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Piena adesione della Palestina all'ONU: veto degli USA, la Svizzera si astiene

Bloccata la risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite – TUTTI GLI AGGIORNAMENTI
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Piena adesione della Palestina all'ONU: veto degli USA, la Svizzera si astiene
Red. Online
18.04.2024 06:38
23:47
23:47
«Uno Stato palestinese solo nell'ambito di un accordo di pace»

«Gli Usa supportano vigorosamente uno stato palestinese nell'ambito di un accordo di pace. E il presidente Joe Biden dal 7 ottobre ha ripetuto numerose volte che l'unica via per la pace e' una soluzione dei due stati. Ma azioni premature qui a New York, anche con le migliori intenzioni, non porteranno allo stato palestinese». Lo ha detto l'ambasciatore americano all'Onu Robert Wood dopo aver posto il veto alla risoluzione sull'ammissione piena della Palestina alle Nazioni Unite.

23:25
23:25
Piena adesione della Palestina all'ONU: gli USA mettono il veto

Gli Usa hanno bloccato con il veto la bozza di risoluzione del Consiglio di Sicurezza Onu che raccomandava l'adesione piena della Palestina alle Nazioni Unite. Il testo ha ottenuto 12 voti a favore (Algeria, Russia, Cina, Francia, Guyana, Sierra Leone, Mozambico, Slovenia, Malta, Ecuador, Sud Corea, Giappone), 2 astensioni (Gran Bretagna e Svizzera) e il no degli Stati Uniti.

La brevissima bozza presentata dall'Algeria "raccomanda all'Assemblea Generale che lo stato di Palestina sia ammesso come membro dell'Onu". Per essere ammessa alle Nazioni Unite a pieno titolo la Palestina doveva ottenere una raccomandazione positiva del Consiglio di Sicurezza (con nove sì e nessun veto) quindi essere approvata dall'Assemblea Generale a maggioranza dei due terzi.

22:13
22:13
«Preoccupati per le varie linee d'azione a Rafah»

Gli Stati Uniti hanno «espresso preoccupazione sulle varie linee d'azione a Rafah» nella riunione del gruppo strategico Usa-Israele convocato dal consigliere per la sicurezza americana Jake Sullivan. Lo riferisce la Casa Bianca in una nota. La parte israeliana, guidata dal ministro per gli affari strategici Ron Dermer e dal consigliere per la sicurezza nazionale Tzachi Hanegbi, ha assicurato Washington che «terrà conto di queste preoccupazioni».

Nella riunione Sullivan ha inoltre «informato la parte israeliana delle nuove sanzioni imposte oggi contro l'Iran, in coordinamento con il Congresso e gli alleati del del G7».

20:44
20:44
«Se Israele ci attacca lo rimpiangerà»

«In caso di ulteriori attacchi da parte del regime israeliano, l'Iran non esiterebbe neanche un attimo ad una risposta che gli faccia rimpiangere le sue azioni». Lo ha detto il ministro degli Esteri iraniano Hossein Amir-Abdollahian in Consiglio di Sicurezza Onu.

«Nessuno Stato membro sarebbe rimasto zitto dopo l'attacco ad una sua ambasciata, simbolo della propria sovranità - ha aggiunto - L'attacco di sabato notte dell'Iran è stato necessario, non avevamo altra opzione, ed è stato in risposta all'attacco israeliano».

19:32
19:32
«Hamas deporrà le armi con il riconoscimento della Palestina»

Secondo la Turchia, Hamas deporrà le armi nel caso venga riconosciuta la Palestina. "Nei negoziati politici che abbiamo tenuto per anni con Hamas, mi hanno detto che accettavano la creazione di uno Stato palestinese entro i confini del 1967 e che, una volta fondato lo Stato palestinese, Hamas non avrebbe più avuto bisogno di un braccio armato e che avrebbe continuato come partito politico".

