Il caso

Non solo il Pakistan: anche Netanyahu, ora, candida Trump al Nobel per la pace

Nel corso della cena alla Casa Bianca, il premier israeliano ha consegnato al presidente americano la lettera di nomina inviata al comitato norvegese: un gesto che il tycoon ha particolarmente apprezzato: «Da parte sua è molto significativo»
©Alex Brandon
Red. Online
08.07.2025 07:45

L'incontro doveva essere incentrato su Gaza. Ma le cose non sono andate del tutto in quella direzione. Nelle scorse ore, Trump e Netanyahu hanno cenato, insieme, alla Casa Bianca. Il loro primo incontro da quando gli Stati Uniti, nelle scorse settimane, hanno attaccato il programma nucleare iraniano. 

Per l'occasione, come riportano i media internazionali, ci si aspettava che Trump «facesse pressioni su Netanyahu», affinché il premier israeliano accettasse un cessate il fuoco a Gaza. Proprio ieri, lunedì, i negoziatori israeliani e quelli di Hamas si sono incontrati in Qatar per colloqui indiretti, per la prima volta dopo settimane. Ma anche se entrambe le parti si sono espresse positivamente sulle prospettive di un cessate il fuoco, restano ancora «diversi punti critici da negoziare». 

Per questo motivo, insomma, l'incontro tra Netanyahu e Trump, secondo gli esperti, avrebbe dovuto concentrarsi su questi aspetti ancora da chiarire per raggiungere una tregua definitiva. La cena, però, ha preso un'altra piega. All'inizio dell'incontro, il premier israeliano ha infatti consegnato a Trump una lettera. Lettera che Netanyahu aveva inviato a un comitato per il premio Nobel per la pace, candidando proprio il presidente americano. Elogiandolo per «gli sforzi fatti per porre fine ai conflitti in Medio Oriente».  

«Voglio esprimere l'apprezzamento e l'ammirazione non solo di tutti gli israeliani, ma del popolo ebraico», ha dichiarato Netanyahu prima di presentare la lettera a Trump in cui annunciava di averlo candidato al premio Nobel per la Pace. «Ve lo meritate». Un gesto che il tycoon ha particolarmente apprezzato, definendolo «molto significativo», proprio perché «proviene dal premier israeliano».  

«Mentre parliamo sta ripristinando la Pace, in un Paese, in una regione dopo l'altra», ha aggiunto Netanyahu, giustificando il motivo della sua lettera. Per Trump, quella di Israele è la seconda candidatura al Nobel per la Pace, dopo quella del Pakistan. Qualche settimana fa, il governo pakistano ha infatti formalmente raccomandato il presidente degli Stati Uniti per il Premio Nobel per la Pace 2026, citando il suo «decisivo intervento diplomatico» durante la recente crisi indo-pakistana. 

Nel resto della cena, Trump si è spostato sulla guerra a Gaza, affermando che Hamas «vuole incontrarsi e vuole raggiungere un cessate il fuoco». Tuttavia, senza condividere ulteriori dettagli. Le discussioni con il leader israeliano si sono quindi concentrate sulla «soluzione a due Stati» in Palestina. Netanyahu, sulla questione, si è espresso sottolineando che «i palestinesi dovrebbero avere tutti i poteri per autogovernarsi, ma nessuno che possa minacciare Israele». Motivo per cui, secondo il premier israeliano, «alcuni poteri, come la sicurezza generale, rimarranno sempre nelle mani di Israele». 

Prima di partire per Washington, Netanyahu aveva dichiarato di essere «fiducioso» in merito al raggiungimento di un accordo, aggiungendo che ai negoziatori israeliani sono state date «chiare istruzioni» per raggiungere un cessate il fuoco, ma «alle condizioni che Israele ha già accettato».