Dopo il sisma

Perché gli Stati Uniti hanno sospeso una singola sanzione imposta alla Siria?

Il Dipartimento del Tesoro, in risposta al terremoto che ha colpito il nord-ovest del Paese, intende facilitare l’arrivo di aiuti alla popolazione colpita – Ma la mossa potrebbe non sortire l’effetto sperato
© AP/Mustafa Karali
Red. Online
11.02.2023 10:00

La notizia è passata, anche secondo logica, in secondo piano. Eppure, è rilevante. Giovedì, il Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti ha deciso di sospendere per i prossimi sei mesi una particolare sanzione imposta da anni alla Siria. Lo ha fatto in risposta al terribile terremoto che ha colpito il Paese mediorientale e la Turchia. Le sanzioni, come noto, erano state varate per spingere e costringere il presidente Bashar al Assad a trovare una soluzione alla guerra civile, in corso oramai da oltre un decennio.

Questa sospensione, leggiamo, è stata decisa per facilitare l’arrivo di aiuti alla popolazione colpita dal sisma. Le cui stime, in termini di vittime e feriti, continuano purtroppo a salire.

Le eccezioni

Le sanzioni statunitensi prevedevano già, in effetti, eccezioni per gli aiuti umanitari. Ora, però, è stato fatto un ulteriore passo avanti. Poiché sarà più semplice organizzarli. Il Tesoro, al riguardo, ha deciso di permettere che ogni transazione economica legata a iniziative umanitarie non debba ricevere il nullaosta da un ufficio specifico, l’Office of Foreign Assets Control (OFAC). Se caso, servirà giustificare la transazione in un secondo momento e su richiesta dello stesso OFAC. Tradotto: le organizzazioni deputate a raccogliere aiuti potranno inviare denaro senza dover dimostrare, preventivamente, di non violare le sanzioni in vigore.

La Siria, già devastata proprio dalla guerra civile, nelle zone colpite dal sisma presenta non pochi problemi. Negli anni, infatti, il conflitto che oppone il regime ai ribelli ha reso il nord-ovest (quasi) irraggiungibile dall’interno. Tant’è che i ribelli per i rifornimenti adoperavano il sud della Turchia, altrettanto devastato dopo il terremoto.

La gestione degli aiuti

Assad, dal canto suo, aveva domandato e in parte preteso di poter gestire tutti gli aiuti destinati e diretti alla Siria. Anche quelli per il nord-ovest, in parte controllato dai ribelli. Il timore era che il leader siriano potesse fare degli aiuti un’arma. Venerdì, per contro, i media di Stato hanno riferito che il governo ha dato rassicurazioni in merito sebbene manchi, ad oggi, l’autorizzazione al trasporto di aiuti nei territori dei ribelli.

La sola via di accesso autorizzata per arrivare alla regione di Idlib, dall’estero, passa dal valico denominato Bab al Hawa. Da lì, oppure da Damasco, la capitale siriana, giungono gli aiuti dell’ONU. Le Nazioni Unite, a tal proposito, vorrebbero passare anche da un altro punto del confine turco-siriano e attraverso l’Iraq. Una richiesta è stata fatta alla Siria e ai suoi alleati, che comprendono la Russia.

Gli esperti, concludendo, non sanno con precisione se la sospensione annunciata dal Tesoro statunitense permetterà o meno di migliorare la situazione. È stato infatti sottolineato che società ed enti potrebbero comunque avere problemi poiché le altre sanzioni rimangono in vigore e violarle potrebbe essere «facile».

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