Lo ha detto il ministro degli Esteri turco Hakan Fidan a Doha, come riporta Ntv, dopo avere incontrato il capo dell'ufficio politico di Hamas, Ismail Haniyeh, atteso sabato in Turchia per un incontro con il presidente Recep Tayyip Erdogan.

18:56
18:56
«Da Israele progressi limitati o nulli sugli aiuti a Gaza»

«Recentemente Israele ha assunto una serie di impegni per migliorare la distribuzione degli aiuti a Gaza e ci sono stati alcuni esempi di progressi limitati, ma i progressi evidenti in un'area sono spesso vanificati da ritardi e restrizioni altrove». Lo ha detto il segretario generale dell'Onu Antonio Guterres in Consiglio di Sicurezza.

«Ad esempio, anche se le autorità israeliane hanno dato il via libera a più convogli di aiuti, tali autorizzazioni vengono spesso concesse quando è troppo tardi per effettuare le consegne e tornare in sicurezza - ha aggiunto -. Il nostro personale non può operare nell'oscurità in una zona di guerra disseminata di ordigni inesplosi».

Quindi, ha sottolineato, «l'impatto è limitato e talvolta nullo», ricordando che «durante la settimana dal 6 al 12 aprile, Israele ha negato oltre il 40% delle richieste delle Nazioni Unite per il passaggio attraverso i checkpoint israeliani».

Il segretario generale ha ribadito che «abbiamo urgentemente bisogno di progressi significativi e misurabili, tra cui, ad esempio, la consegna illimitata di aiuti attraverso il porto di Ashdod e il riavvio della linea di galleggiamento di Nahal Oz».

18:54
18:54
«La piena ammissione della Palestina? Un pilastro per la pace»

«L'ammissione a pieno titolo della Palestina all'Onu sarebbe un importante pilastro per raggiungere la pace nella nostra regione. E' il momento per il Consiglio di Sicurezza di dare giustizia al popolo palestinese». Lo ha detto il rappresentante speciale del presidente palestinese, Ziad Abu Amr.

«Quelli che ostruiscono tale risultato non aiutano il processo di pace tra israeliani e palestinesi e in generale in Medio Oriente», ha aggiunto, rivolgendosi «a Paesi come gli Usa che vogliono impedire la nostra ammissione a pieno titolo quando hanno sostenuto quella di Israele».

«Quanto distaccato dalla realtà può essere il Consiglio di Sicurezza anche solo a considerare una risoluzione che propone l'ammissione piena della Palestina all'Onu quando questo avrebbe un impatto positivo pari a zero per qualsiasi parte». Lo ha detto l'ambasciatore israeliano al Palazzo di Vetro, Gilad Erdan.

«Se questa risoluzione passasse questo Consiglio non dovrebbe più essere conosciuto come Consiglio di sicurezza ma come Consiglio del terrore - ha aggiunto - Pensate davvero che questa risoluzione cambi la situazione sul terreno o renderebbe la pace più vicina?».

18:53
18:53
«Non è vero che abbiamo dato il nostro via libera all'invasione di Rafah»

L'amministrazione Biden è ancora preoccupata che un'invasione israeliana di Rafah, nel sud di Gaza, possa portare ad un grande numero di vittime civili: lo riferisce il sito americano di notizie Axios.

Il sito cita dirigenti Usa che hanno negato categoricamente le indiscrezioni secondo cui la Casa Bianca avrebbe dato il via libera a un'operazione a Rafah se Israele rinunciasse a colpire l'Iran come rappresaglia per l'attacco dello scorso fine settimana.

18:32
18:32
Attacchi houthi nel Mar Rosso: forte impatto sull'export egiziano

Gli attacchi Houthi alle navi nel Mar Rosso hanno avuto un forte impatto sulle esportazioni egiziane e non solo, in particolare su quelle di prodotti deperibili, che rischiano di non farcela a doppiare il Capo di Buona Speranza e a non rendere convenienti gli altissimi costi del trasporto. Ne parla una inchiesta del settimanale Al-Ahram, ricordando che finora sono state attaccate oltre 40 navi, tra cui 13 portacontainer, una nave da carico per auto e altre 26 imbarcazioni.

