Nicolò Rusca beato: subito tensione

La diocesi di Coira e la Chiesa riformata replicano alla scelta di Benedetto XVI
Red. Online
10.07.2012 14:51

SONDRIO -  Le diocesi di Coira e la Chiesa riformata dei Grigioni commentano la decisione di beatificare l'arciprete di Sondrio Nicolò Rusca, morto sotto tortura nel 1618: "Una scelta - commentano le diocesi - che riporta alla memoria terribili eventi".

"Da un punto di vista cattolico come anche in un'ottica protestante è oggi fuori discussione che sia la morte di Rusca, dovuta a un tribunale arbitrario, sia l'assassinio di cristiani riformati sono stati dei crimini" hanno aggiunto le diocesi, sottolineando comunque la necessità "di continuare sulla strada della conciliazione fra le due confessioni, nel segno comune del messaggio di Cristo". Tuttavia, si teme che la beatificazione - decisa da Benedetto XVI - porti a nuove tensioni e riapra vecchie ferite.

La beatificazione di Nicolò Rusca è stata fortemente voluta, sin dagli anni 1920, dalla diocesi di Como. Nato nel 1563 a Bedano, ordinato sacerdote nel 1587, dal 1590 al 1618 arciprete di Sondrio, venne arrestato e trasferito a Thusis, dove fu interrogato e torturato. La sua morte, il 4 settembre 1618, fece da detonatore del cosiddetto "Sacro Macello", l'uccisione di circa 600 persone - fra cui molte donne e molti bambini - avvenuta in diverse località della Valtellina fra il 18 e il 23 luglio 1620.

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