Ticino

Neonati notificati a metà: 200 multe all'anno in Ticino

Ai genitori stranieri non basta registrare i loro piccoli all’Ufficio cantonale dello Stato civile - Devono annunciarli anche alla Migrazione - Ma la comunicazione è lacunosa
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Giuliano Gasperi
19.11.2022 06:00

Informazione di servizio: se siete dei neogenitori stranieri, ricordatevi di notificare al più presto la nascita del vostro piccolo o della vostra piccola, o di entrambi, anche all’Ufficio cantonale della migrazione. Pena: una multa di un centinaio di franchi, che preferireste investire in pannolini, biberon e giocattoli. Una raccomandazione ovvia? Mica tanto, a giudicare dalle statistiche che ci ha fornito il Dipartimento delle Istituzioni. In Ticino quest’anno, fino al 20 settembre scorso, la mancata registrazione di un neonato entro i termini previsti dalle norme è costata una sanzione a 196 famiglie (180 originarie di paesi dell’UE, 16 dei cosiddetti stati terzi) mentre in tutto il 2021 hanno dovuto mettere mano al portafoglio 218 genitori (215 europei, 3 dal resto del mondo).

La legge è legge e ignorarla non è ammesso, vien da dire, ma sarebbe un modo troppo sbrigativo e superficiale di archiviare la questione. Innanzitutto, non è corretto parlare di mancata notifica della nascita al Cantone. Non per tutti i casi, almeno. Tra le persone multate ci sono infatti genitori che hanno annunciato regolarmente la venuta al mondo del loro bambino all’Ufficio cantonale dello Stato civile, che per la cronaca ha la sua sede principale nello stesso palazzo che ospita l’Ufficio cantonale della migrazione, in via Lugano 4 a Bellinzona. Cambia solo il piano. La necessità di registrarsi allo Stato civile, tuttavia, sembra essere oggetto di una maggiore informazione rispetto all’obbligo di contattare la Migrazione. All’Ospedale Civico, ad esempio, mamme e papà ricevono un opuscolo con la lista di documenti da inviare allo Stato civile, appunto, con i relativi indirizzi. Di altri uffici cantonali non si parla, eppure dal momento del parto inizia un conto alla rovescia. A livello federale, il termine per annunciare i propri figli alla Migrazione è di due settimane, mentre in Ticino, da quattro anni a questa parte, i genitori hanno trenta giorni. L’ufficio ticinese ha voluto essere più flessibile per consentire alle famiglie di ottenere la documentazione necessaria dalle autorità del paese d’origine: cosa che a volte non è per niente scontata.

Il problema principale, tuttavia, pare essere un altro: in quanti sanno che occorre effettuare una doppia notifica? Immaginiamo che diverse famiglie pensino di essere «a posto» dopo la registrazione allo Stato civile, in quanto percepiscono il Cantone come un’entità unitaria. Ma in questo caso non è così. L’autorità pubblica è la stessa, l’edificio anche, ma gli uffici sono diversi e, su questo aspetto, non si «parlano».

«Tutti gli stranieri lo sanno»

Le regole sono chiare, ma non tutti ne sono a conoscenza. Il punto è capire se lo Stato può e vuole comunicarle meglio. Da noi contattata, la responsabile della Sezione della Popolazione Silvia Gada ricorda innanzitutto che «l’obbligo di annunciare la nascita di un figlio è previsto sia nella Legge federale sugli stranieri e la loro integrazione, sia a livello di Ordinanze federale». Ciò che l’Ufficio della migrazione ha fatto per venire incontro alle famiglie, come detto, è stato allungare a trenta giorni il termine per la notifica. «Inoltre, considerati i tempi di attesa per ottenere alcuni documenti provenienti dall’estero, per l’ufficio è sufficiente che la famiglia annunci la nascita del figlio inoltrando una semplice e-mail, senza dover trasmettere subito il formulario per la domanda di un permesso con la documentazione completa». Ricordare le norme in vigore attraverso gli ospedali o altre strutture sanitarie, invece, secondo l’autorità cantonale, sarebbe problematico per diversi motivi: «Innanzitutto non è sancito alcun obbligo legale in tal senso – spiega sempre Gada – e quindi queste strutture possono decidere liberamente quali informazioni fornire agli interessati. Inoltre non è probabile, e nemmeno possibile, che al momento del parto un ospedale si interessi di quale tipo di permesso una persona è titolare». Secondo la nostra interlocutrice, comunque, «tutti gli stranieri sanno che devono notificare ogni cambiamento all’Ufficio della migrazione». E chi non lo fa – aggiunge Gada – non viene punito in ogni caso. «Esaminando le osservazioni sul ritardo nella presentazione della domanda per il permesso per il nascituro, il nostro ufficio applica una certa tolleranza: se le spiegazioni sono comprovate da documenti, come una dichiarazione dell’ospedale o un certificato medico, l’importo della multa può essere ridotto o anche abbandonato».