Ad esserne più colpite sono state, oltre alle entrate del Canale di Suez, la rotta marittima più importante del mondo, le colture agricole egiziane destinate a India, Bangladesh, Malesia e Indonesia, sospese da due mesi. Ne hanno risentito soprattutto gli esportatori di arance, cipolle e patate, colture più sensibili a viaggi prolungati.

Osama Rabie, presidente dell'Autorità del Canale di Suez ha dichiarato all'inizio di marzo che 1.433 navi erano state dirottate sulla rotta del Capo di Buona Speranza. L'Egitto, sottolineano le autorità, hanno comunque cominciato a diversificare i mercati rivolgendosi soprattutto a quello europeo.

17:29
17:29
Oggi il voto sull'ammissione piena della Palestina all'ONU

Il voto della bozza di risoluzione del Consiglio di Sicurezza Onu sull'ammissione a pieno titolo della Palestina alle Nazioni Unite è stato anticipato alle 17 locali, le 23 in Svizzera.

La presidenza maltese del Cds aveva fissato ufficialmente il voto per domani alle 15 (le 21 svizzere), ma al termine di una battaglia sulla tempistica portata avanti dagli stati arabi che ha creato il caos al Palazzo di Vetro, si è deciso di anticipare.

17:26
17:26
Sopravvive ai raid, muore nel lancio di aiuti

Cinque mesi fa era sopravvissuto a un raid israeliano che aveva spazzato via la casa nella quale abitava a Gaza con 17 membri della sua famiglia. Il destino però non lo ha risparmiato: è morto domenica dopo essere stato colpito da uno dei pacchi di aiuti umanitari lanciati sulla Striscia.

Zein Oroq aveva solo 13 anni. A novembre scorso era stato estratto miracolosamente vivo dalla macerie della sua abitazione dopo essere rimasto intrappolato per ore. Pur riportando ferite alla testa, alla gamba e alla mano, era comunque sopravvissuto all'attacco, mentre altri membri della sua famiglia allargata sono morti.

"Lo aveva salvato Dio", ha raccontato tra le lacrime il nonno del ragazzino, Ali Oroq, ricordando come Zein si fosse sempre dato da fare per procurare cibo a tutta la famiglia. "Avrebbe dovuto essere a scuola e invece, da quando è scoppiata la guerra, si dannava per portare viveri alla famiglia. Spesso nuotava nello stagno per recuperare un pasto destinato ad aiutarci", ha detto ancora il nonno.

Anche la scorsa settimana Zein correva nel disperato tentativo di afferrare una lattina di fave, riso o farina lanciati con i paracaduti da uno dei tanti aerei di aiuti umanitari, ma una cassetta del pronto soccorso lo ha colpito alla testa mentre la folla tutt'intorno, affamata come lui, gli passava davanti. Ricoverato in ospedale con fratture al bacino, al cranio e all'addome, domenica è deceduto. "Mio figlio è stato il mio sostegno, era tutta la mia vita, la mia prima gioia in questo mondo, il mio figlio più grande. Possa riposare in pace", ha detto il padre Mahmoud, citato dal Guardian.

Il 5 marzo scorso, cinque persone sono morte e altre 10 sono rimaste ferite quando il paracadute con gli aiuti umanitari non si è aperto e i pacchi hanno colpito con violenza un gruppo di gazawi. Mentre il 26 marzo almeno 12 persone sono annegate mentre cercavano di recuperare un pacco di aiuti che era finito in mare al largo della spiaggia di Gaza.

