Passa a GoMo e si ritrova sul cellulare la vita privata del vecchio detentore del numero telefonico

Si è ritrovata con gruppi WhatsApp appartenenti al vecchio detentore del suo nuovo numero telefonico e numerose chiamate provenienti da numeri sconosciuti. È la disavventura accaduta a una donna del canton Vaud quando ha deciso di cambiare operatore telefonico e di passare a GoMo, compagnia che fa capo alla casa madre Salt.
Come spiega il Blick, tutto ha inizio lo scorso febbraio quando la donna abbandona il suo vecchio operatore telefonico «per approfittare di un'offerta concorrenziale di GoMo». Al momento della sottoscrizione dell'abbonamento, le viene garantito che il suo numero è un «originale», ovvero che «non è mai stato attribuito a nessuno prima di esserle assegnato».
Firmato il contratto, la donna riceve la nuova SIM che però aspetta a inserire nel suo cellulare perché vuole attendere la scadenza del vecchio contratto telefonico. Arriviamo così al 20 maggio, data in cui parte il nuovo abbonamento con GoMo. È a questo punto che iniziano i problemi. «Nei minuti seguenti l'attivazione della SIM ho ricevuto una chiamata da un numero sconosciuto. All'altro capo c'era una giovane donna che mi chiedeva chi fossi e che cercava il fratello». La protagonista della vicenda comprende quindi che il numero telefonico assegnatole non è nuovo e che prima di lei apparteneva a un uomo che abita nella regione e i cui conoscenti pensano di poter ancora raggiungere al vecchio numero.
La disavventura non finisce però qui. Il giorno stesso si ritrova inserita in diversi gruppi WhatsApp. Per mesi riceve quindi chiamate e messaggi da perfetti sconosciuti. Foto, storie degli amici, gruppi di ultras, di videogiochi, di feste e di organizzazione di compleanni: la donna ha accesso a tutta una serie di informazioni, anche intime e personali, del vecchio detentore del numero di telefono.
Una situazione, questa, che spinge ad interrogarsi sul rispetto della Legge sulla protezione dei dati. Tanto più che la donna è riuscita a venire a conoscenza del nome del vecchio proprietario del numero telefonico e della data in cui egli ha disdetto il proprio contratto. La protagonista della vicenda interpella quindi il proprio consulente legale che le conferma: la situazione è problematica dal punto di vista del rispetto della Legge sulla protezione dei dati.
Servizio clienti insoddisfacente
A questo punto, la donna decide di prendere in mano la situazione e, a inizio giugno, contatta GoMo tramite la chat disponibile sul sito internet dell'operatore telefonico. È così messa in contatto «con agenti dall'ortografia discutibile e dai modi di procedere ai limiti della disonestà». Inizialmente, le viene detto che «è impossibile che il numero fosse attribuito a una terza persona». Le dicono quindi che all'origine del problema c'è WhatsApp e che deve disinstallare l'applicazione. Poi, la soluzione definitiva: le dicono di bloccare uno a uno tutti i contatti del precedente detentore del vecchio numero telefonico.
Esasperata dall'apparante impossibilità di trovare una soluzione ai propri problemi, la donna chiede allora l'annullamento dell'abbonamento e il rimborso delle spese. Deplora inoltre «l'incapacità di GoMo di prendere sul serio la situazione» e «il pessimo servizio clienti».
Avvia quindi le procedure per tornare al suo vecchio operatore telefonico. «Proporre abbonamenti non cari è bello. Ma devono comunque venire garantite un minimo di prestazioni», sottolinea la protagonista della vicenda.
La presa di posizione di Salt
Per sentire anche l'altra campana, il Blick ha provato a contattare GoMo. A rispondere è stata la casa madre Salt. «Comprendiamo che l'esperienza descritta sia stata frustrante e destabilizzante per la cliente. Per questa ragione ci scusiamo dei disagi causati».
Salt assicura poi di prendere «questo tipo di preoccupazioni molto seriamente» e di aver condotto «un'analisi interna approfondita per comprendere che cosa è accaduto». L'operatore telefonico riconosce altresì che sono state fornite «informazioni incorrette» e che «la comunicazione iniziale del servizio clienti conteneva un'informazione sbagliata» sul numero di telefono venduto come «mai assegnato». Salt precisa tuttavia che «il numero in questione è stato disattivato nell'agosto del 2024 e poi riassegnato nel febbraio del 2025, conformemente alle pratiche standard del settore». L'azienda puntualizza poi che «il "riciclo" dei numeri è un processo comune e accettato in tutto il mondo in quanto la disponibilità di numeri è limitata».
Ma, nel caso specifico della donna vodese, che cosa è successo? «La cliente si è abbonata a GoMo online e il sistema le ha automaticamente attribuito un numero disponibile. Il numero era stato effettivamente utilizzato in precedenza, anche se appariva come "disponibile" nel nostro sistema al momento della sottoscrizione dell'abbonamento», spiega Salt.
In effetti, il numero in questione era stato disattivato da più di sei mesi, termine dopo il quale i dipendenti di GoMo, secondo Salt, non hanno più accesso «allo storico delle assegnazioni» dei numeri di telefono da riciclare. «È per questa ragione che il dipendente non ha potuto confermare l'utilizzo del numero».
Salt rassicura poi sul fatto che «una volta disattivato, un numero è cancellato su tutti i sistemi attivi e tutti i dati associati al cliente precedente vengono interamente cancellati».
Per quanto attiene invece ai problemi riscontrati con WhatsApp, Salt dà la colpa all'applicazione di messaggistica. «Si tratta di un'applicazione di terze parti che agisce in maniera totalmente indipendente dagli operatori telefonici. La piattaforma utilizza i numeri di telefono come identificativi degli utilizzatori». In sostanza, se il vecchio utilizzatore di un numero di telefono non cancella o non aggiorna il suo profilo, contatti e gruppi potrebbero rimanere attivi anche una volta riassegnato il numero telefonico. «Sfortunatamente, gli operatori e quindi anche GoMo non hanno alcun controllo sulla maniera in cui questi servizi esterni gestiscono i collegamenti».
Anche delle chiamate e dei messaggi ricevuti al di fuori di WhatsApp, GoMo non è responsabile. «Può accadere che dopo la riattribuzione di un numero, terze persone conservino ancora il vecchio numero della persona tra i propri contatti. Ci rendiamo che ciò può essere percepito come intrusivo e ci scusiamo per il fastidio causato».
Salt tiene infine a precisare che non è stata constatata «alcuna fuga di dati» e di dare l'esempio nella protezione della privacy. «Salt Mobile SA, responsabile per GoMo, rispetta pienamente le regole in vigore in materia di protezione dati e applica protocolli molto stringenti volti a garantire la confidenzialità delle informazioni».
Intanto, GoMo ha ricontattato la donna vodese protagonista di questa sfortunata vicenda e le ha proposto due soluzioni: un cambio gratuito di numero di telefono o la possibilità di rescindere il contratto stipulato dalla donna nella data da lei scelta e senza dover pagare penali. Infine, la donna ha ricevuto come risarcimento per quanto accaduto un mese gratuito di abbonamento per un valore di 29,90 franchi.