Officine, inquinanti e bonifiche: «Valuteremo come intervenire»

Chi si farà carico degli eventuali costi di bonifica per i terreni delle Officine FFS di Bellinzona? La questione era già finita al centro dell’interrogazione inoltrata dai Verdi (primo firmatario il granconsigliere Marco Noi) al Governo. A seguito della risposta, che evidenziava la possibilità di «una condizione di inquinamento rilevante» su quel sedime, avevano fatto seguito altre due distinte interrogazioni, sempre firmate dai Verdi. La prima era stata rivolta al Consiglio di Stato e la seconda al Municipio di Bellinzona. Mercoledì l’Esecutivo cittadino ha risposto ai quesiti posti dai consiglieri comunali Sara Nisi, Lorenza Röhrenbach e Kevin Simao Ograbek. Sotto la lente, come detto, la questione dei terreni dello stabilimento produttivo e il loro inquinamento, se non addirittura contaminazione, dopo un secolo e mezzo di uso industriale da parte delle Ferrovie.
Distinzioni importanti
Una differenza, quest’ultima, che non si riduce ad una trascurabile finezza linguistica. Anzi. È l’aspetto fondamentale per capire a chi competerà l’onere di un eventuale risanamento dei terreni. Il concetto, spiegato a suo tempo già dal Consiglio di Stato basandosi sull’Ordinanza sui siti inquinati, è stato ribadito pure dal Municipio di Bellinzona nella sua risposta. Ed è il seguente: viene fatta una distinzione, «per gravità ed importanza» tra siti contaminati e siti inquinati. Se un sito risulta essere contaminato, la sua bonifica è obbligatoria ed è prescritta dalla Legge federale sulla protezione dell’ambiente. La ragione è chiara: un sito contaminato «può essere all’origine di effetti dannosi o molesti per l’ambiente». Differente la situazione per un sito «solo» inquinato. Dove «l’inquinamento proviene tipicamente dai rifiuti depositati o infiltrati nel sottosuolo e la cui estensione è limitata». Inoltre i siti inquinati «possono essere modificati attraverso la costruzione o la trasformazione di edifici o impianti senza grosse limitazioni, al contrario dei siti contaminati». Per queste ragioni i siti inquinati sono ritenuti casi «meno gravi», e non comportano necessariamente l’obbligo di risanamento.
Ma chi paga?
La distinzione assume molta rilevanza anche per quanto concerne l’onere dei costi per i lavori di bonifica dei terreni. In base alla convenzione stipulata tra FFS, Cantone e Città, infatti, se i terreni delle Officine dovessero risultare siti contaminati «il relativo onere di risanamento sarà interamente a carico delle Ferrovie, quali responsabili». Inoltre, sempre stando all’accordo, «le Ferrovie devono consegnare il sedime libero da edifici e impianti e, ovviamente, non contaminato». Se invece quelle superfici risulteranno siti inquinati ma non contaminati, «si tratterà allora di capire l’ingerenza dei singoli progetti edilizi riguardo alle superfici inquinate». L’area su cui sorgono le Officine di Bellinzona - precisa il Municipio - è da sempre iscritta nel catasto federale dei siti inquinati dell’Ufficio federale del trasporti (UFT) e, da inizio 2023, anche nel catasto cantonale. Stando così le cose, le eventuali spese di risanamento sarebbero a carico di Città e Cantone e, quindi, della comunità.
Verifiche in corso
Prematuro però, al momento, dire se ci saranno davvero delle spese per la Città, puntualizza l’Esecutivo. «Sapere se, ed eventualmente, in quale misura ci si potrebbe trovare davanti a forme di inquinamento che potrebbero ricadere sui costi collegati all’edificazione o infrastrutturazione dell’area da parte del Comune, è ancora troppo presto per dirlo». Attualmente - prosegue - sono in corso valutazioni per capire nello specifico «l’effettivo rischio per l’ambiente e che cosa implicherebbe un seppur non necessario risanamento in termini di costi e benefici». A parlare di «attesa» e di «indagini dettagliate» era stato anche il Governo nella sua risposta data in agosto. Stesso discorso anche per quanto riguarda una valutazione dei costi a carico della Città: «Sono ancora in corso diverse verifiche». Secondo una prima stima fatta, lo ricordiamo, per la bonifica dell’ampio sedime era stata ipotizzata una spesa complessiva compresa tra i 30 e i 50 milioni. In ogni caso, precisa infine l’Esecutivo, «non ci sono indicazioni che il terreno in questione sia talmente contaminato da non poter essere più utilizzato» e, al momento, nulla mette in discussione il fatto che il nuovo quartiere alle Officine venga realizzato «così come è stato adottato».