Zein Oroq è l'ennesima vittima di una guerra che da oltre sei mesi investe la Striscia, dove i palestinesi affrontano gravi carenze di medicine, cibo e acqua in una crisi umanitaria sempre più profonda, mentre da più parti si chiede a Israele di garantire un'assistenza umanitaria urgente. "È con grande sconcerto che prendiamo atto delle prove sempre più evidenti della carestia in atto a Gaza e dell'escalation della situazione umanitaria a un livello catastrofico", hanno commentato appena ieri l'alto rappresentante Ue Josep Borrell e il commissario per le emergenze Janez Lenarčič.

16:58
16:58
«In Medio Oriente rischio di conflitto regionale»

«È il momento di porre fine al sanguinoso ciclo di ritorsioni. La comunità internazionale deve lavorare insieme per prevenire qualsiasi azione che possa spingere l'intero Medio Oriente oltre il limite, con un impatto devastante sulla popolazione civile». Lo ha detto il segretario generale Onu, Antonio Guterres, in Consiglio di Sicurezza.

«Negli ultimi giorni si è assistito a una pericolosa escalation, un errore di calcolo o un errore di comunicazione potrebbero portare all'impensabile, un conflitto regionale su vasta scala che sarebbe devastante», ha aggiunto chiedendo la «massima moderazione».

Guterres ha poi sottolineato che «i rischi stanno aumentando su molti fronti, e abbiamo la responsabilità condivisa di affrontare questi rischi e di far uscire la regione dal precipizio. Il modo per farlo è portare avanti un'azione diplomatica globale per allentare la tensione in Medio Oriente».

Il segretario generale ha poi affermato che «la fine delle ostilità a Gaza disinnescherebbe in modo significativo le tensioni in tutta la regione». «Abbiamo l'obbligo morale condiviso - ha detto - di portare avanti uno sforzo globale di allentamento della tensione in Medio Oriente, al fine di ridurre i rischi, aumentare la stabilità e aprire la strada verso la pace e la prosperità per i Paesi e le popolazioni della regione e oltre».

15:25
15:25
FBI in allerta per la Pasqua ebraica

Negli Stati Uniti le forze dell'ordine federali sono in allerta per qualsiasi potenziale minaccia alla comunità ebraica in vista dell'inizio delle festività della Pasqua ebraica: lo ha detto il direttore dell'FBI Christopher Wray a un gruppo di funzionari della sicurezza nazionale.

«Al Bureau rimaniamo particolarmente preoccupati che attori solitari possano prendere di mira grandi raduni, eventi di alto profilo o luoghi simbolici o religiosi per scopi violenti, una preoccupazione particolare, ovviamente, mentre guardiamo all'inizio della Pasqua ebraica lunedì sera», ha detto Wray.

Intervenendo a un evento ospitato dal Secure Community Network, un'organizzazione no-profit per la sicurezza e la formazione della comunità ebraica, il capo dell'FBI ha affermato che le minacce alla comunità ebraica statunitense erano già elevate prima dell'attacco terroristico di Hamas del 7 ottobre contro Israele, ma che il numero di crimini d'odio è poi triplicato.

14:08
14:08
L'Iran minaccia di attaccare i siti nucleari israeliani

L'Iran minaccia di attaccare i siti nucleari israeliani in caso di «aggressione» da parte dello Stato ebraico. Lo annunciano i pasdaran, secondo quanto riferisce la Tass.

Teheran ha individuato la posizione dei «centri nucleari» israeliani e sarà pronta a distruggerli nel caso in cui lo Stato ebraico reagisca al recente attacco iraniano contro le strutture militari israeliane, ha affermato il generale Ahmad Haqtalab, comandante dell'unità di difesa e sicurezza nucleare dei pasdaran (il Corpo delle guardie della rivoluzione islamica, ndr.).

