Il personaggio

Neymar, l’ultima possibilità?

Il numero dieci del Brasile non ha ancora portato la sua Nazionale sul tetto del mondo e questo potrebbe essere l'ultimo Mondiale della sua carriera – Sarà la volta buona per la sua consacrazione?
© AP
Irene Solari
24.11.2022 18:00

Neymar, ex asso del Barcellona, ora in forza al Paris St-Germain, è il simbolo della nazionale brasiliana, all'esordio questa sera in Qatar. L'attaccante, una delle punte di diamante del calcio verdeoro, ha però all'attivo due esperienze mondiali non proprio soddisfacenti. E senza vittorie. Il destino in nazionale, finora, non ha sorriso al fantasista. Sarà a Doha che il numero dieci si riscatterà e farà la differenza per il suo Brasile? Lo vedremo. Intanto, questa – stando alle parole del calciatore – potrebbe essere la sua ultima occasione di vincere un Mondiale.

Dagli esordi a Parigi

I primi calci al pallone Neymar li ha tirati in Brasile, esordendo nel suo primissimo club, la Portuguesa Santista, per poi approdare nel 2003 al Santos Futebol Clube. Il campione, fin da giovanissimo, prometteva molto bene: il suo talento era sotto gli occhi di tutti e, un calcio dopo l’altro, cominciava a strappare i suoi primi successi in campo. Proprio con il Santos Neymar firma il suo primo contratto da calciatore professionista. Da lì parte l’ascesa verso il successo che, dai campi brasiliani, lo porterà fino a Barcellona con l'ingaggio che arriva nel 2013. La cifra del passaggio al Barça, mai rivelata ufficialmente, dovrebbe aggirarsi attorno ai 75,1 milioni. Comincia così per Neymar il periodo della fama internazionale. E dopo l’esperienza catalana arriva quella parigina, nel 2017: l'attaccante entra nella rosa del Paris Saint-Germain. Anche in questo caso per lui viene sborsata una cifra da capogiro: più di 200 milioni di euro. Neymar è tutt'ora è uno dei giocatori con il più alto valore di mercato a livello globale.

Secondo solo a Pelé

I numeri che ruotano intorno al fantasista, però, non sono soltanto quelli legati al mercato degli acquisti. Si parla anche dei gol messi a segno. Il brasiliano può infatti vantare risultati che non sono da poco. Ben 105 reti in 186 partite con il club blaugrana. Mentre con il PSG Neymar ha segnato 115 gol su 163 presenze in campo. Totalizzando quest'anno un risultato di 11 gol e 9 assist su 14 presenze in Ligue1. Anche i numeri con la nazionale parlano chiaro. Neymar, con i suoi 75 centri in verdeoro, è il secondo miglior capocannoniere brasiliano di sempre, dietro al leggendario Pelé, a quota 77. Eppure, nonostante i risultati e un talento promettente, le difficoltà non sono mancate, tra assenze e numerosi infortuni.

© Shutterstock
© Shutterstock

2014, Annus horribilis

A guastare le cose arriva il 2014, l’Annus horribilis di Neymar. È anche l’anno dei Mondiali, ospitati proprio in casa, in Brasile. Mondiali rimasti indelebilmente impressi, in negativo, nella mente dei tifosi brasiliani. Questa doveva essere l’occasione d'oro per Neymar di portare la propria nazionale a sollevare la coppa sotto le stelle del cielo di casa. Tutti gli occhi e le aspettative di una nazione erano puntate su di lui. E invece le cose vanno storte. Anzi, stortissime. Il gioiellino brasiliano esce anzi tempo per infortunio e sulla strada della sua nazionale arriva il clamoroso inciampo (1-7) contro la Germania a Belo Horizonte. Una sconfitta pesantissima in casa propria. Una delusione enorme proprio nel momento in cui si sperava di più, ribattezzata il Mineiraço.

«Ho rischiato di rimanere paralizzato»

Un brutto colpo per Neymar. E non solo per l’esclusione dei verdeoro. Di mezzo ci si è messo anche il citato infortunio, costato all'attaccante la rottura di una vertebra e l'abbandono immediato del Mondiale. Colpa di una brutta ginocchiata nella schiena da parte del colombiano Zúniga, mentre i due lottavano per il possesso palla. Un infortunio dolorosissimo per il giovane Neymar, all’epoca solo 22.enne, segnato forse anche nel morale oltreché nel fisico. «Quell'infortunio è stato il peggior momento della mia vita», aveva dichiarato lo stesso calciatore al The Players Tribune. In quell’occasione il numero 10 brasiliano ha avuto anche paura di non poter tornare più in campo e di restare paralizzato: «Non riuscivo a sollevare le gambe, non riuscivo a muoverle. Il medico mi toccava le gambe e io non sentivo nulla. Dopo gli esami, mi disse che sarei tornato a camminare ma che per me il Mondiale era comunque finito». Neymar ha anche sottolineato che, se la ginocchiata di Zúniga fosse stata assestata due centimetri più sul lato, «sarei rimasto paralizzato».

La sfortuna mondiale

Sono state due le edizioni della Coppa del Mondo alle quali Neymar ha partecipato finora. Nel 2014 in Brasile e nel 2018 in Russia. Due occasioni nelle quali il fantasista non è però riuscito a dare il suo miglior contributo fino in fondo. Dopo la pessima esperienza del 2014, quattro anni dopo, la nazionale brasiliana ci ha riprovato ma non è riuscita a brillare nemmeno sull’erba russa, sconfitta nei quarti di finale 2-1 dal Belgio, uscendo di scena senza nemmeno raggiungere la semifinale. Le gioie di Neymar con la sua nazionale languono ancora, anche se alcune vittorie importanti sono arrivate in altre occasioni: con la Confederations Cup nel 2013 e soprattutto con l’oro olimpico nel 2016 a Rio de Janeiro. Il Brasile ha anche vinto la Coppa America nel 2019 ma non grazie a Neymar, che in quel momento era bloccato da un infortunio.

Qatar 2022, ultima chance?

Dodici anni di presenza in bazionale non sono quindi ancora bastati al fantasista per concretizzare un successo. Anni che passano – ormai trenta, età “avanzata” per un calciatore – e pochi successi con il Brasile hanno lasciato l’amaro in bocca a Neymar. Tanto da fargli dichiarare, l’anno scorso, che questo Mondiale in Qatar sarebbe stato l’ultimo della sua carriera, anche considerando il fatto che per il prossimo l'attaccante sarebbe già 34.enne. «La vedo come l'ultima volta, perché non so se ho la forza d'animo per affrontare ancora il calcio» aveva dichiarato Neymar a DAZN, come riporta BBC Sport. Ma questo non gli impedirà di provarci con tutte le sue forze: «Farò di tutto per presentarmi bene, farò di tutto per vincere con il mio Paese, per realizzare il mio più grande sogno da quando ero piccolo. E spero di riuscirci». Potrebbe essere davvero questa la sua occasione di riscatto? Staremo a vedere, iniziando da questa sera.

 

In questo articolo: