Niente amnistia fiscale cantonale!

Il Tribunale federale ha accolto il ricorso di Pelin Kandemir Bordoli contro la decisione del Gran Consiglio
(foto Scolari)
Red. Cantone
02.04.2015 14:25

BERNA - È requiem per l'amnistia fiscale cantonale. Il Tribunale federale ha accolto il ricorso presentato dalla socialista Pelin Kandemir Bordoli contro la decisione con la quale il Gran Consiglio aveva approvato il progetto di condono delle multa e uno sconto del 70% sulle imposte sottratte negli ultimi anni. Il Governo prevedeva di riportare alla luce, una tantum, 35 milioni di franchi. L'amnistia sarebbe dovuta durare due anni.

Secondo l'Alta Corte, le disposizioni ledono i principi costituzionali dell'eguaglianza giuridica (art. 8 cpv. 1 Cost.), della generalità, dell'uniformità e dell'imposizione secondo la capacità economica (art. 127 cpv. 2 Cost.) e sono inoltre contrarie ad alcuni principi della legge sull'armonizzazione delle imposte dirette.

Sul piano pratico la decisione del Tribunale federale ha per principale conseguenza che le autodenunce presentate a partire dal 1° gennaio 2014 usufruiranno unicamente delle disposizioni relative all'esenzione della pena e non beneficeranno dell'ulteriore sconto supplementare del 70% sulle imposte cantonali e comunali. Da ciò deriveranno rilevanti introiti supplementari per le casse pubbliche. Per evadere tutte le pratiche mantenute in sospeso, in attesa della decisione del Tribunale federale, la Divisione delle contribuzioni necessiterà di alcuni mesi.

"La congiuntura economica, l'evoluzione del diritto fiscale internazionale, in particolare la futura introduzione dello scambio automatico con l'estero di informazioni bancarie, e l'evoluzione del diritto fiscale penale interno con un probabile irrigidimento delle procedure - scrive il Consiglio di Stato in una nota - potranno giustificare comunque un'amnistia fiscale federale, opportuna a fronte di questi importanti cambiamenti del quadro nazionale".

Ovviamente soddisfatto il PS, come non manca di sottolineare in una nota dai torni piuttosto accesi: "Il PS è stato l'unico partito a dire da sempre NO a questo insulto alla parità di trattamento e oggi ottiene pienamente ragione. Il Tribunale federale, così facendo, bastona un certo modo di fare politica in uso nel nostro Cantone, quel modo che vede le maggioranze piegarsi di fronte agli interessi forti, andando addirittura oltre i limiti della carta fondamentale approvata dal popolo sovrano".

La strada da percorrere, secondo il PS, è  l'autodenuncia fiscale esente da pena, o mini amnistia fiscale, già attiva a livello federale con successo: "Sono 440 le persone che l'anno scorso hanno fatto emergere i propri capitali occulti: quasi il doppio del 2013, per un totale di 780 milioni. Per il Ticino questo significa, a partire dal 2010, un introito per le casse pubbliche pari a 170 milioni.

Questi soldi, suggerisce il PS, potrebbero essere utilizzati anche per creare il "fondo per il lavoro" a sostegno dell'occupazione in Ticino; fondo in cui dovevano confluire i soldi recuperati con l'amnistia cantonale.