Il caso

Non solo il Mar Baltico: i sabotaggi di cavi sottomarini interessano anche Taiwan

Il rapporto di Recorded Future evidenzia i rischi legati a questi misteriosi incidenti, di cui si è molto parlato negli ultimi mesi
© Shutterstock
Red. Online
20.07.2025 15:03

Prima il mar Baltico. E ora anche le acque attorno a Taiwan. Nel corso dell'ultimo anno, hanno fatto discutere i ripetuti casi di sabotaggio di cavi sottomarini avvenuti nel Nord Europa. Episodi avvolti dal mistero, per i quali, a più riprese, è stato puntato il dito contro Mosca. Dalle acque attorno alla Svezia e alla Finlandia, fino alle Lettonia, sono stati diversi i casi di danni ai collegamenti. Ma la faccenda non sembra ancora conclusa. Anzi, le cose potrebbero prendere una piega ancora diversa.

A dirlo, in particolare, è un'analisi condotta da Recorded Future – azienda statunitense specializzata in sicurezza informatica – che ha individuato 44 danni ai cavi avvenuti tra il 2024 e il 2025, prevalentemente nel mar Baltico ma anche al largo delle coste di Taiwan. In tutti i casi, interpretati come «presagi di ulteriori attività simili». Come evidenzia lo studio, infatti, non sono prese di mira solo le acque del Nord Europa, ma anche quelle di Taiwan. In altre parole, dietro a questi attacchi non ci sarebbe solo la Russia ma anche la Cina. 

A far discutere, negli ultimi tempi, sono stati prevalentemente i casi avvenuti nel Baltico. Ma negli scorsi 18 mesi si sono verificati «incidenti» simili anche a Taiwan. A febbraio, per esempio, un mercantile con equipaggio cinese ha tagliato i cavi tra l'isola e le isole Penghu. Il mese precedente, invece, una nave da carico di proprietà cinese era stata ritenuta la presunta responsabile del danneggiamento di un cavo che collega Taiwan e gli Stati Uniti. 

«È probabile che le attività attribuite alla Russia nella regione del Nord Atlantico-Baltico e alla Cina nel Pacifico occidentale aumenteranno di frequenza con l'aumentare delle tensioni», ha spiegato Recorded Future. Uno scenario che incute qualche timore, soprattutto perché i cavi sottomarini trasportano il 99% del traffico dati intercontinentale mondiale e, negli ultimi 18 mesi, sono stati colpiti da «incidenti con sospetto supporto statale». 

Da un lato, come evidenzia l'indagine, è difficile attribuire responsabilità definitive per i recenti incidenti nel Baltico e nei dintorni di Taiwan. Tuttavia, «tali operazioni sono in linea con gli obiettivi strategici di Russia e Cina, con le attività osservate di recente e con le attuali capacità in acque profonde».

La minaccia, come sottolinea Record Future, è che un attacco a più cavi – che causerebbe un'interruzione prolungata – dovrebbe avvenire in acque più profonde. E ciò «molto probabilmente coinvolgerebbe attori di minaccia sponsorizzati dallo Stato, a causa delle difficoltà di accesso a questi siti». Sempre secondo il rapporto, un'operazione di questo tipo avverrebbe, verosimilmente, prima di un conflitto vero e proprio. 

Ma non è tutto. A detta degli analisti, il danneggiamento dei cavi sottomarini potrebbe essere «una tattica attraente» perché consente agli Stati di colpire le infrastrutture avversarie «con un metodo non sofisticato che potrebbe essere fatto passare per un incidente o essere eseguito da imbarcazioni senza legami diretti con il presunto sponsor degli attacchi». Motivo per cui, secondo Recorded Future, un migliore monitoraggio dei cavi e delle misure di sicurezza intorno alle infrastrutture sottomarine, oltre a test di stress completi, aiuterebbero a prevenire un incidente che danneggiasse più cavi e causasse «problemi di connettività prolungati».

I sabotaggi peggiori

Nonostante le preoccupazioni ruotino prevalentemente attorno al Baltico e a Taiwan, i tre incidenti più pericolosi di questo tipo si sono verificati altrove. Il primo è avvenuto nel Mar Rosso nel febbraio dello scorso anno, quando un missile Houthi ha permesso che l'ancora di una nave colpisse i cavi, provocando «un impatto significativo sulle reti di comunicazione in Medio Oriente». Il secondo, invece, si è verificato nell'Africa occidentale un mese dopo, a causa di una frana sottomarina. Un altro incidente degno di nota è quello avvenuto e al largo delle coste del Sudafrica nel maggio del 2024, quando a causa di un problema sono stati trascinati alcuni cavi.

Non è tutto. Sempre secondo Recorded Future, l'impatto degli incidenti nel Mar Rosso e in Africa ha dimostrato che le interruzioni più prolungate si sono verificate in aree con una disponibilità limitata di cavi alternativi e una carenza di competenze per la riparazione, indipendentemente dalla causa dell'interruzione. Al contrario, due attacchi nel Mar Baltico nel novembre dello scorso anno hanno avuto un impatto minimo grazie alla capacità di riserva e alla resilienza dell'infrastruttura Internet europea.

Ma ciò non toglie che i pericoli sussistono. Soprattutto per tre Stati membri insulari dell'UE, ossia Malta, Cipro e Irlanda, considerati più vulnerabili a causa della loro dipendenza dalle reti di telecomunicazioni.