Preventivo, eccone un assaggio

Un tris di documenti senza nessuna maggioranza consolidata; uno spezzatino di proposte arricchito da una serie di emendamenti, che renderà la discussione di domani in Gran Consiglio sul Preventivo 2026 quantomeno labirintica. Trovare la strada della maggioranza, tra linee rosse e punti fermi, non sarà tanto semplice.
Un assaggio della discussione, però, è già andato in scena questa sera a «La domenica del Corriere», dove – ospiti del vicedirettore del Corriere del Ticino Gianni Righinetti – si sono confrontati Alessandra Gianella, deputata PLR, Fabrizio Sirica, co-presidente del PS, Fiorenzo Dadò, presidente del Centro, Michele Guerra, deputato della Lega e Tiziano Galeazzi, deputato UDC. Ed è proprio dall’ospite democentrista che Righinetti ha lanciato la discussione, chiedendo lumi sulla scelta di cestinare il rapporto UDC, unendosi a quello della Lega. Che cosa è successo dietro le quinte? «All’inizio avevamo preparato un nostro rapporto. Poi, abbiamo deciso di lavorare sugli elementi in comune con la Lega. Abbiamo quindi chiesto che venissero inseriti i nostri tre punti principali: no all’aumento delle stime immobiliari; la non sostituzione delle partenze nella misura del 50%; e infine no al riversamento sui Comuni». Un lavoro d’intesa che, tuttavia, non significa affatto che l’UDC non voglia portar via un consigliere di Stato alla Lega, ha fatto notare Righinetti. «Sono questioni che vanno poste ad altri», ha ribattuto sulla difensiva Galeazzi, il quale si è detto «estremamente preoccupato per la gestione dello Stato, a tutti i livelli».
E la Lega, invece, si è aperta a soluzioni di convergenza proprio con l’UDC? «Ci siamo accorti che molte proposte si sovrapponevano», ha spiegato dal canto suo Guerra, il quale subito ha precisato: «È una congiunzione tematica e non politica. Non significa che correremo insieme», ha sottolineato il leghista. «Su questi temi finanziari condividiamo la stessa idea». Guerra ha poi sintetizzato così l’intera critica al documento governativo: «È un piano finanziario peggiore di quello presentatoci dopo la pandemia; la spesa pubblica cresce di 106 milioni, con un disavanzo di quasi 100 milioni a fronte di un aumento delle entrate per 80 milioni». L’obiettivo della Lega? «Puntiamo a una perdita zero, senza un aumento delle entrate e attraverso una revisione della spesa».
Tra Centro e PLR
Sull’altro fronte, l’asse PLR e Centro. Un’altra convergenza che in aula, però, dovrà reggere alle varie pressioni, interne ed esterne agli stessi partiti. «Tra emendamenti e temi divisivi come i sussidi non si rischia lo sfilacciamento?», ha chiesto Righinetti. Per Gianella, «è vero che in aula le cose possono cambiare rapidamente, ma è un rapporto ragionevole, che mette anche un po’ di pressione al Consiglio di Stato perché dal nostro punto di vista su vari temi manca ancora una chiara strategia sul lungo periodo». E il rapporto Lega-UDC? «Lo definirei ambizioso-fantasioso. Pensare di poter togliere milioni dal tavolo e raggiungere il pareggio entro fine anno, mi sembra irrealistico». Premessa a parte, per Gianella il preventivo va portato a casa. Eppure – ha fatto notare ancora Righinetti rivolgendosi questa volta a Dadò – la possibilità che il fronte si sfilacci esiste. «Il fatto di aver presentato assieme al PLR un rapporto è il minimo che si possa fare. Due partiti di Governo minimamente seri si mettono d’accordo e cercano un compromesso». Un compromesso che oggi – ha spiegato il presidente del Centro – è molto più complicato da raggiungere rispetto agli anni passati. «Noi, come Centro, cerchiamo di mantenere un approccio serio, in questo caso insieme al PLR. La Lega, invece, principale partito di Governo, si defila e scarica le responsabilità sull’Esecutivo. Ma sarebbe ora che si assumesse le proprie, iniziando a far fare i compiti ai suoi Consiglieri di Stato», ha osservato Dadò.
