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Intanto proseguono gli attacchi israeliani nella Striscia, fonti mediche parlando di almeno 17 palestinesi uccisi – TUTTI GLI AGGIORNAMENTI
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20:11
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«Ventidue Paesi esigono da Israele aiuti immediati per Gaza»
Ventidue Paesi esigono che il governo israeliano «autorizzi immediatamente la piena ripresa della consegna di aiuti a Gaza e che consenta alle Nazioni Unite e alle organizzazioni umanitarie di lavorare in modo indipendente e imparziale per salvare vite umane». Lo scrive il ministero degli esteri tedesco, in un comunicato pubblicato sul sito web. Fra i Paesi ci sono anche Italia, Gran Bretagna, Francia, Spagna, Canada, Giappone e l'alta Rappresentanza per gli Affari esteri dell'UE.
Nel comunicato stampa pubblicato dal ministero degli esteri tedesco si afferma che «il gabinetto di sicurezza israeliano ha approvato un nuovo piano per la consegna degli aiuti a Gaza che le Nazioni Unite e le organizzazioni umanitarie non possono condividere». Secondo le Nazioni Unite l'approccio proposto non consentirà di fornire gli aiuti in modo efficace, inoltre «il territorio palestinese non dovrebbe essere modificato o sottoposto a cambiamenti demografici».
Ecco perché nell'appello s'inviano «due chiari messaggi al governo israeliano: consentire la piena ripresa delle consegne di aiuti a Gaza senza ritardi e permettere alle Nazioni Unite e alle organizzazioni umanitarie di lavorare in modo indipendente e imparziale per salvare vite». Nel comunicato si ribadisce inoltre che «Hamas deve rilasciare immediatamente tutti gli ostaggi rimanenti e consentire la distribuzione senza ostacoli degli aiuti umanitari». Infine viene citata anche la soluzione di due Stati come «l'unico modo per raggiungere la pace e la sicurezza per israeliani e palestinesi».
Il comunicato è sottoscritto dai ministri degli esteri di Australia, Canada, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Irlanda, Islanda, Italia, Giappone, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Nuova Zelanda, Norvegia, Paesi Bassi, Portogallo, Slovenia, Spagna, Svezia e Regno Unito. Hanno firmato anche l'Alto rappresentante dell'UE per gli affari esteri e la politica di sicurezza e vicepresidente della Commissione europea, il Commissario UE per la parità di genere, la preparazione e la gestione delle crisi e il Commissario UE per il Mediterraneo.
19:27
19:27
Francia, Regno Unito e Canada chiedono a Israele lo stop delle operazioni a Gaza
I governi di Francia, Gran Bretagna e Canada «chiedono al governo israeliano di fermare le sue operazioni militari a Gaza e autorizzare immediatamente l'ingresso di aiuti umanitari»: è quanto contenuto in una dichiarazione congiunta sulla situazione a Gaza e in Cisgiordania dei governi dei tre paesi, diffusa a Parigi.
«Siamo fermamente contrari all'estensione delle operazioni militari israeliane a Gaza - si legge nella dichiarazione - il livello di sofferenza umana a Gaza è intollerabile. L'annuncio di ieri da parte di Israele di autorizzare l'ingresso di una quantità minima di cibo nella Striscia di Gaza è assolutamente insufficiente».
I tre governi chiedono a Israele anche «un impegno con le Nazioni Unite per assicurare la ripresa dell'invio di aiuti nel rispetto del diritto umanitario». Al tempo stesso, i firmatari «chiedono a Hamas di liberare immediatamente gli ultimi ostaggi crudelmente detenuti dal 7 ottobre 2023».
Gli Stati Uniti avrebbero avvertito Israele che se non mette fine alla guerra a Gaza non avrà più il supporto americano. Lo rivelano fonti informate al Washington Post a Tel Aviv. «Gli uomini di Trump hanno mandato ad Israele il messaggio: 'Vi abbandoneremo se non ponete fine a questa guerra'», hanno riferito.
18:31
18:31
Cinque tir ONU con aiuti umanitari sono entrati a Gaza
L'IDF ha annunciato che cinque camion delle Nazioni Unite carichi di aiuti umanitari e cibo per bambini sono entrati nella Striscia di Gaza «dopo un accurato controllo di sicurezza» da parte del personale della Land Crossings Authority presso il Ministero della Difesa.
