Obama in visita a Tucson

NEW YORK - Da Tucson, appello di Barack Obama ai suoi concittadini: se l'America vuole davvero onorare le vittime di quella strage di Tucson, allora che ritrovi se stessa. Lo deve a Gabrielle Giffords, «che questa sera per la prima volta ha riaperto gli occhi», e a Christina Green, la bimba di 9 anni uccisa sabato scorso e che «merita un esempio degno dell'America che lei si era immaginata». Sia capace l'America di fare altrettanto.In un discorso di circa mezz'ora, più volte interrotto dagli applausi, Obama ha evitato ogni riferimento politico, tranne uno: per quanto l'America sia divisa, non deve perdere questa occasione per «tornare a se stessa» e alle ragioni che stanno al cuore della sua essenza. In nome di Christina Green, di Gabrielle Giffords, e di tutte le altre vittime della «insensata» strage di Tucson. Obama ha parlato nel palazzetto dell'Università, davanti alla moglie Michelle, al marito della Giffords, Mark Kelly, ai segretari Eric Holder e Janet Napolitano, al senatore dell'Arizona John McCain, e ad altre 14 mila persone. Poco prima era stato in ospedale a visitare la deputata ferita. Si era fermato nella stanza nove minuti. Poi è stato informato che poco dopo la sua visita «Gabrielle Giffords ha riaperto gli occhi per la prima volta». Così è stato lui stesso a dare l'annuncio durante il suo discorso: «Gabby ha riaperto gli occhi, ha riaperto gli occhi» ha ripetuto.