Non solo “El Chapo”, gli orrori del narcotraffico

CITTÀ DEL MESSICO - Nel mondo narco era noto come il "Pozolero", e il suo nome è Santiago Meza Lopez. Dopo essere stato catturato nel 2009 confessò di aver sciolto nell'acido circa 300 persone: "Li buttavo dentro un barile, e lì si disintegravano".
È solo un tragico esempio dell'orrore che emerge dai racconti del narcotraffico messicano, dai mille cartelli, gang e bande, in primo piano dopo la cattura e l'intervista a "El Chapo" Guzman.
Il barone della droga mondiale deve far fronte ad una trentina di accuse da parte del Messico e degli Stati Uniti, dove lo cercano i tribunali di California, Arizona, Illinois, Texas e New York. Solo nella città di frontiera di El Paso deve rispondere a 14 capi d'imputazione. Il capo del cartello di Sinaloa è accusato di essere coinvolto, in modo diretto o indiretto, nell'uccisione di migliaia di persone nello scontro fra i diversi gruppi del crimine organizzato messicano.
La prima volta che si parlò di lui fu nel lontano 1993, quando durante uno scontro a fuoco con i killer del cartello di Tijuana venne ucciso il cardinale Jesus Posadas Ocampo.
Le storie come quelle del "Pozolero" o del "Chapo" sono tante. Qualche giorno prima di Natale nello Stato di Guerrero sono state trovate in una fossa comune i corpi di venti persone: erano in fondo a un burrone a circa 500 metri di profondità, hanno fatto sapere i militari, senza escludere la possibilità di trovare altri cadaveri.
I racconti raccapriccianti arrivano d'altra parte da tutto il paese e si ripetono di settimana in settimana. Sulla scia del crimine narco c'è poi l'assuefazione all'orrore e alla violenza. A impressionare sono anche i dati dello scontro tra i diversi "cartelli" dei narcotrafficanti in lotta per il controllo del territorio e per gestire gli affari più redditizi: non solo droga quindi, ma per esempio anche il traffico degli immigranti centroamericani verso gli Stati Uniti.
Secondo diversi fonti, i morti dal 2006 sono circa 100'000. C'è poi un dramma nel dramma, e cioè quello delle "desapariciones": 26'000 in quasi dieci anni.