È la prima volta che gli aiuti umanitari riprendono ad arrivare a Gaza dopo la chiusura dei valichi imposta da Israele il 2 marzo scorso. Domenica sera il premier Benyamin Netanyahu ha deciso la ripresa della distribuzione aggirando la votazione dei ministri che l'avrebbero bocciata.
17:50
17:50
«Israele sta facilitando l'ingresso di cibo per bambini e medicine a Gaza»
Il direttore generale del ministero degli esteri israeliano Eden Bar Tal ha dichiarato che alimenti per l'infanzia, cibo per bambini e forniture mediche sono cominciate ad arrivare verso Gaza.
«Oggi Israele sta facilitando l'ingresso di camion con alimenti per bambini a Gaza, nei prossimi giorni entreranno decine di camion», ha detto. Tuttavia i reporter in attesa al confine con la Striscia finora non hanno visto alcun arrivo di aiuti, come riferiscono i media israeliani.
17:30
17:30
Manifestanti a Khan Younis: «Stop alla guerra, Hamas si ritiri dalla Striscia»
Centinaia di residenti di Khan Younis, nella Striscia di Gaza meridionale, stanno manifestando in diverse località dove sono stati sfollati per chiedere la fine della guerra e il ritiro di Hamas dalla Striscia. Le immagini sono state postate dai manifestanti sui social.
15:28
15:28
Ben Gvir: «Gli aiuti finiranno anche a Hamas, è un grave errore»
Il ministro israeliano di estrema destra Itamar Ben Gvir ha criticato duramente la decisione del primo ministro Benyamin Netanyahu di riprendere la distribuzione di aiuti umanitari in tutta la Striscia di Gaza, definendola «un grave errore».
Durante la riunione del suo partito, ha dichiarato: «Dobbiamo dire la verità all'opinione pubblica israeliana: questi aiuti, che raggiungono tutta la Striscia, finiranno anche nelle mani di Hamas».
Ben Gvir ha accusato il governo di aver evitato un voto sulla questione perché «sapevano che avevo la maggioranza per ribaltarlo». Ha ribadito la sua opposizione all'invio di aiuti negli ultimi mesi e ha affermato che è necessario spiegare al presidente degli Stati Uniti Donald Trump che questi aiuti «mettono a rischio la vita dei nostri soldati» e «danno ossigeno ai nostri nemici».
14:56
14:56
Sa'ar: «Aiuti a Gaza per garantire sostegno alla guerra contro Hamas»
Il ministro degli esteri israeliano Gideon Sa'ar ha difeso la ripresa dell'ingresso di aiuti umanitari nella Striscia di Gaza, affermando che si tratta di una misura necessaria per preservare la legittimità internazionale e garantire il continuo appoggio degli alleati alla guerra contro Hamas.
Lo ha dichiarato durante un incontro con l'organizzazione filo-israeliana StandWithUs, sottolineando che Israele resta impegnato nei suoi due obiettivi principali: smantellare Hamas e liberare tutti gli ostaggi. Gli aiuti - ha precisato - comprendono latte in polvere, farina e forniture mediche, e sono destinati esclusivamente ai civili. «Dobbiamo assicurarci di condurre questa guerra in un modo che possa essere sostenuto dai nostri amici», ha affermato.
12:56
12:56
«A Gaza due milioni di persone muoiono di fame»
«A Gaza, a due mesi dall'inizio dell'ultimo blocco, due milioni di persone muoiono di fame, mentre 116mila tonnellate di cibo sono bloccate al confine, a pochi minuti di distanza». Il segretario generale dell'Organizzazione mondiale della sanità, Tedros Adhanom Ghebreyesus, interviene così sulla crisi in Medio Oriente durante la presentazione del suo rapporto sul 2024 in occasione della 78° Assemblea mondiale della sanità in corso a Ginevra.
«Il rischio di carestia a Gaza sta aumentando con la deliberata sospensione degli aiuti umanitari, compresi i prodotti alimentari, nel blocco in corso», sottolinea Ghebreyesus, sottolineando come «l'aumento delle ostilità, gli ordini di evacuazione, la riduzione dello spazio umanitario e il blocco degli aiuti» stiano «provocando un afflusso di vittime in un sistema sanitario già in ginocchio».
