Partito il processo alla cellula di Verviers

BRUXELLES - Si è aperto a Bruxelles sotto massima sorveglianza il processo alla cellula terroristica di Verviers che secondo la Procura federale era guidata da Abdelhamid Abaaoud, morto nel raid a Saint-Denis dopo gli attacchi del 13 novembre a Parigi, e considerata alla radice degli attacchi compiuti nelle capitali belga e francese tra il 2015 e il 2016.
A gennaio dell'anno scorso, una settimana dopo le stragi compiute a Charlie Hebdo e all'Hypercasher, le squadre speciali avevano snidato nella cittadina belga vicino Liegi una cellula del sedicente Stato islamico (Isis) pronta a colpire, la cui intenzione, secondo quanto riferito dalla stampa, era attaccare la polizia e rapire per poi decapitare un'alta personalità, forse un magistrato.
All'arrivo all'abitazione di rue de la Colline a Verviers, i tre uomini presenti nella casa avevano subito aperto il fuoco. Due sono morti nello scontro con le forze speciali, mentre il solo superstite, il 26enne Marouane El Bali, è comparso oggi davanti ai magistrati belgi. Insieme a lui, detenuto, altre 15 persone sono sotto processo, tra cui Omar Damache, algerino fermato ad Atene all'indirizzo dove si pensava si nascondesse Abaaoud, Mohamed Arshad, l'autista che era andato a prendere in Francia e Germania i due terroristi rimasti uccisi nel radi a Verviers, i fratelli Souhaib e Ismael El Abdi, bloccati il giorno dopo l'assalto al confine tra Francia e Italia. Gli altri undici accusati, di nazionalità belga, marocchina, olandese o francese, sono latitanti in Siria oppure sono stati rimessi in libertà.
Così come è avvenuto la settimana scorsa con il 25enne Iliass Khayari, secondo quanto rivela il quotidiano fiammingo 'Het Laatste Nieuws'. Il giudice si è rifiutato di incarcerarlo, sebbene sia stato condannato a 5 anni per partecipazione ad attività terroristiche, con intercettazioni in cui confessa di avere decapitato per l'Isis una persona in Siria. Anche Ibrahim El Bakraoui, uno dei kamikaze dell'aeroporto di Bruxelles, era stato lasciato in libertà dopo che la Turchia lo aveva arrestato e rimandato in Belgio per la sua affiliazione all'Isis.