Il racconto

Più di 24 ore da Ginevra a Milano: «La mia odissea in treno»

Riccardo Trezzi, economista e docente all'Università di Ginevra, ha condiviso su X la sua disavventura che si è trasformata in un'odissea, tra lavori, ritardi e un incendio nei pressi della linea ferroviaria
© X (@RiccardoTrezzi)
Jenny Covelli
20.04.2024 12:20

«Storia tutta da ridere su come ho fatto a metterci più di 24 ore per fare Ginevra-Milano». Inizia così il racconto condiviso su X da Riccardo Trezzi, economista e docente all'Università di Ginevra. Un viaggio in treno memorabile, se così si può dire, ma senza aspetti positivi.

Tutto è iniziato alle 18.00 di martedì 16 aprile, quando Trezzi ha concluso le lezioni all'Università di Ginevra. Alla stazione di Cornavin – 1,5 chilometri dall'ateneo, circa 20 minuti a piedi – è salito sul treno delle 18.39 dal binario 6 A-D. Destinazione: Milano-Centrale. Fermate intermedie: Losanna, Montreux, Sion, Briga, Domodossola, Stresa. Orario di arrivo previsto a Milano: 22.43. «Siccome sono economista ("che non vive nel mondo di quelli normali") lauta cena con insalata e forchettina di legno per soli 10 franchi o giù di li – si legge tra i dettagli del racconto –. Tirchi si nasce, 2. classe sempre, mai viaggiato in 1. in vita mia».

Tutto regolare fino a Briga, alle 20.44, puntuale come un orologio svizzero. Qui inizia «la storia». Dall'altoparlante l'annuncio più temuto da chi frequentemente viaggia in treno: «Si avvisano i gentili viaggiatori che causa mancanza del personale italiano a Domodossola, il treno non può ripartire». Il momento in cui capisci di essere fottuto, ironizza Trezzi a posteriori. «E qui capisci che sarà una lunga notte».

Poi, il barlume di speranza, dopo soli cinque minuti: «Si avvisano i gentili viaggiatori che è stata trovata una soluzione a Domodossola e possiamo ripartire». Cinque, appunto, i minuti di ritardo. Ma nel comune della provincia del Verbano-Cusio-Ossola, il personale svizzero scende dal treno, non si vedono finanzieri e non si vede personale italiano. E il convoglio non accenna a ripartire. Dopo 20 minuti, sul monitor compare la scritta «Milano Centrale - stazione di fine corsa». Peccato che il treno sia fermo a Domodossola.

I viaggiatori iniziano a spazientirsi. Qualcuno scende alla ricerca di informazioni, ma tra chi «è svizzero» e «non sa nulla» e chi – con divisa delle FS Italiane – è «fuori servizio», tutto tace. Poi, finalmente, l'annuncio: «120 minuti di ritardo».

Trezzi riceve un'e-mail da Trenitalia, una comunicazione di servizio: «Gentile cliente, la informiamo che, per accertamenti sulla linea, l'Eurocity 41 da lei prenotato è previsto in partenza dalla stazione di Domodossola con un ritardo di circa 120 minuti rispetto al programmato. L'andamento attuale del treno potrebbe subire variazioni. Le ricordiamo che per ritardo in arrivo superiore a 120 minuti ha diritto a un indennizzo pari al 50% del prezzo del biglietto. Qualora desiderasse riprogrammare il viaggio può rivolgersi direttamente al personale di Customer Care in stazione e alle biglietterie oppure contattare il call center».

Raggiungere Milano-Centrale sembra ormai un'impresa. Il professore decide pertanto di dormire a Domodossola. L'unica disponibilità è un hotel a 30 minuti a piedi dalla stazione. «Doveva andare così, mi dico». Ma non è finita.

«L'indomani, mercoledì 17 aprile, è la giornata memorabile di Trenord, da Oscar». Riccardo Trezzi prosegue nell'ormai avvincente racconto: «Ore 9 in stazione. Io: "Un biglietto per Milano, per favore". FS: "Tutto pieno, prenotazione obbligatoria. Primo treno ore 14.56". Io: "14.56?". FS: "Ci sono i lavori". Mi metto a lavorare in sala d'attesa. Ovviamente non c'è il Wi-Fi. Neppure un presa elettrica. Un'ora dopo, sono in un bar. Ore 10.59, torno per monitorare la situazione. Treno per Arona soppresso, bus sostitutivo. Marca male, penso. Ma resto positivo. Un taxi, penso, ma in tutta Domodossola sono tutti impegnati».

Avanti veloce fino alle 14.56. Trezzi sale finalmente sul «suo» treno. Che non parte e annuncia 45 minuti di ritardo. «Si avvisano i gentili viaggiatori che la linea Domodossola-Milano è attualmente interrotta causa intervento Vigili del Fuoco», urla l'altoparlante. La circolazione è sospesa tra Premosello e Stresa per un incendio nei pressi della linea ferroviaria.

Passano altri 45 minuti. Il treno parte. Ma dopo soli quattro chilometri è di nuovo fermo. «A Premosello. E dove diavolo è Premosello? Ma perché siamo fermi? Ci mettevo meno a cavallo!». «Si avvisano i gentili viaggiatori che siamo ancora in attesa venga risolto l'incendio. Ripartiremo alle ore 16.00». L'odissea prosegue. «Il treno viaggia con 152 minuti di ritardo». Tutti costretti a fare un veloce calcolo matematico: si tratta di 2 ore 32 minuti.

Sono trascorse 25 ore da quando il professor Trezzi ha finito le lezioni all'Università di Ginevra. Ore 19.09 del 17 aprile, arriva infine a Milano Centrale. «Signori, chapeau!», scrive infine. Il racconto su X ha superato le 88 mila visualizzazioni. E generato una valanga di commenti. Nessuno da parte di Ferrovie dello Stato italiane e di Trenord.