La curiosità

«Non buttare il quotidiano! Trasformo il Corriere del Ticino in cartoline, agende e taccuini»

L'idea della giovane grafica Sabrina Tambani: dare nuova vita alla carta da giornale (e altri materiali) realizzando oggetti unici con tecniche artigianali: «Con queste opere d'arte torno alle origini della mia professione»
Sabrina Tambani, grafica e ideatrice di Idee in carta; sullo sfondo, alcune sue creazioni realizzate, tra l'altro, con le pagine di vecchie edizioni del Corriere del Ticino: taccuini e cartoline natalizie
Jona Mantovan
31.12.2023 17:00

Sabrina Tambani sale rapidamente le scale verso la sua abitazione di Ponte Tresa (frazione del comune di Tresa, in Svizzera). Attraversato il soggiorno, apre la porta di una stanza. Non una qualsiasi, ma quella che contiene il suo regno. Già, tutta la magia avviene qui. Grafica di formazione da almeno dieci anni (dopo la laurea in Comunicazione visiva alla Supsi si è messa in proprio), un paio di anni fa ha voluto scoprire le radici della sua professione, nata come tante altre... sulla carta. Letteralmente. Oggi per la progettazione di cataloghi, libri e riviste si utilizzano gli elaboratori elettronici e le fasi di preparazione prima della stampa avvengono a schermo. Funziona così da decenni. Ma poi c'è un ma. «Già, le bozze», spiega la 32.enne. «Per mostrare al cliente come sarà il prodotto finito, noi grafici produciamo una stampa con attrezzatura da ufficio». Il problema è che a ogni modifica se ne fa una nuova perché ci sono le correzioni. «Il materiale si accumula e a me è sempre dispiaciuta l'idea di eliminare questi plichi». Nonostante la carta vada nella raccolta separata, Sabrina non ci sta. «Sapevo che prima o poi avrei trovato il modo di dare nuova vita». E così, un paio di anni fa, nasce Idee in carta. Nel suo tempo libero realizza agende, cartoline, taccuini con le sue mani, a partire da vecchi fogli. Che siano quelli del quotidiano o le vecchie bozze dei lavori su commissione. «Anche se è da almeno una decina d'anni che covo questo progetto», aggiunge. Precisando come la sua prima esperienza nel campo, in realtà, risalga a molto prima. Quando era una bambina. «Ricordo questo corredo per bambini, che mi aveva permesso di realizzare un piccolo biglietto. Molto brutto e inutilizzabile, ma pur sempre un foglio di carta realizzato con le mie mani». La sperimentazione resta nella sua mente fino, appunto, a due anni fa. «Mi son detta: ‘E se seguissi tutto questo processo con strumenti più professionali? Detto, fatto. Dalle prime prove «solo piegando i fogli di vecchi quaderni e cucendoli per realizzarne taccuini» su su fino al recupero del Corriere del Ticino. «Sto sperimentando con carte differenti, da quella del vostro quotidiano ai sacchetti della spesa in cartone».

Nel frattempo, la giovane trascina una bacinella piena d'acqua vicino al tavolo di lavoro, sul quale c'è un sacchetto pieno di vecchie pagine già tritate, proprio del Corriere. In un altro contenitore, una sorta di pasta umida grigio scura. Sono i fogli tritati e lasciati macerare nell'acqua. «Già si intravede che la carta derivata da queste vecchie pagine avrà questa gradazione. È molto fine e a sua volta già riciclata, quindi non ha bisogno di una macerazione molto lunga. Una notte, massimo due». Sabrina parla anche di nostalgia. «Quando inizio a lavorare su un progetto adoro partire dalla carta, con uno schizzo a mano, ma anche prendere appunti. È un peccato che si stia perdendo tutta la dimensione manuale e cartacea. Sto andando controcorrente, con queste carte riciclate sto realizzando dei taccuini. Un modo per invitare al ritorno alla scrittura, lasciando liberi i propri pensieri».

Intanto, prende alcune manciate della pasta lasciata a macerare e le ripone nella vasca d'acqua. «Come spesso avviene nei processi artistici artigianali, non c'è una formula matematica precisa. È tutta una sperimentazione». Con la mano muove l'acqua, che ora si tinge grazie alla nuova aggiunta. Raccoglie sul palmo della mano un campione di questo particolare liquido. «Vedi? Anche nel foglio ci saranno questi residui», dice indicando alcuni pezzetti di quel che un tempo erano state le notizie di giornata. Si distinguono dei colori, qualche lettera.

