Perché Sturgeon ha lasciato la guida della Scozia?

Nicola Sturgeon ha rassegnato oggi, a sorpresa, le sue dimissioni dal ruolo di primo ministro scozzese. Solo un mese fa era stata la premier neozelandese Jacinda Ardern a decidere di lasciare la propria carica. Ma cosa c’è dietro a questa nuova scelta di abbandono della posizione di leadership? Sturgeon, parlando in conferenza stampa, ha spiegato le ragioni che l’hanno spinta ad abbandonare il posto di primo ministro dopo quasi dieci anni. Vediamole insieme e ripercorriamo anche sua carriera sulla scena politica scozzese.
La leader più longeva
Sturgeon, classe 1970, ha in effetti alle sue spalle una lunga carriera: dal 1999 siede nel parlamento scozzese ed è stata la prima donna ricoprire entrambe le cariche di leader del Partito Nazionale Scozzese (SNP) e di primo ministro della Scozia. Solicitor (professione esercitata insieme a quella del Barrister dagli avvocati nei sistemi giuridici della Common Law, ndr) e laureata in diritto all’Università di Glasgow, una delle più prestigiose di tutto il Regno Unito, Sturgeon è anche stata in carica dal 2007 al 2014 come vice primo ministro del Paese. Prima di passare direttamente al ruolo di primo ministro il 20 novembre 2014, diventando – fino a oggi – la leader più longeva di Scozia. Parliamo, quindi, di una donna che è stata sempre in prima linea da oltre un ventennio sulla scena politica del Regno Unito.
Battute d’arresto
Ragione per cui buona parte della scena politica britannica ed europea è rimasta scioccata dalle dimissioni comunicate oggi. Ma come mai Nicola Sturgeon ha deciso di lasciare la propria posizione? La motivazione non starebbe in nessuna «pressione a corto termine», come ha affermato la politica stessa in mattinata nel corso della conferenza stampa. No, le ragioni sarebbero più profonde, spiega il Guardian. La leader dell'SNP ha subito una serie di battute d'arresto in campo politico negli ultimi tempi, tra cui la sconfitta davanti alla Corte suprema del Regno Unito dei suoi piani per un nuovo referendum sull'indipendenza scozzese. E sarebbero proprio queste battute d’arresto nel suo campo che avrebbero portato Sturgeon, a «lottare» a lungo con il pensiero delle dimissioni. Un pensiero che, alla fine, l’ha avuta vinta.
«In lotta» da settimane
Nessun «colpo di testa», quindi, dietro la scelta della leader scozzese, ma attente e lunghe valutazioni. «Questa decisione deriva da una valutazione più profonda e a lungo termine. So che può sembrare improvvisa, ma ci sto lottando, anche se con livelli oscillanti di intensità, da alcune settimane». Sturgeon ha così proseguito nelle sue spiegazioni: «Essenzialmente ho cercato di rispondere a due domande. Continuare è giusto per me? E, cosa più importante, è giusto per il Paese, per il mio partito e per la causa dell'indipendenza a cui ho dedicato la mia vita?». Domane alle quali, per la politica, la risposta è stata una sola: quella arrivata questa mattina contrariamente alle aspettative. «Capisco che alcuni rispondano automaticamente "sì" alla seconda domanda ma, in realtà, negli ultimi tempi ho dovuto lavorare di più per convincermi che la risposta a entrambe le domande, se esaminata a fondo, fosse sì e sono giunta alla conclusione che non è così».
Jacinda Ardern, solo un mese fa
Solo un mese fa, era stata un’altra premier donna a lasciare guida di un Paese: la neozelandese Jacinda Ardern che aveva annunciato le proprie dimissioni, spiegando di «non avere più energia» per continuare a governare. «Sono umana», aveva detto il 19 gennaio scorso in preda alla commozione, «noi diamo tutto quello che possiamo per tutto il tempo che possiamo e poi arriva il momento. E per me quel momento è arrivato. Non ho semplicemente più le energie per ulteriori quattro anni». Il «momento» per Ardern è arrivato dopo cinque anni e mezzo di mandato e a nove mesi dalle elezioni legislative. «Quest'estate speravo di trovare l'energia per prepararmi non solo per un altro anno ma per un altro mandato. Non ci sono riuscita».