Pastella delle crêpes e bottigliette d'acqua conservate nei tombini: cosa sta succedendo a Parigi?

«Uno scandalo sanitario». È con queste parole che Le Parisien descrive la notizia che, da qualche giorno, sta facendo il giro dei social network. A preoccupare la Francia, infatti, non è solo l'infestazione di cimici dei letti. Da recenti indagini è emerso che sugli Champ-de-Mars a Parigi il cibo venduto dalle bancarelle viene conservato in condizioni igieniche pessime. Nei casi più gravi, inqualificabili. In cui, addirittura, si parla di pastella per le crêpes e bottigliette d'acqua conservate nei tombini attorno alla Tour Eiffel. Il simbolo per eccellenza della capitale francese che, va da sé, attira un'infinità di turisti ogni anno. Alcuni dei quali, però, tornano a casa con dolori intestinali non indifferenti.
Da patria della nouvelle cuisine, quindi, la Francia rischia di diventare la protagonista di uno scandalo alimentare senza precedenti. Vediamo, nel dettaglio, che cosa sta succedendo.
Cibi e bevande nei tombini
Le prime segnalazioni di movimenti «sospetti» intorno e dietro alle bancarelle sugli Champ-de-Mars risalgono a quest'estate. Movimenti che non sono sfuggiti nemmeno ai residenti della zona, tanto che alcuni di loro, per primi, hanno inviato video al consiglio municipale della città, per confermare quanto stia avvenendo. Tuttavia, come evidenziato proprio dai cittadini, i problemi non riguardano solo i luoghi in cui alimenti e bevande vengono conservati. Partendo dal principio, il cibo che viene offerto dai venditori dei chioschi attorno alla Tour Eiffel viene fornito da camion non refrigerati. Tendenzialmente, viene riscaldato su quelli che un residente definisce «bracieri improvvisati», che spesso sono carrelli o biciclette dotati di bombole a gas. Una particolarità che oltre a non ispirare grande pulizia, spaventa anche dal punto di vista della sicurezza.
Ma questo è solo l'inizio. La denuncia dei cittadini si sposta poi, come detto, sui prodotti conservati «nei tombini, botole del FESR o sistemi di teleriscaldamento», come si legge sempre su Le Parisien. Cibi e bevande che, in più occasioni, avrebbero «regalato» ai turisti virus intestinali e malesseri di vario tipo.
Tra concorrenza e affitti non pagati
La faccenda è, ovviamente, grave. E parecchio. Ma dietro a questi scandali si cela una rete ancor più intricata di problemi. A vendere questi prodotti sono persone senza permessi, che non rilasciano fatture e non sono soggetti a controlli sanitari da parte del governo. Frank Delvau, presidente dell'Union des Métiers et des Industries de l'Hôtellerie Île-de-France, evidenzia poi un ulteriore problema. Ossia, quello della concorrenza sleale con i gestori di bar e ristoranti della zona. Che, al contrario dei venditori non autorizzati, devono affrontare le ispezioni sanitarie, oltre a pagare un affitto per il loro locale. Inoltre, trattandosi di «venditori non registrati e sfruttati dalle reti mafiose», i turisti che decidono di acquistare una crêpe o una bottiglietta d'acqua da queste bancarelle, tendenzialmente, sono obbligati a pagare in contanti.
E non è tutto. Secondo le rivelazioni di un giovane ragazzo della zona, che vanta di preparare le sue crêpes autonomamente nel suo chioschetto, i venditori non autorizzati utilizzano dei trucchetti per ingannare i loro clienti, a cui offrono cibo conversato in condizioni terrificanti. A suo dire, per mascherare l'olezzo degli alimenti conservati nei tombini, una volta preparate, cospargono le crêpes di zucchero vanigliato.
Qualche intervento della polizia
Una buona notizia, tuttavia, c'è. Negli ultimi tempi, gli interventi della polizia parigina hanno portato al sequestro di diversa merce. Si parla, tendenzialmente, di 30 chili di prodotti confiscati durante ogni ispezione. Numeri che si gonfiano notevolmente se guardati in prospettiva. Alla fine dell'estate, infatti, la Prefettura di Polizia ha comunicato di aver sequestrato 10 tonnellate di merce, tra alimenti e bevande. Tra questi, bottigliette d'acqua, Nutella, zucchero, marmellate, alcolici (soprattutto lattine di birra e vino), carne per kebab e pollo.
Di questi, tutte le confezioni e le bottiglie già aperte o conservate in ambienti non opportuni, sono stati distrutti, mentre i prodotti commestibili sono stati donati ai più bisognosi.
Se il problema passa in secondo piano
La faccenda, però, è ben più complessa di quello che sembra. Nonostante la gravità, al momento, la situazione non sembra essere una priorità per le autorità. Sempre secondo Frank Delvau, la polizia è a corto di personale e si sta già impegnando notevolmente per garantire la sicurezza dei turisti e dei cittadini che passeggiano per gli Champ-de-Mars. Ragion per cui, il problema dei cibi e delle bevande contaminate passa, automaticamente, in secondo piano. Ma come evidenziano gli stessi media francesi, andrà presto risolto. In particolare, in vista dei Giochi Olimpici della prossima estate. Che potrebbero mietere diverse «vittime», tra i turisti degli Champ-de-Mars.