Ticino

Premi, il Governo illustra il suo piano, ma le parti confermano le loro priorità

Proseguono i colloqui del Consiglio di Stato sull’attuazione delle due iniziative popolari sulle casse malati - Andrea Gehri: «Pronti a dialogare, ma è necessaria un’analisi della spesa pubblica» - Giangiorgio Gargantini: «Serve una risposta rapida»
©Gabriele Putzu
Francesco Pellegrinelli
20.11.2025 06:00

Prima le associazioni economiche con i sindacati; poi l’associazione dei Comuni con i rappresentanti delle principali città del cantone. Dopo aver incontrato gli iniziativisti in due occasioni, l’ultima volta la scorsa settimana, ieri pomeriggio il Consiglio di Stato – presente in corpore – ha dato il via all’ampio tavolo di consultazioni promesso dopo il sì popolare alle due iniziative sui premi. L’obiettivo dichiarato era presentare il piano di attuazione, cercando (per quanto possibile) un punto di incontro tra le parti, in un contesto finanziario particolarmente teso.

Dialogo e linee rosse

«Abbiamo appreso che le iniziative potranno essere applicate non prima del 2027, inizialmente in modo parziale, e che entreranno pienamente a regime solo nel 2028», ha commentato al Corriere del Ticino il presidente della Camera di Commercio Andrea Gehri, per il quale l’incontro con le parti sociali va sicuramente letto in chiave positiva: «Serviranno sacrifici un po’ ovunque. Il popolo ha dato un messaggio chiaro approvando le iniziative, e ora vanno trovate soluzioni concrete. Ma misure semplici o “magiche” non esistono: il percorso sarà serio e impegnativo». Gehri, tuttavia, ha ribadito che la discussione si trova ancora in una fase di forte incertezza. «Finché non verrà definita una roadmap chiara per il reperimento dei fondi, (circa 500 milioni, n.d.r.)sarà difficile capire in che modo le due iniziative potranno concretamente essere attuate». Ciò detto, secondo il presidente della Camera di commercio, «senza un’analisi approfondita dei compiti dello Stato – che metta in luce eventuali esuberi o sprechi – sarà difficile trovare un equilibrio».

Insomma, se l’appello del Governo era di aprirsi al dialogo, le parti sociali hanno sì confermato la loro disponibilità a sedersi attorno a un tavolo, ma al contempo hanno difeso ciascuna le proprie priorità: «Abbiamo insistito sulla necessità di dare una risposta rapida alla volontà popolare, con passi concreti già dal 2026», ha commentato dal canto suo il segretario regionale di UNIA, Giangiorgio Gargantini. «Riconosco che andranno trovate le misure finanziarie per l’implementazione delle iniziative, ma il rispetto della decisione popolare non può essere subordinato alla loro definizione». Insomma, ribadisce Gargantini, «chi dovrà individuare le soluzioni finanziarie lo farà, ma l’urgenza sociale è evidente e richiede un’applicazione tempestiva, senza rimandi».

Per Xavier Daniel, segretario cantonale OCST, la linea rossa da non superare riguarda le condizioni di lavoro nell’impiego pubblico: «Non accetteremo un peggioramento generalizzato. Non è realistico chiedere ulteriori sacrifici». Quanto alla richiesta di maggiore convergenza con le associazioni economiche, Daniel precisa: «Sono un po’ preoccupato dall’orientamento che l’economia ha preso negli ultimi tempi. Mi sembra che vi sia un attacco frontale all’apparato pubblico e ai servizi fondamentali per la popolazione. L’adesione alla giornata di mobilitazione promossa con VPOD e SIT ha dimostrato quanto il tema sia sentito nei settori dello Stato, in particolare quelli socioeducativo e sociosanitario». Eventuali risparmi, quindi, andranno misurati e ragionati. «Di certo, non potremo accettare le mannaie, come il taglio lineare del personale pubblico e dei mandati di prestazioni. Per noi questa è una chiara linea rossa». Ma quale contributo concreto possono allora dare i partner sociali per trovare una formula che renda sostenibili le iniziative approvate dal popolo? Ancora Daniel: «Se il Governo saprà fornire una guida forte – con idee ponderate, ragionate e ben giustificate – allora i partner sociali potranno lavorare per trovare dei compromessi. Ma questo può funzionare solo se si evitano la fretta e i tagli lineari, che non tengono conto della struttura reale e delle specificità del nostro sistema».

Pragmatica la posizione dei vertici dell’Associazione industrie ticinesi: «Apprezziamo il fatto che ci sia un impegno delle istituzioni per trovare misure sostenibili per tutti», ha commentato dal canto suo il direttore Stefano Modenini. Il quale aggiunge: «Chiaramente potremo esprimerci quando conosceremo tutti i contenuti delle proposte di risparmio ed eventualmente di nuove entrate. Possiamo garantire però che affronteremo seriamente questa situazione».

Oneri e riversamenti

Come detto, il Consiglio di Stato ha incontrato anche i rappresentanti dei Comuni. A Bellinzona erano presenti i sindaci dei principali centri urbani e il vicepresidente dell’ACT, Andrea Pellegrinelli. «Abbiamo difeso le prerogative dei Comuni, cercando al contempo un dialogo con il Cantone, visto quanto emergerà a breve con il Preventivo e, più avanti, con le due iniziative sui premi», ha commentato il sindaco di Mendrisio, Samuele Cavadini, il quale ha definito il colloquio «positivo per quanto interlocutorio». «L’incontro, ha precisato, è scaturito da una serie di lettere con il Governo e si inserisce nella discussione, avviata da tempo, sulla necessità di adottare una revisione dei compiti tra i due livelli, evitando il riversamento di oneri senza una vera logica».