Previdenza 2020: la riforma è andata in porto

BERNA - Il Consiglio nazionale ha approvato - con 101 voti contro 91 e 4 astensioni - le proposte della Conferenza di conciliazione in merito al progetto Previdenza per la vecchiaia 2020. La riforma ha dunque superato lo scoglio della maggioranza qualificata necessaria per sciogliere il freno alla spese (erano necessari almeno 101 "sì").
In precedenza, il Consiglio degli Stati aveva sostenuto il progetto con con 27 voti contro 17. Il dossier è quindi pronto per le votazioni finali. Il progetto Previdenza per la vecchiaia 2020 prevede l'innalzamento dell'età pensionabile delle donne a 65 anni e la riduzione dal 6,8% al 6% del tasso di conversione (l'indice che determina l'ammontare delle rendite). Quest'ultimo abbassamento sarà compensato nel Primo Pilastro con un supplemento di 70 franchi sulla rendita AVS e l'aumento del tetto massimo per i coniugi dal 150% al 155%. Il riforma prevede pure l'innalzamento dell'IVA di 0,6 punti.
Durante l'iter parlamentare, i due rami del Parlamento si sono inoltre scontrati sul modo in cui compensare l'abbassamento del tasso di conversione. La soluzione, per il Consiglio nazionale, risiedeva nell'aumento dei prelievi salariali, tramite una modifica delle aliquote per gli accrediti di vecchiaia e la completa soppressione della deduzione di coordinamento.
Per gli Stati occorre invece agire nell'ambito del Primo Pilastro. La soluzione proposta comprendeva un supplemento di 70 franchi sulla rendita AVS e l'aumento del tetto massimo per i coniugi dal 150% al 155%. Per appianare le divergenze si è dovuti ricorrere alla Conferenza di conciliazione che, con 14 voti contro 12, ha scelto la versione della Camera dei cantoni.