«La posizione dei centri nucleari del nemico sionista è stata definita e abbiamo a nostra disposizione le informazioni necessarie su tutti gli obiettivi. In risposta a qualsiasi ipotetica azione che potrebbero intraprendere, saremo pronti a lanciare potenti missili per distruggere questi obiettivi», afferma il generale Haqtalab, secondo quanto scrive l'agenzia di stampa iraniana Isna ripresa dalla Tass.

13:36
13:36
CNN: «Raid a Rafah, uccisi 8 membri di una famiglia tra cui 5 bambini»

Nel raid israeliano di ieri sera a Rafah sono morte 8 persone di una stessa famiglia, tra cui 5 bambini. Lo scrive la Cnn online che cita funzionari dell'ospedale.

L'attacco aereo è avvenuto nel quartiere di Al-Salam, nella parte meridionale di Rafah. I corpi delle vittime - tutti appartenenti alla famiglia Ayyad, sfollata da Gaza City, nella parte settentrionale dell'enclave - sono stati portati all'ospedale Abu Yousuf Najjar. Tra gli otto morti c'erano cinque bambini, secondo un elenco fornito da un funzionario dell'ospedale.

10:57
10:57
La Cina sostiene la Palestina «perché diventi membro a pieno titolo delle Nazioni Unite»

La Cina sostiene la Palestina «perché diventi membro a pieno titolo delle Nazioni Unite». È quanto ha detto oggi il ministro degli Esteri Wang Yi, nel corso della conferenza stampa congiunta con l'omologa indonesiana Retno Marsudi tenuta a Giacarta, nel giorno del voto al Palazzo di Vetro.

Wang, nel resoconto della diplomazia di Pechino, ha affermato anche che «il conflitto israelo-palestinese ha provocato un disastro umanitario e che un cessate il fuoco incondizionato e un meccanismo di soccorso umanitario dovrebbero essere istituiti il prima possibile per evitare un'ulteriore escalation della situazione».

«Il ministro degli Esteri Wang Yi e io abbiamo discusso anche della situazione in Medio Oriente» e «abbiamo condiviso le opinioni sull'importanza della riduzione della tensione, dell'autocontrollo e del sostegno a una pace giusta e duratura per la Palestina, nonché sulla richiesta della Palestina di diventare membro a pieno titolo delle Nazioni Unite», ha scritto su X Retno Marsudi a capo della diplomazia dell'Indonesia, il più grande Paese musulmano del mondo.

«Abbiamo avuto un incontro produttivo per discutere i progressi del nostro partenariato strategico globale, incluso il commercio e gli investimenti. Opinioni condivise sull'importanza della stabilità e del rispetto del diritto internazionale a livello globale e nell'Indo-Pacifico», ha aggiunto la ministra.

10:56
10:56
«Israele ha sottovalutato la gravità della risposta iraniana»

I funzionari israeliani hanno mal calcolato la gravità della risposta iraniana all'attacco del primo aprile al consolato di Teheran a Damasco in cui sono rimasti uccisi diversi comandanti delle Guardie della Rivoluzione islamica. Lo scrive il New York Times.

«Gli israeliani hanno fatto male i calcoli, pensando che l'Iran non avrebbe reagito con forza», si legge nel documento che cita diverse fonti americane. Il giornale afferma che i funzionari Usa si sono arrabbiati per essere stati informati solo pochi minuti prima dell'attacco a Damasco, mentre due fonti israeliane hanno dichiarato al Nyt che i piani sono iniziati due mesi prima.

08:44
08:44
«È improbabile che Israele attacchi l'Iran prima della fine della Pasqua ebraica»

È improbabile che Israele attacchi l'Iran prima della fine della Pasqua ebraica che comincia lunedì 22 aprile e termina il 29. Lo ha detto una fonte Usa all'emittente Abc, ripresa dai media israeliani.

La stessa fonte ha tuttavia aggiunto che «tutto può sempre cambiare». Poi ha sottolineato che i comandanti dei Pasdaran e l'altra leadership iraniana sono ancora in una situazione di allarme elevato, con alcuni nascosti in case sicure e strutture sotterranee.

