Svizzera

Niente più figli di frontalieri nelle scuole pubbliche e a Ginevra serpeggia il malumore

La misura, volta ad allentare la pressione sul sistema scolastico ginevrino, entrerà in vigore con il rientro sui banchi nel 2026
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Red. Online
29.06.2025 22:28

A Ginevra, i figli delle persone domiciliate fuori dal cantone non potranno più frequentare le scuole pubbliche. Una decisione questa, spiega la Tribune de Genève che dedica un articolo alla questione, che ha creato parecchio malumore, soprattutto tra i frontalieri.

La misura non è che l'ultima tappa di un processo avviato ormai qualche anno fa volto ad allentare la pressione sul sistema scolastico ginevrino. Nel 2019 era entrato in vigore un sistema transitorio in base al quale erano ammessi alla scuola primaria e al ciclo di orientamento solo i giovani domiciliati nella vicina Francia che avevano già cominciato il loro percorso scolastico a Ginevra e quelli che avevano almeno un fratello già inserito nel sistema scolastico cantonale. Ora, questo sistema transitorio sarà abbandonato con l'inizio dell'anno scolastico 2026-2027. La misura riguarderà anche il secondario II, ad eccezione dell'apprendistato duale.

«In un contesto di forte pressione sulle capacità d'accoglienza degli stabilimenti scolastici, il Consiglio di Stato ha giudicato necessario porre termine alla disposizione transitoria, che giustamente è stata pensata per non durare all'infinito», chiarisce Anne Hiltpold, capo del Dipartimento dell'istruzione pubblica. «Capisco comunque le difficoltà con le quali sono confrontate alcune famiglie, in particolare quelle i cui bambini sono già integrati nel sistema scolastico ginevrino. È per questa ragione che i ragazzi potranno terminare il ciclo formativo nel quale sono inseriti».

Come fare allora per garantire che i figli dei frontalieri possano completare l'intero percorso scolastico a Ginevra? Semplice: basta che le famiglie si trasferiscano nel cantone. In questo senso, il Dipartimento dell'istruzione pubblica si mostra rassicurante: il processo d'iscrizione al livello secondario II inizierà questo autunno, tuttavia anche una volta che questo sarà chiuso, i figli dei frontalieri potranno comunque essere ammessi purché il trasloco a Ginevra avvenga prima del 30 settembre 2026.

Un sistema che spinge alla frode

La decisione di non permettere più alle persone domiciliate fuori dal cantone di beneficiare del servizio scolastico ginevrino va ricondotta al principio di residenza, deciso nel 2018 e pensato per favorire la scolarizzazione degli allievi nel luogo di domicilio. In base a questo principio, l'allievo (e la famiglia) non possono scegliere l'istituto pubblico da frequentare, ma esso è assegnato in base al quartiere in cui si vive. Con il cambio di rotta deciso nel 2018, dunque, Ginevra si allinea alle pratiche in vigore nel resto della Svizzera e smette di essere un'eccezione a livello federale.

Hiltpold sottolinea in particolare come non sarebbe giusto che allievi domiciliati fuori dal territorio cantonale beneficino delle scuole pubbliche quando gli stessi studenti ginevrini sono costretti a cambiare stabilimento formativo in caso di trasloco in un altro quartiere. «È una questione di parità di trattamento, ma anche di capacità della scuola pubblica di rispondere prioritariamente ai bisogni della popolazione che vi fa direttamente capo».

A questo punto, una domanda sorge spontanea: qual è il problema nel mandare i propri figli a scuola in Francia? «Per i nostri figli, il rischio di bocciatura è piuttosto alto perché i programmi formativi non sono gli stessi. In particolare, l'insegnamento dell'inglese è molto più avanzato in Francia», racconta alla Tribune de Genève una madre.

Di fronte a queste prospettive, c'è già chi pensa di adottare un modo per aggirare la legge. «Cercheremo probabilmente di ottenere un indirizzo fittizzio a Ginevra», racconta un'altra madre. «Le autorità ci spingono alla frode».

Chiesto un cambio di rotta

Una mozione del Partito socialista ginevrino chiede che «i bambini (figli dei frontalieri, ndr.) già inseriti nel sistema scolastico ginevrino» possano «terminare il loro percorso scolastico, compreso il livello secondario».

Una richiesta analoga è stata indirizzata al Consiglio di Stato tramite una lettera firmata da 64 genitori della scuola primaria di Athenaz. Nella missiva denunciano una misura ingiusta, iniqua, crudele e stigmatizzante che metterà brutalmente in pericolo l'equilibrio, la scolarizzazione e l'avvenire di bambini perfettamente integrati nel tessuto scolastico, sociale e pedagogico.

Anche Christian Dupessey, presidente del polo metropolitano e sindaco del comune francese di Annemasse parla di una «misura brutale che mette in pericolo l'equilibrio del territorio».

E non finisce qui: diversi membri dell'Assemblea nazionale delle circoscrizioni interessate hanno espresso preoccupazione per questa decisione in una lettera al ministro francese per l'Europa e gli Affari esteri, Jean-Noël Barrot. La decisione di Ginevra contrasta con lo spirito di cooperazione transfrontaliera e discrimina i lavoratori frontalieri, che contribuiscono alla ricchezza e alla crescita di Ginevra, dicono. I parlamentari sono preoccupati per la pressione sulle infrastrutture dei dipartimenti limitrofi e per il rischio di un aumento del numero di falsi proprietari di seconde case, che «potrebbe avere un impatto negativo sugli stanziamenti finanziari versati alle comunità francesi». Per questa ragione chiedono un «dialogo urgente» tra le autorità francesi e quelle ginevrine.