«Bene, è ora di prendere il telaio. Anche questo realizzato con materiali di recupero: listelli di legno, vecchie zanzariere. Fa il suo lavoro, però». Immerge lo strumento tenendolo in orizzontale fino al fondo della grande bacinella dalla forma rettangolare e profonda sui trenta-quaranta centimetri (del tutto somigliante a una di quelle casse a tenuta stagna dove si depositano vari oggetti domestici da riporre poi in cantina). «Poi lascio scolare». Il rumore dell'acqua, una sinfonia di mille goccioline che cadono producendo rapidi crosci di ogni tonalità sonora, fa già presagire il risultato finale, come in un sogno. Una mezza giravolta e lo appoggia sul tavolo con il prezioso contenuto, destinato a diventare una pagina su cui scrivere. Oppure la copertina di un taccuino. O, chissà, magari una cartolina, una busta. «Prendo una spugna e faccio pressione per assorbire più acqua possibile». Dice premendo con tutto il peso del corpo contro il telaio. Spremendo più volte la spugna facendo cadere altra acqua nel contenitore. 

Un altro gesto rapido e ribalta il contenuto su un feltro. «Ecco qua, ci siamo». Un rettangolo grigio, spesso circa un millimetro, è già il foglio di partenza per una nuova creazione targata Idee in carta. «Beh non proprio, occorre metterlo ad asciugare qualche giorno», dice voltandosi verso un telaio a più ripiani nell'angolo del locale, su cui si trovano parecchi fogli già asciutti. Ne prende uno già pronto. «Anche qui, devo prima tagliare i bordi perché sono ancora frastagliati». Ed ecco che per l'operazione è già predisposta una solida taglierina professionale, con una lama affilata montata su una leva e un ripiano per allineare il materiale. Quattro tagli e in pochi secondi eccolo qua: un rettangolo dalla forma perfetta e dalla trama unica. «Non esiste un altro foglio uguale a questo». 

Non è solo il prodotto in sé. Idee in carta è anche il messaggio che cerco di veicolare e di far capire. Si può dare una seconda vita a molte cose
Sabrina Tambani, 32 anni, grafica

Ritorno alle origini

«Ho provato anche a colorarli, usando tra l'altro degli acrilici che avevo conservato dai tempi del liceo artistico. Poi chissà, tra un anno magari scopro nuove cose che posso sperimentare. Il potenziale è infinito». Tutto riciclato, tutto recuperato. «Non è solo il prodotto in sé. Idee in carta è anche il messaggio che cerco di veicolare e di far capire. Si può dare una seconda vita a molte cose. C'è tanto che può essere recuperato. Non vuol dire salvare il mondo, ci mancherebbe. Certo, sarebbe bello se un taccuino bastasse per salvare il mondo. Però è già una piccola conquista. Ognuno di noi può fare qualcosina».

La donna non è solo una cartaia amatoriale. Ma anche una vera e propria artista. I motivi stampati sulle copertine di alcune sue creazioni sono realizzati da lei stessa. «Ho scelto la tecnica della linoleografia, un materiale facile da incidere. Basta inchiostrare e questo è il risultato», illustra indicando una lastra di linoleum e la sua rispettiva riproduzione (ovviamente rovesciata) su un foglio colorato di azzurro. «Anche questa è una stampa artigianale, niente computer. Tutto realizzato a mano».

Sabrina è soddisfatta di questo suo ritorno alle origini. «Sono in grado di lavorare e creare come si faceva un tempo: creo la carta manualmente e anche la stampa è come si faceva agli inizi. Quando ancora non esistevano i calcolatori e nemmeno le stampanti ad alta qualità che tutti abbiamo in casa o in ufficio». I soggetti sono tanti: una luna con uno sfondo di stelle. Una lampadina. Le lettere dell'alfabeto una sotto l'altra. Ma ci sono anche i soggetti natalizi coordinati tra buste e cartoline. Un Babbo Natale. Una renna. Un albero di Natale...

Insomma, siamo di fronte a qualcuno in grado di lavorare in maniera completamente indipendente. Quando va via la corrente elettrica o se si dovesse rompere il computer... Idee in carta può continuare a sfornare prodotti di qualità. «Beh, servirebbe comunque l'acqua corrente, ma è vero che sotto casa c'è il fiume Tresa», scherza Sabrina con una risata. Sia come sia, le sue sono vere e proprie opere d'arte. Anche solo per il materiale. Ogni foglio è diverso dall'altro. «È impossibile averne due identici, la turbolenza dell'acqua distribuisce i pezzetti più grandi e colorati su tutta la superficie», conclude.

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