L'idea

«Questo legno è da buttare? Lo recupero e lo trasformo per beneficenza»

L'iniziativa di Michel Voisin, giovane cineasta ticinese che ha appena aperto il canale YouTube «Papillon Wood Print» nel quale mostra le sue abilità di falegname, creando oggetti utili da materiali di scarto
Michel Voisin, cineasta 25.enne, mostra alcuni pezzi di legno di scarto da cui partire per la creazione di oggetti utili nella vita quotidiana, che poi rivende online
Jona Mantovan
23.10.2023 09:30

Michel Voisin, cineasta 25.enne ticinese che si è formato al CISA di Locarno, ha appena aperto il canale YouTube «Papillon Wood Print». La particolarità della sua iniziativa consiste nel documentare in maniera minuziosa il processo di creazione che sta dietro oggetti artigianali in legno: portachiavi, lampade, vassoi. Grazie a suo padre, infatti, oggi è un falegname. Non professionista, beninteso. Ma se la cava. E anche bene, tutto sommato. I suoi progetti si concretizzano usando materiali che, se non fosse per lui, finirebbero in discarica. La vita di vecchi manufatti viene così prolungata, sotto un'altra forma, grazie al lavoro delle sue sapienti mani. Che si tratti delle sedie che per vent'anni hanno arredato un ristorante, oppure di vecchi armadi o cassoni, per ‘Mitch’ non esiste limite di dimensione, età o condizione di partenza. Le sue opere, uniche sotto questo punto di vista—dal momento che il materiale di fortuna non è infinito—, sono vendute in rete. Nel primo episodio pubblicato qualche settimana fa ha collaborato con l'associazione benefica Lì&Là, fondata per dare un sostegno alimentare alle famiglie che stanno affrontando il ricovero o la malattia di un figlio sul medio/lungo termine o che necessita terapie frequenti e prolungate. Una parte del ricavato dalla vendita dei prodotti realizzati per loro, vassoi e portachiavi con il logo inciso, va nelle casse dell'ente stesso. «Nei prossimi episodi mi piacerebbe coinvolgere altre realtà simili a questa», racconta il giovane al Corriere del Ticino mentre accende le luci della sua officina, in una costruzione (in legno, ovviamente) nel terreno dove si trova l'abitazione di famiglia. È qui che registra i suoi video e mostra le sue creazioni in legno, condividendo la sua passione e il suo talento con il pubblico.

«Ma non è proprio mio, questo atelier», dice mettendo un paio di attrezzi sul banco di lavoro. «Lo prendo in prestito da mio padre, diciamo così», sottolinea sorridente. «È qui che nascono le mie idee di riciclo creativo. La passione per il lavoro del legno me l'ha trasmessa lui. Vedendolo lavorare ogni fine settimana per anni... è stato uno sbocco naturale. Non sono un professionista e di sicuro qualche errore tecnico potrei anche compierlo. Mi documento guardando anche altri artigiani in rete e vado a sensazione».

Una volta conclusa la formazione a Locarno, ecco che inizia la sua attività, aprendo la società di produzione MitchBox.productions. «Come molti che lavorano come liberi professionisti in questo settore, ho documentato matrimoni, conferenze e ho realizzato anche videoclip musicali». 

«Dopo qualche anno da cineasta puro ma pur sempre con la passione nel mondo del bricolage, del legno e della lavorazione di materiali che cominciava a crescere, avevo voglia di creare degli oggetti 'reali', che potessero essere usati nella vita quotidiana e che avessero una loro utilità». Non solo assi tagliate o pannelli che poi serviranno a costruire altro, ma veri e propri manufatti per l'uso comune. «Una vecchia sedia resco e trasformarla in una piccola libreria. E di un vecchio mobile con parti rotte o marce, magari il 90% è ancora buono da utilizzare per altri scopi». 

Nel primo episodio, per il quale ho coinvolto anche un'associazione benefica, avevo a disposizione 15 sedie. Cercavo di capire cosa poterci fare e, alla fine, sono riuscito a trasformarle in una serie di vassoi personalizzati e con il loro logo inciso

Da sedie a lampade

Ecco allora che Mitch scommette sull'idea di documentare la creazione di 'gadget' in legno, anche personalizzabili, realizzati con legno destinato alla discarica. Ed ecco che su YouTube fa la comparsa il suo nuovo canale. Il logo del suo progetto è costituito dal volto barbuto di un boscaiolo che indossa un elegante papillon. «Nel primo episodio, per il quale ho coinvolto anche un'associazione benefica, avevo a disposizione 15 sedie. Cercavo di capire cosa poterci fare e, alla fine, sono riuscito a trasformarle in una serie di vassoi personalizzati e con il loro logo inciso».

E il prossimo episodio? «Dovrebbe uscire a novembre e posso già svelare che ho deciso di riciclare i blocchetti in legno che si trovavano sotto la seduta delle sedie. Eccoli qua», esclama raccogliendo una manciata di piccoli cunei da un grande sacchetto trasparente. «Ho già realizzato alcune lampade da comodino». E indica alcuni esemplari, blocchetti quadrati marrone scuro, alti pochi centimetri e dalla forma quadrata; al centro, lo spazio per avvitare una lampadina.

«Nei prossimi episodi, dei quali devo ancora concludere la produzione in realtà, vorrei riciclare una ventina di bobine e un paio di vecchi cassoni. Cosa diventeranno? Bella domanda. Non lo so ancora e lo scoprirò, in realtà, mentre li lavorerò. Spesso, infatti, l'idea nasce proprio nel momento in cui sto lavorando».

