No ai controlli sistematici ai confini

L'UDC chiedeva al Governo di ispirarsi a Germania, Austria e Slovenia, ma la mozione è stata respinta
Ats
10.12.2015 12:16

BERNA - La Svizzera non introdurrà controlli sistematici ai confini. Il Consiglio nazionale ha infatti respinto - con 111 voti contro 73 e 3 astenuti - una mozione in tal senso del gruppo UDC. Un atto parlamentare identico era stato inoltrato anche al Consiglio degli Stati, che l'aveva sonoramente bocciato lunedì scorso. Approvato invece un postulato del PS che chiede un rapporto sulle ripercussioni economiche dell'associazione a Schengen.

Nel suo atto parlamentare, l'UDC chiedeva al Consiglio federale di ispirarsi a Germania, Austria e Slovenia che in settembre hanno temporaneamente introdotto controlli a determinate frontiere interne. Lo scopo della mozione era impedire le entrate illegali. I democentristi auspicavano un impiego dell'esercito per sostenere il corpo delle guardie di confine.

"Se si applicasse alla lettera quanto chiesto dall'UDC bisognerebbe controllare ogni giorno 750'000 persone e 350'000 veicoli, oltre ai 75'000 viaggiatori degli aeroporti", ha deplorato Cesla Amarelle (PS/VD). "È impossibile controllare sistematicamente ogni persona che valica il confine. Non è mai stato fatto e non sarà mai possibile farlo", ha affermato la Consigliera federale Simonetta Sommaruga.

Per molti parlamentari le difficoltà che sorgerebbero nell'attraversare le frontiere metterebbero in seria difficoltà tutte le imprese e le società che impiegano manodopera frontaliera, ospedali compresi. Quanto all'impiego dell'esercito, Lorenz Hess (PBD/BE) ha affermato che è illusorio pensare che basti inviare qualche soldato che sta effettuando un corso di ripetizione per risolvere la situazione.

"Non si possono criticare gli accordi di Schengen/Dublino se non si hanno soluzioni alternative da proporre", ha aggiunto Kurt Fluri (PLR/SO). Per Marco Romano (PPD/TI) "è pura demagogia chiedere l'impossibile".

Per l'UDC, l'atteggiamento del Parlamento rispetto alla crisi migratoria rappresenta invece una "capitolazione". "Sì, non si può controllare tutti, ma iniziamo almeno a controllare invece di non fare niente", ha sostenuto Adrian Amstutz (UDC/BE). "Attualmente i migranti arrivano in treno a Chiasso senza essere controllati e i doganieri fungono solo da comitato d'accoglienza", ha aggiunto il bernese.

Il Nazionale ha poi respinto, con 156 voti contro 31 e 5 astenuti, una mozione del gruppo PLR che chiedeva di non più concedere, salvo casi eccezionali, lo statuto di rifugiato ai richiedenti l'asilo provenienti dall'Eritrea. Questi andrebbero accolti soltanto in veste di persone "bisognose di protezione" (Permesso S).

Per la maggioranza, tale rivendicazione viola le garanzie costituzionali dell'uguaglianza giuridica e del divieto di discriminazione. La Convenzione di Ginevra sullo statuto dei rifugiati impone di esaminare individualmente ogni domanda d'asilo, ha rammentato Sommaruga.

Anche l'idea di ricorrere al Permesso S non è piaciuta: "concedere questo status vuol dire considerare l'Eritrea come paese in guerra. "Ciò significa aprire la porta a un flusso migratorio enorme", ha sostenuto Roger Köppel (UDC/ZH).

La Camera del popolo ha invece approvato - con 126 voti contro 66 - un postulato presentato dal gruppo socialista che domanda al Consiglio federale di illustrare le ripercussioni economiche dell'associazione a Schengen, soprattutto in relazione al turismo e alla semplificazione delle procedure amministrative. Il governo si è detto disposto a valutare quanto chiesto dal PS; i risultati verranno integrati nel prossimo "rapporto Europa".

Il Nazionale ha anche adottato (con 123 voti contro 68 e un astenuto) parte di una mozione del gruppo ecologista che chiede di aiutare direttamente i Paesi UE più colpiti dalla crisi migratoria, ossia l'Italia e la Grecia. Il sostegno può essere di tipo finanziario o logistico. Dovranno anche essere notevolmente potenziati i contributi destinati ai campi di rifugiati situati al confine con la Siria.

La reintroduzione della possibilità di presentare domande d'asilo alle ambasciate, abolita nell'ambito della revisione urgente della legge sull'asilo e approvata ad ampia maggioranza nella votazione del 9 giugno 2013, è invece stata bocciata con 136 voti a 53.

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