Formula 1

Piastri vede il titolo: «Ma la strada è ancora lunga»

L'australiano è soddisfatto per il suo weekend, ma preferisce tenere i piedi per terra - Nei Paesi Bassi, oltre il disastro Ferrari, spicca l'eroe Hadjar
Oscar Piastri alza al cielo il trofeo di Zandvoort che gli regala un +34 in classifica sul primo inseguitore Lando Norris. © AP/Peter Dejong ©SEM VAN DER WAL
Maddalena Buila
31.08.2025 19:27

Il GP d’Olanda, da cui la F1 ripartiva dopo la pausa estiva, ci ha regalato tre immagini emblematiche. Tre fotografie che riassumono alla perfezione la 15. tappa del Mondiale. Nell’ordine: Lewis Hamilton che raccoglie i pezzi della sua ala anteriore, Charles Leclerc con lo sguardo nel vuoto seduto sulla seggiolina di uno steward, e il fumo che esce dalla McLaren di Lando Norris. Per chi ricorda come ci eravamo lasciati un mese fa, i conti sono presto fatti. Sì, a Zandvoort il Mondiale piloti potrebbe aver ricevuto la scossa decisiva, spingendo il vincitore di giornata Oscar Piastri verso il titolo.

Tanto lavoro per la Safety Car

E nessuno se lo aspettava. Il tracciato olandese, infatti, è notoriamente uno dei più difficili per i sorpassi. Proprio per questo, i pronostici lasciavano pensare a una tranquilla doppietta McLaren, l’ennesima della stagione. In pole position c’era Oscar Piastri, seguito da Lando Norris, Max Verstappen e un sorprendente Isack Hajdar. Al via, l’olandese ha subito tentato il colpaccio, provando un doppio sorpasso sulle due papaya. Acrobazia riuscita solo in parte. MadMax ha passato Norris all’esterno, ma si è poi trovato chiuso da Piastri, che gli ha impedito di completare la manovra. Una prodezza che il padrone di casa ha rischiato di pagare caro. Con grande abilità, però, è riuscito a rimettere dritta la sua monoposto. Dopo appena nove giri, Norris si era comunque già ripreso la posizione grazie alla superiorità della sua McLaren. A quel punto, la gara sembrava quasi segnata, viste le difficoltà del tracciato in fase di sorpasso. Solo la pioggia o qualche imprevisto avrebbero potuto riaccendere la corsa. Di pioggia se n’è vista ben poca, così è stata la Safety Car a decidere di aggiungere un po’ di pepe alla corsa.

Un terribile rientro

Era il giro 23 e le scuderie iniziavano a interrogarsi sul momento ideale per il cambio gomme. Dubbi che coinvolgevano anche la Ferrari, mentre Lewis Hamilton proponeva al suo box una strategia di «undercut», ovvero anticipare la sosta per guadagnare posizioni. Il piano è stato messo in atto sulla monoposto di Charles Leclerc, in pit lane poco dopo. Per il britannico, invece, il pit stop non è mai arrivato. Tempo poche curve ed è andato a muro. Forse un cordolo scivoloso in curva 3, forse un calo di attenzione. Fatto sta che Lewis ha perso il controllo del posteriore e non è riuscito a raddrizzare la vettura, concludendo anzitempo la sua gara. Quale che sia stata la causa, da un sette volte campione del mondo ci si aspetterebbe una gestione più lucida di una situazione simile. Ecco la prima immagine: il pilota Ferrari che raccoglie da terra i pezzi della sua ala anteriore. E dire che durante la pausa estiva si era detto soddisfatto del lavoro su sé stesso, tornando al volante con rinnovata motivazione. Tutto da rifare, insomma. Per la Rossa, l’ennesima conferma che qualcosa nel matrimonio tra Maranello e l’ex Mercedes non ha funzionato. E le brutte notizie, per la Ferrari, non sono finite qui.

La beffa di Leclerc

Dell’undercut di Leclerc abbiamo già parlato. Una strategia che non ha dato i frutti sperati, visto che dopo l’incidente e la conseguente Safety Car, tutte le monoposto si sono precipitate in pit lane. E oltre al danno, come spesso accade, è arrivata anche la beffa. Al giro 32, Charles si è reso protagonista di un sorpasso spettacolare su Russell, attaccato all’esterno di curva 9, andando fuori pista e toccandolo leggermente. La direzione gara ha deciso di mettere il contatto sotto investigazione. Un verdetto che inizialmente sembrava potesse influenzare la lotta per il podio, ma che alla fine è diventato irrilevante. Al 53. giro, il monegasco è stato chiamato ai box per un nuovo cambio gomme, uscendo dalla pit lane proprio mentre sopraggiungeva Kimi Antonelli con gomme nuove e già in temperatura. Leclerc, invece, doveva ancora scaldare le sue. Il giovane rookie italiano (poi sanzionato con 15 secondi di penalità) ha cercato subito il sorpasso, tramutatosi in un urto con la Ferrari, mandandola a muro. Da qui le immagini del numero 16 della Rossa che, dopo l’incidente, si siede sconsolato sulla sedia di uno steward. Lo sguardo perso sulle colline di Zandvoort.

La papaya si spegne

Ma il GP d’Olanda non aveva ancora finito di regalare sorprese. C’è stato spazio anche per il primo vero problema di affidabilità della finora impeccabile McLaren. A sette giri dalla fine, con il podio apparentemente consolidato, un team radio di Lando Norris ha gelato i tifosi della scuderia di Woking: «Vedo del fumo uscire dalla mia vettura e sento uno strano odore». Il motore della sua papaya aveva ceduto. Anche il pilota inglese ha così terminato la sua gara seduto, a testa china, tra l’erba delle collinette a bordo pista. Un ritiro che ha spianato la strada a Oscar Piastri, che ha così allungato notevolmente in classifica. Ora il distacco tra i due è salito a +34. E con 14 gare ancora da disputare, l’australiano comincia a sentire per la prima volta il profumo del titolo. «Mi sono sempre sentito in controllo. Ho sfruttato la velocità quando era necessario», ha commentato al termine della gara. «Sono contento di tutto il lavoro che ho fatto. Ripartire dal vertice è molto positivo, la strada però è ancora lunga».

Ma il vero eroe di giornata è un altro, ovvero Isack Hajdar. Uno dei rookie della stagione, che aveva iniziato il campionato con un ritiro in Australia, episodio che lo aveva portato alle lacrime. Lacrime che gli erano costate le critiche feroci di Helmut Marko, che lo aveva definito «un debole». Ebbene, il 20.enne franco-algerino si è preso la sua rivincita nei Paesi Bassi, regalando alla Racing Bulls un podio storico. «È una sensazione surreale. Non ho commesso nessun errore e la macchina è stata perfetta per tutta la durata del weekend. Sono contento per me stesso e soprattutto per i ragazzi».