«Prognosi positiva» per Robert Fico dopo l'attentato

Il premier slovacco Robert Fico è ancora ricoverato nel reparto di terapia intensiva dell'ospedale Roosevelt di Banska Bystrica, in seguito all'attentato di mercoledì. Un ministro slovacco ha parlato oggi di «prognosi positiva». Il governo slovacco ha inoltre detto all'agenzia di stampa Tasr che ulteriori informazioni sulle sue condizioni di salute saranno fornite non appena la situazione lo consentirà.
Il primo ministro, ieri, è stato sottoposto a un secondo intervento per «eliminare tessuti necrotici» – dopo quello di 5 ore subito dopo l'attentato – e ha ricevuto la visita della compagna Katarina Szalayova e del figlio trentenne Michal. La nuova operazione «ha permesso di controllare e guarire le ferite da arma da fuoco», ha detto uscendo dall'ospedale il ministro della Difesa, Robert Kalinak, che ha assunto le funzioni di premier ad interim. Fico è cosciente e si ricorda degli spari, ha riferito il presidente eletto Peter Pellegrini che aveva già potuto scambiare con lui «solo qualche parola».
Lunedì un consiglio medico valuterà il suo stato e la possibilità di trasferirlo a Bratislava.
In tribunale l'uomo accusato dell'attentato
Juraj Cintula, l'uomo accusato del tentato omicidio di Fico, è arrivato questa mattina nel tribunale di Pezinok, una città a circa 20 km a nord-est di Bratislava. L'udienza è iniziata alle 11.00. La Corte penale speciale ha deciso di tenere in custodia cautelare (in attesa del processo) il 71.enne per pericolo di fuga e per il rischio che possa commettere altri crimini.
Cintula, 71 anni, è accusato di omicidio premeditato. La sua casa a Levice è stata perquisita in sua presenza. Dopo alcune ore nell'abitazione, le forze dell'ordine hanno portato via il computer e altro materiale. L'uomo avrebbe usato una pistola CZ75 calibro 9 di produzione ceca, che possedeva legalmente e che sapeva usare perché in passato aveva lavorato nella sicurezza privata. Ora rischia da 25 anni all'ergastolo.
Gli errori della scorta
La squadra di sicurezza di Robert Fico, mercoledì, ha commesso gravi errori. Maxime Cauci, amministratore delegato della società di sicurezza internazionale per aziende T-Risk di Londra, ha spiegato a Today.it cosa è andato storto, analizzando il filmato dell'attentato. «I problemi sono diversi. Primo: sono arrivati troppo veloci sulla folla. A un certo punto il premier era il primo in avanti, ma tutte le altre guardie erano dietro. Almeno le due bodyguard che controllavano il perimetro più prossimo, a destra e a sinistra, dovevano arrivare per prime alle transenne. Bastava qualche decina di metri di vantaggio, preparando così l'arrivo della personalità con il suo personal security, che gli deve stare sempre vicino. Arrivando in anticipo, i due laterali hanno il compito di scrutare le persone nella folla per individuare comportamenti sospetti, nervosismo anomalo. Poi si concentrano sulle mani del pubblico». Invece non è andata così. «La guardia di sinistra, all'arrivo sulla folla è stata distratta da qualcosa a sinistra e si è allontanata troppo. La guardia che avrebbe dovuto controllare il settore destro, è indietreggiata rispetto al premier e ha rivolto lo sguardo verso di lui, anziché sulla folla. Addirittura abbassa la testa, proprio nel momento in cui l'aggressore è davanti a lui, estrae la pistola e si allunga notevolmente verso il premier. A quel punto spara».
Un'analisi condivisa da J. Ervin Kis, esperto di questioni di sicurezza personale, il quale ha spiegato a Euronews che il primo colpo è quasi impossibile da deviare in queste situazioni, ma il secondo avrebbe dovuto essere assorbito dal corpo di una delle guardie. Ma i difensori di Fico hanno reagito pochi secondi dopo, e non bene. «Lo scorso 24 aprile, l'aggressore ha gridato ad alta voce contro Fico durante una manifestazione. Quindi, se l'intelligence avesse identificato l'uomo in una folla di 30 persone, questa persona sarebbe potuta essere facilmente bloccata».