Nestlé Waters pagherà una multa di 2 milioni di euro

Nestlé Waters pagherà una multa di 2 milioni di euro (1,87 milioni di franchi) dopo aver concluso un accordo giudiziario di interesse pubblico (CJIP) con la Procura di Epinal, nell'est della Francia, a seguito di due inchieste preliminari. Una riguarda trivellazioni illegali e l'altra è per frode, ha comunicato oggi il procuratore di Epinal.
Nestlé Waters, che dovrà pagare la multa entro tre mesi, si è anche impegnata a «riparare l'impatto ecologico attuando un ambizioso piano di rinaturalizzazione e ripristino della continuità ecologica», ha precisato il procuratore Frédéric Nahon citato nella nota.
La filiale di Nestlé che raggruppa le attività della multinazionale nel settore delle acque minerali verserà inoltre un risarcimento di 516'800 euro (477'200 franchi) a diverse associazioni ambientaliste.
Secondo la Procura di Epinal, si tratta della «più grande CJIP (dal francese »Convention judiciaire d'intérêt public«, ndr) in materia ambientale firmata finora in Francia». L'accordo è stato raggiunto a seguito di due inchieste preliminari.
Autorizzazioni inadeguate e trattamenti non autorizzati
La prima riguardava l'inadeguatezza delle autorizzazioni amministrative richieste dalla normativa per consentire il funzionamento di nove dei 130 bacini idrici utilizzati per commercializzare l'acqua minerale prodotta da Nestlé Waters. La seconda indagine riguardava l'utilizzo da parte della multinazionale di trattamenti non autorizzati dalla normativa sulle acque minerali, nella fattispecie il trattamento a raggi ultravioletti e i filtri a carbone attivo.
La procura di Epinal - capoluogo del dipartimento dei Vosgi nel Grand Est francese - rileva che Nestlé Waters ha posto fine alle irregolarità riscontrate e ha interrotto i trattamenti dell'acqua non autorizzati, e ha «collaborato pienamente» con le autorità giudiziarie e amministrative, aggiungendo che non ci sono state conseguenze per la salute pubblica.
«Alla luce di questi fattori e del fatto che i due procedimenti sono collegati», il procuratore di Epinal ha spiegato di aver proposto la conclusione di un provvedimento CJIP che «pur sanzionando le inadempienze riscontrate, dia priorità alla regolarizzazione della situazione nel più breve tempo possibile, alla riparazione dell'impatto ecologico e al risarcimento delle parti».