“Non diverremo un paradiso fiscale”

LONDRA - La Gran Bretagna non intende diventare un paradiso fiscale dopo la Brexit.
Lo ha affermato il Cancelliere dello Scacchiere, Philip Hammond, in una intervista al quotidiano francese Le Monde ampiamente ripresa dai media del Regno Unito che sottolineano come si tratti di un modo di rassicurare Bruxelles nel corso delle trattative per il divorzio dall'Ue.
Il tono è molto diverso rispetto a quello usato a gennaio dal ministro, secondo cui Londra sarebbe stata disposta a "fare tutto il possibile" pur di restare competitiva. Ma dopo l'insuccesso elettorale di giugno la premier Tory Theresa May e il suo governo hanno dovuto abbandonare la linea dura e proporre invece soluzioni di compromesso.
Intanto crescono gli attriti dentro l'esecutivo sulla libera circolazione che potrebbe venir prorogata per un periodo di transizione anche dopo la Brexit. Come sottolinea il Daily Telegraph sono stati tenuti all'oscuro rispetto a questa posizione due ministri chiave: Boris Johnson, titolare degli Esteri, e Liam Fox, al Commercio internazionale, sostenitori della linea dura rispetto ai cittadini Ue.
Libera circolazione fino a marzo 2019
La libera circolazione dei cittadini Ue nel Regno Unito finirà nel marzo 2019. Lo ha detto il portavoce della premier britannica Theresa May.
L'annuncio è arrivato dopo una crescente polemica nel governo May che è apparso fortemente diviso su questa materia. Una proposta avanzata in precedenza dal ministro degli Interni, Amber Rudd, prevedeva invece un periodo transitorio di tre anni dopo la conclusione delle trattative sulla Brexit in cui la libera circolazione sarebbe rimasta sostanzialmente in vigore.
Ma dopo le forti critiche di un altro ministro, il titolare al Commercio internazionale Liam Fox, che ha pubblicamente affermato di essere stato tenuto all'oscuro sulla proposta della Rudd, è arrivata la dichiarazione chiarificatrice di Downing Street.