Opinioni elettorali

Nuova prospettiva sul mercato del lavoro

Leonardo Piero Gaetano Bussi, candidato dell’UDC al Gran Consiglio
Red. Online
01.04.2019 20:14

La crescita del Cantone riparte dal lavoro, il cambiamento riparte dalle competenze locali. Bisogna porre le basi per la valorizzazione delle risorse interne del Ticino e per l’inclusione della popolazione attualmente esclusa dal ciclo produttivo. Una riconfigurazione di URC e Ispettorato del lavoro unita a una politica di incentivazione e coinvolgimento, in un programma che punti allo sviluppo economico ticinese. Io penso che il lavoro debba essere la nuova frontiera dell'azione politica in Ticino. Nessuna riforma fiscale, nessun programma assistenziale e nessuna iniziativa sociale potranno mai compensare la mancanza di un lavoro dignitoso, pagato il giusto e rispettoso dei diritti del lavoratore. È urgente riportare nel pieno ciclo produttivo tutte quelle persone (in disoccupazione, in assistenza o rimaste senza coperture sociali) che oggi se ne trovano estromesse. Nessuno deve essere lasciato indietro. Riportare queste persone nel ciclo produttivo vorrebbe dire minori sussidi a carico del Cantone, nuove entrate fiscali, un aumento del potere di spesa di una fetta significativa della nostra popolazione e, soprattutto, un recupero di energie, competenze e abilità che, al momento, giacciono inutilizzate. Spesso sento dire che in Ticino non ci sarebbero le competenze giuste per questo o quel lavoro. Mi permetto di dissentire. Io penso invece che in Ticino ci sono tutte le competenze necessarie e anche qualcuna in più. Basta guardarsi intorno e vedere la qualità delle strutture formative del cantone o quello che è stato creato negli anni, con fatica e coraggio, dalle generazioni che ci hanno preceduto. Ho viaggiato per mezzo mondo per lavoro e vi posso confermare che di posti come Lugano e il Ticino non ce ne sono tanti in giro. Anche i frontalieri possono essere, a buon diritto, una risorsa importante per il cantone, ma solo nel limite di quanto effettivamente necessario al mercato del lavoro ticinese. La situazione attuale in cui, a fronte delle decine di migliaia di lavoratori frontalieri che ogni giorno varcano i confini del Ticino, molti residenti sono invece in disoccupazione/assistenza, non è sostenibile, né per la finanza cantonale né per i diretti interessati. È dunque a mio parere necessaria una radicale e generale riforma del mercato del lavoro ticinese, che parta da tre aspetti fondamentali: – Riforma dell'URC. L'Ufficio di collocamento deve essere potenziato e ripensato: sia in termini di budget sia di risorse. L'URC deve inoltre essere dotato di nuovi e più incisivi strumenti giuridici. Deve essere ripensata e ridefinita l'interazione tra l'URC e le singole imprese, puntando a sviluppare, di concerto con le imprese stesse, meccanismi congiunti di ricerca, formazione e selezione del personale. Devono essere potenziati i programmi di riqualificazione professionale delle persone iscritte sulle liste URC. Tali programmi devono essere mirati e finalizzati all'immediato reinserimento nel mondo del lavoro. Deve essere introdotto un meccanismo di remunerazione dei funzionari URC che premi i risultati ottenuti sul campo (numero di persone reinserite da ciascun funzionario per ciascun anno) per incentivare l’azione di reinserimento. – Riforma dell'Ispettorato del lavoro. L'Ispettorato del lavoro va radicalmente potenziato, sia in termini di budget sia di risorse. Esso deve diventare, ancora di più che adesso, il guardiano del buon funzionamento del mercato del lavoro ticinese e del rispetto delle regole da parte di tutti i suoi attori. Tutte le attuali sanzioni devono essere ripensate e aumentate, in modo da scoraggiare le aziende da intraprendere condotte non solo lesive della dignità del lavoratore, ma anche dannose per lo stesso tessuto economico ticinese (mobbing, concorrenza sleale, mancato pagamento dei contributi, fallimenti pilotati, lavoro nero...solo per fare qualche esempio). Il numero di ispettori, i loro poteri ispettivi e il numero di controlli sul territorio devono crescere esponenzialmente. È opportuno inoltre introdurre meccanismi di remunerazione dei funzionari strettamente legati al risultato del loro lavoro (numero e gravità delle violazioni individuate), in modo da incentivarne l'azione ispettiva. Un mercato del lavoro sano e ben protetto rappresenta il presupposto fondamentale per una forte crescita economica. Inoltre risulta fondamentale proteggere le aziende virtuose, che competono lealmente tra di loro, da coloro che pensano di venire in Ticino per sfruttare le grandi potenzialità del territorio, ma senza rispettarne le leggi. – Incentivazione fiscale delle assunzioni dei lavoratori residenti ultracinquantenni. Prevedere una nuova ipotesi di incentivo fiscale, pari al 50% del salario lordo ricevuto dal lavoratore, per le aziende che assumono lavoratori ultracinquantenni residenti. I lavoratori ultracinquantenni rappresentano infatti una ricchezza enorme di competenze e capacità consolidate nel corso degli anni che va preservata e protetta. Un lavoratore ultracinquantenne che perde oggi il lavoro ha difficoltà a ritrovarlo. Aiutare questi lavoratori, che ancora possono contribuire molto alla ricchezza del nostro cantone, a trovare una nuova occupazione è un vantaggio sia per le aziende che li assumono (che possono quindi contare sulla loro grande competenza) che per il cantone stesso, evitandosi in questo modo che molti di loro, una volta scaduta la disoccupazione, si vedano costretti a ricorrere a sussidi o alle varie forme di aiuto sociale. Puntare alla piena occupazione dei lavoratori residenti, difendere le aziende e gli imprenditori che rispettano le regole da chi non lo fa, garantire a tutti i lavoratori residenti, indipendentemente dall'età, la possibilità di trovare un nuovo impiego in tempi ragionevoli. Sono questi i principi fondamentali che vedrei bene in una grande riforma del mercato del lavoro. Una riforma che metta al centro di tutto la protezione ed il rilancio del mercato interno, elemento imprescindibile di qualsiasi concreta a e reale crescita economica.