Per il rinnovo dei Patriziati solo Brissago fa eccezione

Sono duecento in tutto il Ticino, ma domenica 6 aprile solo quello di Brissago si riunirà in assemblea per eleggere i membri dell’Ufficio patriziale per il quadriennio 2025-2029, come del resto già avvenuto per questa legislatura che volge al termine. La carica di presidente è già stata assegnata: la ricoprirà Pierfranco Chiappini che è stato eletto tacitamente essendo la sua l’unica candidatura presentata entro i termini fissati dalla legge. Subentra a Silvano Baccalà, che lascia dopo una lunga militanza. «Abbiamo deciso per un rinnovamento generale. Una scelta che è stata ampiamente discussa e ponderata in seno la Patriziato», spiega al CdT il presidente uscente, che non sollecita un ulteriore mandato. «È ora che i settantenni lascino il campo a forze nuove», scherza il nostro interlocutore che è stato alla guida dell’Ufficio patriziale di Brissago nelle ultime cinque legislature. Baccalà assicura però che sarà sempre a disposizione di chi amministrerà l’ente nei prossimi quattro anni. «Sono soddisfatto di quanto siamo riusciti a realizzare, ma sono altrettanto consapevole che molto resta ancora da fare», chiosa Baccalà.


Tutti nuovi tranne uno
Il compito di proseguire il lavoro fin qui svolto, in particolare nella valorizzazione del territorio, spetterà dunque a chi sarà eletto tra i sei candidati in corsa sulle due liste Patriziato 2025 e Patrizi per Brissago. Su quest’ultima figura l’unico uscente, ovvero Aram Berta, che è affiancato da Eder Giovanelli, Stefano Ramoni e Simone Franconi. Sulla lista Brissago 2025 figurano invece Taira Branchini e Fabio Pellanda. Da notare la giovane età della maggior parte dei candidati, nati tra il 1987 ed il 1997. Uno solo di loro si avvicina ai sessant’anni. Dati che confermano la volontà non solo di un rinnovamento, ma anche di un ringiovanimento dell’Ufficio patriziale.
Finalmente una sede propria
Il Patriziato di Brissago non ha mia avuto una propria sede e ha dovuto sempre far capo alla compiacenza del Comune che gli ha messo a disposizione degli spazi nei quali svolgere le proprie mansioni amministrative. La necessità di disporre di adeguate superfici per le proprie necessità - oltre che per l’operatività dell’Ufficio patriziale e dell’amministrazione, occorrono spazi per riunioni e per l’archivio storico - si è però fatta sempre più pressante e, sempre grazie alla collaborazione con il Comune, è stata individuata una soluzione ideale. Il Municipio si è detto infatti disposto a cedere gratuitamente al Patriziato lo stabile situato in vicolo al Castello, dirimpetto a Casa Baccalà. Il trapasso di proprietà è stato approvato tanto dal Consiglio comunale, quanto dall’assemblea patriziale.
Impiantistica e tetto da rifare
Quest’ultima ha anche stanziato un credito di 25 mila franchi per la progettazione degli interventi di sistemazione dell’edificio che dovrebbero comportare una spesa attorno ai 400 mia franchi, secondo un preventivo di grande massima. Si dovrà in particolare rinnovare l’intera impiantistica e rifare il tetto. La futura sede del Patriziato di Brissago, trattandosi di uno stabile pubblico, sarà inoltre adattato per consentire l’accesso a persone con disabilità. Tra gli innumerevoli progetti realizzati dal Patriziato per la tutela e la valorizzazione del territorio, va senza dubbio citato quello per il recupero dell’antico acquedotto in pietra del Cortaccio e Curone denominato «Canalitt».
Rinasce l’antico acquedotto
Costruito presumibilmente attorno al 1200 e frutto di un lavoro collettivo, l’acquedotto aveva quale scopo la sopravvivenza in situazioni disagiate e lo svolgimento dell’attività agropastorale. I lavori di ripristino e mantenimento dell’antico manufatto sono avvenuti in differenti tappe che hanno permesso di riportare alla luce le canalette in pietra lungo le quali scorreva - e oggi è tornata a scorrere - l’acqua per l’irrigazione dei campi e l’abbeveraggio del bestiame. Per segnalare la presenza dell’acquedotto è stato posato un pannello informativo a bordo strada.