«Per la SUPSI abbiamo stimato tagli fino a 8 milioni di franchi all’anno»

È con un occhio rivolto al contesto finanziario particolarmente delicato (sia a livello federale sia a livello cantonale) che i vertici della SUPSI hanno presentato il piano strategico del prossimo quadriennio 2025-2028.
Il presidente Giovanni Merlini non ha nascosto la sua preoccupazione di fronte al ventilato pacchetto di risparmi elaborato dal gruppo Gaillard e fatto proprio dal Consiglio federale a settembre. «Le misure potrebbero avere gravissime ripercussioni sul settore della formazione e della ricerca», ha spiegato Merlini. «Per la SUPSI abbiamo stimato tagli per 8 milioni di franchi all’anno su un budget di 150 milioni. Se questo pacchetto venisse approvato integralmente, il lavoro svolto negli ultimi vent’anni dall’istituto sarebbe compromesso».
Un grido d’allarme condiviso anche dal direttore Franco Gervasoni: «Abbiamo accolto con un certo sconcerto queste misure, tenuto conto che la Svizzera fa della formazione e della ricerca uno dei suoi punti di forza. Ora auspichiamo che il Consiglio federale riveda la propria posizione». Basti pensare che tra le misure di risparmio figura, oltre alla riduzione del 10% dei contributi federali di base, anche la riduzione del 10% dei contributi a Innosuisse e al Fondo nazionale svizzero per la ricerca scientifica. «Solo questo taglio comporterebbe per SUPSI la soppressione di circa quindici progetti, compromettendo così la collaborazione con le aziende e le organizzazioni del territorio».
Quanto alla soluzione prospettata di compensare il taglio del contributo pubblico con un aumento delle tasse di iscrizione a carico degli studenti, Gervasoni è fortemente critico: «Un’azione di questo genere limiterebbe l’accesso degli studenti alla formazione con ripercussioni a breve termine per la SUPSI e, a lungo termine, per le aziende del territorio». L’83% dei diplomati SUPSI oggi lavora infatti in Ticino: «Una diminuzione del numero di laureati creerebbe carenze di personale qualificato nelle imprese locali».
Tasselli strategici del Paese
Detto delle preoccupazioni - «che pesano come una spada di Damocle sul futuro della SUPSI» - Merlini ha affermato di essere comunque fiducioso. «I segnali inviati fin qui dalla politica federale e cantonale sono positivi. La formazione e la ricerca sono tasselli strategici dello sviluppo del nostro Paese. Confido che al momento opportuno se ne tenga conto».
Sarà fondamentale, tuttavia, arrivare al dibattito parlamentare consapevoli della posta in gioco. A questo proposito Merlini ha informato che la Conferenza svizzera dei direttori della pubblica educazione si è già attivata. Così anche Swissuniversities, il Consiglio di Stato e le varie deputazioni federali che si trovano nella medesima situazione del Canton Ticino. La consultazione sarà avviata a gennaio 2025 e, secondo Merlini, c’è ancora tempo per sensibilizzare i decisori politici in vista del dibattito parlamentare.
«I segnali sono positivi»
Intanto, il messaggio sulla promozione dell’educazione, della ricerca e dell’innovazione 2025-2028 (ERI), discusso recentemente alle Camere federali, è stato accolto «tutto sommato bene», commenta ancora il presidente. Ossia, con alcune modifiche che prevedono un maggiore sostegno finanziario rispetto a quanto inizialmente stabilito dal Consiglio federale. «Il sostegno ai Politecnici è stato aumentato di 50 milioni e c’è stata anche la conferma del trasferimento di 25 milioni per i contributi base».
In questo contesto si inseriscono anche le riflessioni di Gervasoni sul finanziamento cantonale alla politica universitaria. Il messaggio del Consiglio di Stato verrà discusso dal Gran Consiglio a novembre. Questo messaggio, approvato proprio oggi dalla Commissione formazione e cultura, include uno sforzo finanziario notevole per il prossimo quadriennio, con un impegno di oltre 700 milioni di franchi a favore di USI e SUPSI. «Nonostante le difficoltà finanziarie, il Governo ha riconosciuto l’importanza strategica dell’investimento. È un segnale importante che speriamo sia condiviso anche dal Gran Consiglio», ha detto Gervasoni. Dal canto suo, Merlini ha concluso volgendo lo sguardo oltre il quadriennio. «Fare previsioni è impossibile. Le cose possono anche migliorare». Detto ciò, per la SUPSI sarà sempre più importante, in ottica futura, potenziare le collaborazioni e attrarre sostegni finanziari da parte di privati. In particolare, Merlini ha evidenziato l’importanza delle fondazioni, che rivestono un ruolo cruciale nel cantone, così come le sinergie con imprese e altri attori privati, fondamentali per garantire la sostenibilità e lo sviluppo dell’istituto nel lungo periodo.
Sanità e robotica collaborativa: ecco i temi chiave
Nell’incontro di oggi la SUPSI, oltre a presentare il rapporto annuale (i ricavi si attestano per il 2023 a 149,3 milioni di franchi per un risultato di esercizio di 325 mila franchi) ha presentato gli assi di sviluppo per il quadriennio 2025-2028. «Si tratta di ambiti su cui vogliamo investire, tenendo però sempre presente la peculiarità della SUPSI, ossia la vicinanza con il territorio e con le imprese locali». Questi ambiti - ha spiegato Gervasoni - si trovano «al crocevia dei megatrend», ossia toccano i grandi settori e temi che stanno trasformando il mondo. Il primo è la sanità: «L’incremento della speranza di vita richiede sempre più personale sanitario. La SUPSI, insieme al DECS e al DSS, ha contribuito a raddoppiare i diplomati in cure infermieristiche e mira a formarne 250 all’anno entro il 2030, promuovendo anche la ricerca e l’innovazione per migliorare la qualità delle cure e ridurre i costi della sanità». Il secondo asse strategico è il Baukultur, ossia la cultura della costruzione, dove la SUPSI sviluppa soluzioni sostenibili per l’edilizia, come l’integrazione di fotovoltaico e l’uso del BIM. Terzo asse di sviluppo, One Health: «Ossia l’approccio olistico tra la salute dell’uomo, dell’animale e dell’ambiente. La pandemia ci ha insegnato quanto siano collegate». Quarto asse di intervento: la robotica collaborativa e il web 4.0: «L’internet delle cose impatta sempre di più la società e il modo di lavorare delle aziende». L’obiettivo - ha spiegato Gervasoni - è migliorare i processi produttivi, mitigando i rischi. Ultimo asse strategico di intervento, lo sviluppo sostenibile: «Come SUPSI vogliamo continuare a promuovere la sostenibilità in tutti i settori, dall’educazione alla gestione ambientale. Per esempio, con progetti che coinvolgono le comunità alpine e la diffusione di corsi orientati alla sostenibilità», ha concluso Gervasoni.