Progetti

Nella Buzza di Biasca torneranno fauna e flora

Approvato dal Consiglio di Stato il Piano di utilizzazione cantonale della discarica nel distretto di Riviera – Potrà contenere scarti edili nel sottosuolo mentre in superficie è prevista un'ampia valorizzazione naturale dell'area – Richiesta anche una modifica della legge per permettere la gestione in proprio: «I benefici sarebbero molti»
© Amministrazione cantonale
Davide Rotondo
Davide Rotondo
04.04.2023 06:00

Valorizzare e dare una veste nuova e definitiva all’intero comparto della Buzza di Biasca. Ma anche una nuova funzione. Sono queste le intenzioni del Consiglio di Stato, che ha approvato il Piano di utilizzazione cantonale (PUC) della discarica situata nel distretto di Riviera e il relativo messaggio per la richiesta di credito per la sua realizzazione. Ma non è tutto, perché il Governo ha inoltre approvato una modifica legislativa e i crediti necessari per la gestione in proprio della discarica. Ma andiamo con ordine.

Secondo il Consiglio di Stato «la pianificazione delle discariche è l’occasione per promuovere, laddove possibile, la valorizzazione di zone già utilizzate e in parte degradate da precedenti attività antropiche», ovvero quelle condotte dall’uomo. Attualmente infatti la Buzza, di proprietà del Patriziato locale, è utilizzata da una ditta privata per la produzione di materiali inerti primari per l’edilizia. Attività che verrà sostituita appunto da un’area verde.

Un ponte per gli animali 

Nel sottosuolo della Buzza di Biasca verrà dunque realizzata una discarica di tipo B, ovvero per buona parte dei materiali edili e di demolizione inerti che non contengono inquinanti particolari; di dimensioni medio-grandi in grado di contenere circa 1.400.000 metri cubi di materiale. In superficie invece, il comparto accoglierà un’area verde dov’è prevista la riconsegna di circa 135.000 metri quadrati di zona agricola, di cui quasi 75.000 di zona agricola SAC (ovvero di superfici per l’avvicendamento delle colture). Il progetto prevede inoltre la risoluzione dei conflitti con la fauna selvatica attraverso la creazione di un ponte «verde» e un sottopasso faunistici, il completamento di un percorso ciclopedonale ad anello e il miglioramento della sicurezza dell’incrocio per Loderio attraverso la realizzazione di una nuova rotonda e la sistemazione delle fermate del bus. Considerando tutti i diversi interventi, l’articolato preventivo di massima indica che i costi di realizzazione potrebbero superare i 13 milioni, tuttavia il deposito potrebbe rappresentare anche una fonte di entrate per il Cantone. Sebbene la gestione nel tempo comporti degli oneri, depositare i materiali di scarto edile avrà infatti un costo per il privato che li porta in discarica.

L’esperienza di Stabio 

Nel messaggio che verrà sottoposto al Gran Consiglio, il Governo propone inoltre una modifica della norma di applicazione della legge federale sulla protezione dell’ambiente (LALPAmb), allo scopo di permettere al Cantone di gestire in proprio le discariche. «Questo, oltre a migliorare per quanto possibile l’accettazione da parte dei Comuni e della popolazione - sostiene il CdS -, permetterà di destinare gli eventuali proventi al finanziamento di misure nell’ambito della prevenzione e smaltimento dei rifiuti, della promozione di riqualifiche territoriali e del risanamento dei siti contaminati».

La proposta è maturata alla luce dell’esperienza del progetto pilota in corso alla discarica da 850.000 metri cubi di Stabio, valutata in modo positivo dopo due anni di osservazione. Attualmente, se la discarica non viene gestita dal Cantone, lo può fare un privato. «Se la modifica alla legge venisse accettata, eviteremmo tutta una seria di problemi riscontrati in passato - spiega Mauro Togni a capo dell’Ufficio dei rifiuti e dei siti inquinati -. Il Cantone è garanzia di un’esecuzione fatta bene senza compromessi. Ad esempio, se non è sufficiente la pulizia delle strade, noi passiamo una seconda volta. Cosa che invece una ditta potrebbe decidere di non fare per risparmiare».