Il fatto che io mi metta a filmare la creazione dell'oggetto nasce proprio dalla volontà di rendere partecipi anche le altre persone di cos'era all'inizio, prima di tramutarsi nell'oggetto finale

Creazioni sempre diverse

«Non nascondo che ogni volta è una sfida. Mentre inizio a lavorare il materiale, scopro sul momento in quale oggetto potrebbe trasformarsi», dichiara il cineasta-falegname. «Già. Sono i miei due hobby, le mie due passioni. Unendole, penso che possa uscire solo qualcosa di buono. Il fatto che io mi metta a filmare la creazione dell'oggetto nasce proprio dalla volontà di rendere partecipi anche le altre persone di cos'era all'inizio, prima di tramutarsi nell'oggetto finale».

Il nostro interlocutore torna sulle lampade create nel secondo episodio a mo' di esempio: «L'oggetto di partenza era una sedia. Nessuno potrebbe immaginare che in precedenza è stato piccolo cubetto sotto una sedia, che magari è stata per vent'anni in un ristorante. C'è una storia, dietro, la cui impronta resta anche in queste creazioni finali, che sono sempre diverse a seconda del modo migliore che trovo per recuperare questo materiale, versatile da impiegare per costruire pure piccoli oggetti e del tutto naturale».

Mica facile, però, riuscire a 'scovare' il legno che viene buttato. Occorre arrivare al momento giusto e nel posto giusto. Un minuto dopo ed è già finito nella tritatrice della discarica. Ma Michel sa bene come muoversi, grazie agli anni di esperienza che ha accumulato. «Ho la fortuna di avere tanti amici che sanno che sto portando avanti questa idea. C'è chi mi chiama dicendo di avere un vecchio comodino che non vuole più, magari per un trasloco... Allora me lo regalano. Una volta, per esempio, mi è stata regalata una vecchia botte», esclama.

La mia missione è prolungarne l'utilità ma restando fedele alla storia del materiale: il colore, le imperfezione, i graffi... sono queste le caratteristiche che rendono uniche le mie creazioni

«Quando finisce, finisce»

L'alternativa sarebbe stata acquistare delle assi 'fatte e finite' da un negozio specializzato nel fai-da-te. Ma questo renderebbe gli oggetti meno interessanti, perché privi di storia. «È stato un ristoratore a contattarmi per dirmi che aveva queste 15 sedie. Che ho poi usato nel primo episodio. È stato questo, in sostanza, il 'motore' che ha fatto partire il progetto e il primo episodio».

Voisin dice di smontare completamente gli oggetti che riceve: armadi, sedie, comodini, cassoni. Tutto il materiale è buono. «E quel che mi piace di più, è proprio trasformarli completamente per dare loro una nuova vita, per prolungarne l'utilità ma restando fedele alla storia del materiale: il colore, le imperfezione, i graffi... sono queste le caratteristiche 'vissute' che rendono uniche le mie creazioni».

Ed è così che i gadget diventano veri e propri oggetti 'da collezione'. «Lo scopo è riciclare tutto il legno che ho a disposizione in quell'istante. Quando finisce, finisce. Gli oggetti che ottengo dalla lavorazione, una volta venduti tutti, non si possono più rifare allo stesso modo. Trovo bello che una persona decida di acquistarli e riutilizzarli nella propria casa, nella propria vita quotidiana».

Questo contatore sarà aggiornato di volta in volta. L'obiettivo è far crescere il più possibile tale valore. Pensare di aver riciclato 200 o 300 chili di legno, trasformando tutto in oggetti con una nuova vita... beh, è proprio una bella soddisfazione

Filmati di livello professionale

La catasta di legna a disposizione per le lavorazioni future è notevole, i vari componenti sono ammucchiati in maniera ordinata sotto una tettoia. Si intravedono i grandi 'dischi' in legno delle bobine, gli assi di vecchi cassoni. I resti delle sedie del primo episodio, che troveranno di sicuro un impiego. «Sì, per un po' credo di averne abbastanza», afferma.

«Ora sto cercando di dare la priorità al coinvolgimento di altre associazioni benefiche. Così da avere un duplice obiettivo. Da una parte il riciclaggio creativo del legno e dall'altra un vero e proprio supporto alle associazioni coinvolte». Non solo in termini di visibilità alla sua comunità di estimatori, ma anche sotto il profilo strettamente finanziario. «Una parte del ricavato della vendita degli oggetti, infatti, va direttamente all'associazione stessa».

I filmati sul canale YouTube sono realizzati con grande cura e professionalità. Il montaggio è accompagnato da immagini dinamiche e musiche d'atmosfera. Ci sono anche alcuni interventi delle persone che fanno parte dell'associazione Lì&Là, le quali spiegano la missione della loro iniziativa. Al termine dell'episodio, appeso a una parete, ecco un contatore e la mano del nostro cineasta che imposta il totale piazzando dei cartellini numerati: partito da zero, ora è a 19,5 chili.

«Questo contatore sarà aggiornato di volta in volta. L'obiettivo è far crescere il più possibile tale valore. Pensare di aver riciclato 200 o 300 chili di legno, trasformando tutto in oggetti con una nuova vita... beh, è proprio una bella soddisfazione», conclude.

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