Le persone, prosegue , «muoiono a causa di malattie prevenibili, mentre i medicinali attendono alla frontiera e gli attacchi agli ospedali negano le cure alla gente». Nonostante l'evacuazione di oltre 7.300 pazienti «più di 10mila necessitano ancora di essere evacuati per motivi medici», spiega il segretario generale. «Chiediamo agli Stati membri di accettare più pazienti e a Israele di consentire queste evacuazioni e di consentire l'ingresso a Gaza di cibo e medicine di cui c'è urgente bisogno. L'Oms è pronta, insieme ai nostri partner delle Nazioni Unite, a intervenire rapidamente per consegnarlo, se e quando ne verrà consentito l'ingresso».
11:52
11:52
Avviso di evacuazione a Khan Yunis
Il portavoce dell'Idf in lingua araba ha pubblicato un avviso urgente di evacuazione rivolto ai residenti di Khan Yunis, Bani Suheila e Abasan nella Striscia di Gaza. «L'Idf lancerà un'offensiva senza precedenti per distruggere le capacità delle organizzazioni terroristiche in quest'area. Occorre evacuare immediatamente verso ovest, nella zona di al-Mawasi», si legge nel comunicato, «a partire da ora, l'intera area di Khan Yunis è considerata zona di combattimento pericolosa».
10:27
10:27
Netanyahu: «Prenderemo tutta Gaza e non ci sarà alcuna carestia»
«Per completare la vittoria, sconfiggere Hamas e liberare i nostri ostaggi, non dobbiamo arrivare a una situazione di carestia, né dal punto di vista pratico, né da quello diplomatico. Semplicemente, non ci sosterrebbero». Lo dice il premier israeliano Benyamin Netanyahu in un video.
«Abbiamo intenzione di prendere il controllo di tutta la Striscia di Gaza, è quello che faremo», la decisione di far entrare aiuti umanitari nella Striscia è stata presa perché «ci stiamo rapidamente avvicinando alla linea rossa, a una situazione in cui potremmo perdere il controllo, e allora tutto crollerebbe», ha spiegato.
Nel video diffuso dallo stesso premier israeliano, Netanyahu spiega: «Abbiamo deciso di permettere un'assistenza umanitaria minima durante la guerra. Abbiamo scoperto che Hamas ha saccheggiato parte degli aiuti. Per questo abbiamo fermato l'assistenza umanitaria. Insieme ai nostri amici americani abbiamo deciso di adottare un nuovo metodo: punti di distribuzione protetti dalle forze dell'Idf, che impediscono l'accesso a Hamas e permettono ad aziende americane di distribuire cibo e medicine alla popolazione. Questo richiede tempo. Stiamo per aprire i primi punti nei prossimi giorni e ne aggiungeremo altri».
«L'obiettivo è arrivare a una situazione in cui esista un'area completamente controllata dall'Idf, accessibile a tutta la popolazione civile di Gaza, dove possano ricevere aiuti, e dove Hamas non riceva nulla. Questo fa parte del processo per sconfiggere Hamas», aggiunge il primo ministro chiarendo che «ora si è creata una difficoltà, perché ci stiamo avvicinando rapidamente alla linea rossa, un punto in cui potremmo perdere il controllo e tutto potrebbe crollare. I nostri migliori amici nel mondo, sostenitori ferventi di Israele, mi dicono: 'Vi stiamo dando tutte le risorse per completare la vittoria, armi, sostegno nelle operazioni per eliminare Hamas, protezione al Consiglio di Sicurezza. Ma una cosa non possiamo tollerare: immagini di carestia di massa. Questo no. Se accade, non potremo più sostenervi».
Il premier, nel filmato diffuso dai lui stesso chiarisce che è stata trovata per l'immediato una situazione temporanea: «Finché non saranno pronte le aree sicure e i punti di distribuzione sotto controllo dell'Idf, dobbiamo fornire una misura minima e temporanea per evitare la fame». La dichiarazione di Netanyahu arriva dopo la decisione di ieri sera di riprendere a fornire aiuti a Gaza, decisione presa direttamente dal primo ministro e che non è stata messa ai voti per evitare la ferrea opposizione dei ministri di ultradestra che avrebbero votato contro.
06:00
06:00
Il punto alle 6.00
Fonti mediche, riporta Al Jazeera, affermano che almeno 17 palestinesi sono stati uccisi negli attacchi israeliani a Gaza dalle prime ore di questa mattina. Tra questi figurano le sei persone uccise nel bombardamento israeliano di Khan Younis. Decine sarebbero invece i feriti a Khan Younis.