginato. Non c'è stato nessun furto di dati».

Si trattava di «documenti di lavoro»

Sono passati ormai 8 anni da quando il Comune di Losone è stato vittima di un Cryptolocker, un particolare tipo di malware che aveva reso temporaneamente irraggiungibili alcuni documenti conservati sui server. «I dati del Comune e della sua popolazione sono sempre stati al sicuro», precisa il sindaco Ivan Catarin. «I server non avevano subito danni e l’amministrazione comunale ha, comunque, potuto garantire i suoi principali servizi».

I Cryptolocker si limitavano a criptare alcune tipologie di file, rendendoli momentaneamente inutilizzabili, finché non si pagava un riscatto. A Losone erano stati resi irraggiungibili solo dei documenti di lavoro, mentre i database del Comune sono sempre stati al sicuro e la maggior parte delle attività dell’amministrazione non hanno subito ritardi, fa sapere ancora l'Esecutivo cittadino. Il sistema informatico comunale era già organizzato in maniera da circoscrivere potenziali incidenti.

Un riscatto è effettivamente stato pagato

Non appena è stata individuata la minaccia, come da procedura il Comune ha immediatamente informato la Polizia cantonale. «I Cryptolocker sono malware facilmente rimovibili», precisa Catarin. «Tuttavia, non appena si eliminano, i dati vengono danneggiati irrimediabilmente. Dopo un’attenta discussione, considerata la modesta somma richiesta e dopo aver consultato gli specialisti e le forze dell’ordine, è stato valutato che pagare era la soluzione più ragionevole».

Il Comune ha pagato 1.670 franchi. «Anche se i documenti criptati non contenevano dati sensibili, il recupero manuale di tutta la documentazione avrebbe causato oneri amministrativi, il cui costo sarebbe stato superiore».

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