Migranti

«Nel solo mese di giugno scomparse nel Mediterraneo quasi 1.900 persone»

Le morti in mare conteggiate da Frontex rappresentano uno dei bilanci peggiori degli ultimi anni, su cui pesa la tragedia del peschereccio naufragato a 47 miglia dalle coste greche
© KEYSTONE (EPA/Ramon de la Rocha)
Red. Online
14.07.2023 23:20

Il Mediterraneo centrale rimane la principale rotta migratoria verso l'Europa e rappresenta quasi la metà di tutti i rilevamenti alle frontiere nel periodo gennaio-giugno. È quanto emerge dall'ultimo bollettino di Frontex, l'Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera. Il numero di rilevamenti è salito a quasi 65.600, il numero più alto su questa rotta per questo periodo dal 2017 e quasi il 140% in più rispetto a un anno fa.

Per Frontex «l'aumento della pressione migratoria sulla rotta del Mediterraneo centrale potrebbe persistere nei prossimi mesi con i contrabbandieri che offrono prezzi più bassi per i migranti in partenza dalla Libia e dalla Tunisia in mezzo a una feroce concorrenza tra i gruppi criminali». «Dopo una diminuzione a maggio causata da lunghi periodi di cattive condizioni meteorologiche, i contrabbandieri hanno intensificato le loro attività, determinando un aumento dell’85% degli arrivi nel Mediterraneo centrale a giugno – si legge ancora nella nota – Purtroppo, le traversate marittime rimangono estremamente pericolose. Secondo i dati dell’Organizzazione internazionale per le migrazioni (OIM), nel solo mese di giugno sono scomparse nel Mediterraneo quasi 1.900 persone, la maggior parte lungo la rotta del Mediterraneo centrale. Nel periodo gennaio-giugno, la rotta dei Balcani occidentali, la seconda rotta più attiva con quasi 40.000 rilevamenti, ha registrato un calo del 29%, in gran parte dovuto alle politiche in materia di visti più rigorose».

I 1.900 migranti «scomparsi» (e dunque da considerarsi morti) conteggiati da Frontex rappresentano uno dei bilanci peggiori degli ultimi anni, su cui pesa la tragedia del peschereccio naufragato a 47 miglia dalle coste greche.

Nei primi sei mesi di quest’anno, il numero di rilevamenti di attraversamenti irregolari alle frontiere esterne dell’UE ha raggiunto 132.370, il totale più alto per la prima metà dell’anno dal 2016 e il 10% in più rispetto a un anno fa.

© Frontex
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Secondo l'UNICEF, ​​almeno 289 bambini sono morti o scomparsi quest'anno cercando di attraversare la pericolosa rotta migratoria del Mediterraneo centrale dal Nord Africa all'Europa. Vale a dire circa 11 bambini che ogni settimana muoiono o spariscono. Dal 2018, il Fondo delle Nazioni Unite per l'infanzia ​​stima che circa 1.500 bambini siano morti o dispersi mentre cercavano di attraversare il Mediterraneo. Questo numero corrisponde a 1 su 5 delle 8.274 persone morte o disperse lungo la rotta, secondo i dati del Progetto Migranti Scomparsi dell'OIM. 

E c'è di più. I numeri riportati all'interno del rapporto dell'UNICEF ​​potrebbero essere sottostimati. Molti naufragi durante la traversata del Mediterraneo centrale non lasciano sopravvissuti o non vengono registrati, rendendo praticamente impossibile verificare il dato reale di bambini morti, probabilmente molto più alto.

«Nel tentativo di trovare sicurezza, ricongiungersi con la famiglia e cercare un futuro più speranzoso, troppi bambini si imbarcano sulle coste del Mediterraneo, perdendo poi la vita o risultando dispersi durante il viaggio», ha dichiarato il direttore generale dell'UNICEF ​​Catherine Russell. «Questo è un chiaro segnale che bisogna fare di più per creare percorsi sicuri e legali per l'accesso dei bambini al diritto d'asilo, rafforzando al contempo le azioni per salvare vite in mare. In definitiva, bisogna fare molto di più per affrontare le cause alla radice che portano in primo luogo i bambini a rischiare la vita».

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