Secondo Kan tv invece, il premier Benjamin Netanyahu ha deciso di accantonare i piani di ritorsione immediata preparati contro l'attacco iraniano dopo aver parlato con il presidente degli Stati Uniti Joe Biden, subito dopo il fatto. A detta dell'emittente il governo aveva già approvato una serie di possibili risposte a seconda della portata dell'attacco iraniano da attuare immediatamente dopo il raid di Teheran.

«La risposta - ha detto una fonte a Kan tv - non sarà più quella prevista, la sensibilità diplomatica ha avuto la meglio. Ci sarà una reazione, ma sembra che sarà diversa da quanto previsto».

06:39
06:39
Il punto alle 06.00

Il gabinetto di guerra israeliano si riunirà oggi, riporta il sito israeliano Ynet. In agenda il possibile attacco contro gli obbiettivi iraniani, le trattative per il rilascio degli ostaggi e una tregua a Gaza, gli scontri con le milizie libanesi di Hezbollah al confine settentrionale. Israele voleva colpire l'Iran già lunedì, in risposta all'attacco della Repubblica islamica di sabato notte, ma alla fine ha deciso di rinviare l'attacco. Lo hanno detto ad Axios cinque diverse fonti israeliane e americane, dopo che  all'inizio della settimana in effetti la risposta israeliana era data  per «imminente».

La Camera USA ha approvato ulteriori progetti di legge volti a contrastare l'Iran dopo l'attacco dello scorso fine settimana a Israele. Tra questi, riferisce Politico, figura lo 'Standing Against Houthi Aggression Act', che designerebbe gli Houthi sostenuti dall'Iran come un'organizzazione terroristica straniera. Il presidente Joe Biden ha annullato tale designazione, emessa sotto l'amministrazione Trump, nel 2021. C'è poi l'Iran Sanctions Relief Review Act', che richiederebbe la revisione del Congresso di qualsiasi azione volta a porre fine o rinunciare alle sanzioni contro l'Iran. Il progetto di legge proposto dal deputato August Pfluger bloccherebbe la deroga che consente il trasferimento di 6 miliardi di dollari di fondi iraniani come parte di uno scambio di prigionieri. Infine l''Iran Counterterrorism Act', che richiederebbe a Teheran di cessare il sostegno al terrorismo internazionale affinché l'amministrazione possa rinunciare alle sanzioni secondarie. Non vi è alcuna indicazione per ora che il Senato sia pronto ad agire su tali provvedimenti.

«Ribadiamo la condanna all'attacco senza precedenti contro Israele da parte dell'Iran. Assicureremo il massimo coordinamento su ogni futura misura che riduca la capacità dell'Iran di acquisire, produrre o trasferire armi», afferma il G7 dei ministri finanziari e dei governatori delle banche centrali, che si dice «preoccupato per la crisi a Gaza dopo l'attacco terroristico di Hamas contro Israele del 7 ottobre. Continueremo a lavorare per consegnare più aiuti umanitari ai palestinesi».

I leader europei hanno deciso di imporre sanzioni all'Iran dopo l'attacco a Israele. Lo ha detto il presidente del Consiglio Europeo Charles Michel al termine del vertice UE. «L'idea è di colpire le compagnie che servono per i droni e per i missili ma avremo più dettagli dopo il lavoro del Consiglio».

«L'UE condanna l'attacco dell'Iran contro Israele. Occorre fare tutto il possibile per contribuire a portare stabilità nella regione ed evitare un'escalation. Chiediamo a tutte le parti di esercitare la massima moderazione», scrive su X il presidente del Consiglio Europeo a vertice concluso. L'UE s'impegna a collaborare con i partner per porre fine alla crisi di Gaza, anche attraverso: il cessate il fuoco immediato, il rilascio incondizionato degli ostaggi, la garanzia di un accesso illimitato agli aiuti umanitari.