Le proposte del PS
Da ultimo il rapporto PS-Verdi, che Righinetti non ha esitato a definire «duro e catastrofista nei confronti del Governo. Per Sirica, «se oggi il Cantone si trova in una fase di difficoltà economica, la causa va ricercata nelle scelte di politica fiscale del centrodestra che, dal 2017, hanno ridotto le entrate di oltre 200 milioni di franchi». Sirica ha ribadito di essere a favore «di una politica alternativa, che non scarica le spese sui cittadini». Detto ciò, il PS è comunque pronto a fare la sua parte: «Se ci deve essere una convergenza, la si può trovare in aula. Noi abbiamo detto che siamo pronti ad astenerci dal voto, facendo passare il rapporto di maggioranza, a patto che vengano accolti i nostri emendamenti, in primis quello sui premi di cassa malati. In particolare, chiediamo di non tagliare sulla RIPAM, e un parziale inizio di applicazione dell’iniziativa del PS a condizione che arrivino almeno due quote della BNS». Queste le richieste del PS. «Se avallate, ha ripetuto Sirica, noi ci siamo». Entrando nel vivo, Righinetti ha quindi chiesto a Galeazzi come si fa ad abbattere il deficit in così poco tempo? «Si può. Basta volerlo», ha replicato il democentrista, il quale ha elencato una lista di Uffici che potrebbero essere accorpati o chiusi. «Di certo non si può speculare sulle quote della BNS». Pronta la replica di Sirica: «Non vogliamo risanare i conti con i soldi della BNS, ma applicare le iniziative». In soccorso di Galeazzi, è quindi arrivato Guerra: «Come si azzera la spesa? Riducendola dell’1,16% rispetto al budget 2025». Dal canto suo, Gianella ha ricordato a Sirica che le citate «politiche di centrodestra» in realtà sono state avallate dal popolo. La liberare radicale ha poi difeso la posizione del Governo sulla questione RIPAM, ricordando che «non è un taglio come vuole far credere la sinistra: la RIPAM compensa già il rincaro e quando i premi di cassa malati aumentano, automaticamente aumentano anche i sussidi». Bisogna avere un po’ di realismo, ha aggiunto Gianella: «Se vogliamo applicare le iniziative sui premi, occorre anche avere le condizioni finanziarie per farlo. Il Consiglio di Stato deve indicarci come». Un parere condiviso anche da Dadò, il quale tuttavia ha sottolineato che l’entrata in vigore delle due iniziative sui premi deve avvenire assieme, «non solo quella della Lega o quella del PS». E ancora: «Le misure vanno trovate in tutti i dipartimenti, anche in quelli della Lega e del PS». Ci riuscirà questo Governo? ha rilanciato Righinetti. «Devo crederci, ammetto che è un esercizio molto difficile. Gli strumenti li hanno. Devono fare un tentativo serio». Ma possiamo ancora nutrire aspettative nei confronti di questo Consiglio di Stato? «Il comportamento del Governo mi ha lasciato molto perplesso e, in parte, deluso rispetto al modo in cui finora ha affrontato le iniziative popolari», ha commentato Sirica. «Per questo motivo auspico un intervento più deciso, anche piuttosto muscolare, da parte del Legislativo». Ma il partito che in questo momento sembra credere meno nel Governo è proprio la Lega, ha concluso Righinetti: «Nel vostro rapporto avete segato basso il Consiglio di Stato, quindi anche i due ministri leghisti». «Sì, lo può dire forte e chiaro», ha aggiunto Guerra. «C’è una totale insoddisfazione su questo preventivo».
