Le reazioni

Pedrini: «La fine della pastorizia è sempre più vicina»

Gli allevatori stanno valutando di impugnare la decisione del Consiglio di Stato mentre in valle sale il malcontento – Mattei: «La gente si sente presa in giro»
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Giona Carcano
10.06.2022 23:23

Frustrazione e rabbia. Tanta rabbia. Germano Mattei, che giusto ieri mattina ha inviato una lettera all’attenzione di Simonetta Sommaruga (responsabile del DATEC) per sensibilizzarla sull’emergenza lupo in Ticino, non si dà pace. «Sono basito», dice il co-presidente dell’Associazione svizzera per la protezione del territorio dai grandi predatori -. «Si sta prendendo in giro la gente. Credo che ci sia un’irresponsabilità di fondo da parte delle autorità, che non hanno ancora capito quanto il lupo stia impattando sull’economia alpestre».

Come se ne esce? Secondo Mattei, purtroppo, questa mancanza di attenzione rischia di tradursi in un’azione contraria alla legge. «Temo che gli allevatori imbraccino il fucile e si facciano giustizia privatamente. Ho paura che succeda qualche grave incidente. La gente non ce la fa più. La gestione delle greggi diventa sempre più complicata. Gli allevatori sono obbligati a tenere gli animali nelle stalle in un momento fondamentale per la produzione di latte. Ripeto, non ho più parole». «La decisione del Cantone ci sorprende, e la giustificazione addotta dalle autorità ci lascia perplessi», sostiene da parte sua Omar Pedrini, presidente dell’Unione dei contadini ticinesi. «In valle tutti sapevano che a muoversi e a predare fossero dei branchi. La decisione ci lascia l’amaro in bocca: la fine della pastorizia è sempre più vicina, in particolare in valle Maggia. Anche perché gli avvistamenti del lupo continuano a moltiplicarsi: negli scorsi giorni ne è stato avvistato uno nei pressi del Pizzo Matro, sopra Bodio. Stiamo valutando la possibilità di impugnare la decisione di annullare l’abbattimento. A esultare oggi sono solo gli ambientalisti».