"No Billag", favorevoli e contrari in un dibattito acceso

MELIDE - Dibattito acceso, mercoledì sera, a TeleTicino, dove il tema, molto sentito, "No Billag" è stato affrontato dalla trasmissione "I conti in tasca" condotta da Alfonso Tuor. Ospiti in studio a Melide due sostenitori dell'iniziativa Alain Bühler (vice-presidente dell'UDC) e Lorenzo Quadri (Consigliere nazionale della Lega) e due contrari al testo, Maurizio Canetta (direttore della RSI) e Filippo Lombardi (Consigliere agli Stati del PPD e vice-presidente del gruppo Corriere del Ticino). Questi alcuni passaggi di un dibattito che può essere rivisto in streaming sul sito di TeleTicino.
Alain Bühler: "No Billag significa che il cittadino, accettando l'iniziativa e votando sì, decide di abolire il canone e di pagare, sostanzialmente, solo per quello che vuole effettivamente vedere, conquistando una "libertà mediatica", come avviene oggi, quando si paga esclusivamente per ciò di cui si intende usufruire. L'iniziativa si prefigge in sostanza - eliminando il canone - di liberare il mercato mediatico, creando concorrenza e permettendo anche a TV regionali di emergere. La SSR e i contrari hanno inoltre un atteggiamento arrogante che ha avuto un effetto boomerang sulla popolazione: la SSR non ha per esempio cercato un compromesso che avrebbe potuto anche portare, magari, al ritiro dell'iniziativa evitando di finire alle urne. Ma, poi, mi chiedo, se la SSR si sente tanto brava, se è certa di garantire il miglior servizio pubblico possibile, perché ha così paura dell'esito del voto del 4 marzo?".
Maurizio Canetta: "Il titolo dell'inziativa è allettante ma il contenuto è un salto nel vuoto. Se venisse accettato, significherebbe per la SSR rinunciare al 75% degli introiti attuali e quindi, di fatto, a chiudere. La RSI in Ticino è molto radicata, è presente, sta tra la gente ed è apprezzata: lo dimostrano le recenti iniziative che abbiamo intrapreso e che hanno riscontrato un notevole successo. Però, l'iniziativa è insidiosa e il perché è presto detto: perché ha un titolo che tradotto vuole dire "smettete di pagare una tassa" e per questo motivo è assai allettante. E poi sappiamo benissimo che ci sono famiglie che quando arriva una fattura da pagare di 451 franchi, che diventeranno 365, fa oggettivamente fatica. Quel che mi fa ben sperare, è che la SSR, appunto, è apprezzata, e che la Svizzera è il Paese che in passato ha votato anche contro le riduzioni delle tasse. Nel caso di "No Billag" si tratta di fare la differenza tra un titolo accattivante, che attrae, e la realtà delle cose, che è ben diversa. Sono comunque d'accordo che la SSR, anche con la bocciatura dell'iniziativa, dovrà cambiare, per esempio aprendosi maggiormente al digitale. Sul fatto che non diamo spazio alla Lega, critica che ci viene mossa da Quadri, dico che non è assolutamente vero e che lo dimostrano i numeri, i dati: non siamo di parte, non vogliamo silenziare nessuno. Ai cittadini dico di leggere bene il testo prima di votare, perché è chiaro e limpido e non lascia margine: è molto diverso dal titolo, che è uno specchietto per allodole".
Lorenzo Quadri: "Indipendentemente dal risultato, la SSR - che è una televisione di Stato - dovrà reinventarsi: si rifiuta infatti di fare i conti con la realtà digitale, andando avanti con un modello vecchio di 80 anni mentre il mondo cambia e si evolve. E poi si parla tanto di servizio pubblico? Il dibattito è aperto, ma non tutto quello che fa SSR è, dal mio punto di vista, servizio pubblico. Ha potuto gonfiarsi grazie ai finanziamenti sempre più generosi, e così il carrozzone è cresciuto nel tempo. Il servizio pubblico è possibile garantirlo anche solo vendendo abbonamenti, finanziandosi attraverso la pubblicità. I cittadini dovrebbero asfaltare questa iniziativa il prossimo 4 marzo se la SSR è così convinta di fare un buon servizio pubblico, invece i contrari all'iniziativa replicano dicendo che la vittoria del sì significherebbe chiudere la SSR: è un ricatto bello e buono, una mistificazione. Dite che è un'iniziativa che parte dall'estrema destra? Beh, è stato messo in evidenza che il 70% dei giornalisti della SSR è di sinistra. La Lega non vuole una televisione di destra ma semplicemente che adempia i criteri del servizio pubblico e che sia super partes. Posti di lavoro? Dipendono dalla rivoluzione digitale non dall'eventuale approvazione dell'iniziativa".
Filippo Lombardi: "Il sistema attuale è frutto di un compromesso costruito negli anni in Svizzera: il canone SSR viene ripartito sulle regioni, è una collaborazione tra pubblico e privato, che va affinata, ma è un sistema di partecipazione di tutti, e funziona. Per questo, reputo questa iniziativa "anti-Svizzera". A Berna ho detto che questo sistema ci dà un po' di mal di testa, ma il mal di testa lo si corregge, lo si cura, con l'aspirina, non con la ghigliottina come si vuole fare, dicendo che dal 1. gennaio 2019 non ci sarà più niente, dando nove mesi di tempo per mettere in piedi un nuovo sistema. Non è questa la soluzione. La SSR di sinistra? Io non sono particolarmente di sinistra e non faccio parte della SSR perciò dico che "essere di sinistra" è un problema del giornalismo in generale e non solo della SSR. Io non faccio un processo agli iniziativisti, ma a quello che ci sta dietro e a chi spinge perché ha degli interessi, in primis di tipo pubblicitario".